Ann Budge nel giugno 2014 è diventata il presidente della squadra protestante di Edimburgo, una delle più antiche società di calcio al mondo: l’Heart of Midlothian, fondata nel 1874. Al suo fianco la Foundation of Hearts, più di ottomila tifosi che raccolgono milioni di sterline per finanziare la rinascita della squadra con una sottoscrizione mensile volontaria. Da novembre la terza maglia del club celebra il loro impegno: è un pezzo da collezione che riporta i nomi di tutti gli 8mila autotassatisi per il bene dei Maroons.
Questa storia riassume efficacemente il connubio tra tifosi e attività manageriale sapiente nonché l’utopia di una gestione della “Res Publica” nella sua trasposizione politica.
La Fondazione nasce per reazione ai disastri compiuti nel 2005 dal magnate lituano che porta la squadra a conquistare nel 2006 e nel 2012 la Coppa di Scozia, oltre ad ottenere buoni piazzamenti in Scottish Premiership ma che al contempo disintegra economicamente la Società, con 25 milioni di debiti e l’ipoteca nelle mani della Ukio Bankas sullo storico stadio Tynecastle. La squadra viene punita con un meno quindici in campionato e la retrocessione, quell’anno, è inevitabile.
Proprio nei mesi in cui si concretizza la retrocessione, un anno dopo il fallimento dei Rangers Glasgow, l’Heart viene salvato dalla milionaria signora Budge, storica tifosa e membro della Foundation of Hearts. Entra in scena il vero fenomeno, la lady di ferro conquista la quota di controllo del club grazie a un accordo da 2,5 milioni di sterline con la Ukio, una sorta di prestito nei confronti degli ottomila fan che dal 2010, per reagire alle bizzarrie del magnate lituano, si erano costituti in associazione. Un patto tra lei e la Foundation le assicura la restituzione dell’intera somma nel giro di cinque anni e l’impegno è di traghettare l’Heart nelle mani dei tifosi che nel frattempo alimentano le casse della società con le sottoscrizioni volontarie.
Per partecipare, i tifosi dal 2013 possono scegliere di donare mensilmente una cifra che varia da 10 a 500 sterline o possono optare per un bonifico una tantum che può arrivare fino a 10mila sterline. Ogni pound speso equivale a 1,5 points e più si va avanti con le donazioni, più si raggiungono dei piccoli traguardi. Con 50 punti in un anno si conquista la Premium benefits discount card che dà diritto a diversi sconti; con più punti si può arrivare a far parte di ‘club’ dedicati alle più grandi imprese sportive della squadra. A incidere il loro nome sulla maglia sono stati i tifosi che entro il 28 febbraio 2015 avevano conquistato 180 maroon points.
L’estate scorsa è la 118esima stagione a livello professionistico, ma è la prima dopo oltre 30 anni in seconda serie: stravince il campionato con 29 vittorie, quattro pareggi e tre sconfitte. Il debutto in Championship non è una partita banale: il 10 agosto, l’Heart arriva all’Ibrox, il tempio dei Rangers. Ad attendere i Maroons ci sono i 43mila tifosi che vogliono celebrare il ritorno al football di qualità degli azzurri di Glasgow, dopo anni nelle serie infime scozzesi per colpa della maledetta bancarotta. Il simbolo della rinascita passa per questa partita storica, la vittoria a Ibrox nei minuti di recupero! Il 22 marzo 2015, grazie alla vittoria dei Rangers sull’Hibernian, l’Heart lasciò la Championship con sette turni d’anticipo, un record per la serie cadetta.
Il 28 novembre 2015 è il giorno del debutto al Fir Park di Motherwell in Premiership con la maglia-tributo con i nomi degli ottomila tifosi che hanno contribuito al salvataggio del club, altro giorno storico che unisce ancor di più squadra e tifo. Quelli della squadra protestante di Edimburgo, riuniti nella Foundation of Hearts, hanno racchiuso il loro credo in un manifesto che è più politico che sportivo.
Nella loro visione, l’Heart of Midlothian deve diventare quella squadra in grado di essere gestita direttamente dai tifosi, con un’amministrazione trasparente che sappia costruire la squadra senza sperperare denari, ma valorizzando il proprio vivaio, un esempio per il mondo intero viene da una piccola realtà, queste sono le storie che mi appassionano e renderanno degno di attenzione il percorso che i Maroons faranno d’ora in avanti.
Che belli questi articoli sulle squadre di culto che hanno fatto la storia del calcio!