Hockey NHL: a un mese dai playoff solo Washington è al sicuro

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Sidney CrosbyRipreso fiato dopo la sorprendente conclusione del campionato NFL, siamo pronti a tuffarci in un’altra postseason, certamente più lunga e molto probabilmente altrettanto appassionante, quella dell’hockey su ghiaccio della NHL.
Manca poco meno di un mese, circa una dozzina di partite a squadra, alla conclusione della stagione regolare, e l’equilibrio che ha regnato per tutta la stagione è confermato dal fatto che, ad oggi, una sola squadra è certa della postseason, i Washinton Capitals. Molte altre lo saranno a giorni, ma c’è da scommettere che la corsa alle wild card terrà col fiato sospeso diverse squadre (e milioni di tifosi) fino agli ultimi giorni.
Nel quadro generale una cosa salta agli occhi subito: nessuna delle squadre canadesi si qualificherà per i playoff. Su molte di esse c’erano poche aspettative fin dall’inizio della stagione, ma i Montreal Canadiens erano considerati da titolo. E invece il grave infortunio di Carey Price e un’eccessiva leggerezza offensiva hanno prodotto una stagione davvero mediocre.
Vediamo nel dettaglio la situazione delle division, con qualche nota sul trend generale delle squadre e con qualche nota personale dopo averle viste all’opera nelle ultime settimane, specialmente negli scontri diretti.

EASTERN CONFERENCE

Atlantic Division
Florida 89, Boston 86, Tampa 85 + Detroit 81
I Florida Panthers dell’eterno Jagr tengono la leadership da molti mesi, forti soprattutto di un ottimo rendimento casalingo (27-9) ma ora hanno solo 3 punti di vantaggio sul più sensazionale ritorno dell’intera NHL, quello dei Boston Bruins, partiti male ma ora rinati e quasi certi della postseason. Squadra vecchia maniera, imperniata sulla difesa della porta di Rask per poi sfruttare i velocisti negli spazi in contropiede, i Bruins sono tra le squadre che concedono più tiri (oltre 31 a partita) ma sono temibilissimi in trasferta (26-8) e un po’ più in difficoltà quando sono loro a dover fare la partita (21-16 in casa). Non sono da titolo, ma sono così esperti e spigolosi da rappresentare un ostacolo da brividi in una serie di playoff.
Tampa Bay, finalista della scorsa Stanley Cup, ha ritrovato a tratti lo smalto del 2015, ma ha infortuni a rotazione, l’ultimo è quello di Filppula: ha un margine risicato sulle wild card, 4 punti, ma il calendario è in discesa. Se recupera tutti può tornare a fare la voce grossa, altrimenti ha vita breve, non potendosi permettere grande profondità nei ruoli. Quarta piazza per i Detroit Red Wings, al momento titolari di una wild card; da questa division non hanno nulla da temere (Ottawa è la più vicina a 7 punti di distanza), ma hanno solo un punto (e due partite in più) sui Flyers. Al di là dei numeri, è l’impressione generale a non deporre in favore di Detroit, squadra ancora alla ricerca di un nuovo profilo dopo gli anni di Babcock e con Zetteberg e Datsyuk ormai al lumicino.

Metropolitan Division
Washington 105, NY Rangers 88, NY Islanders 85 + Pittsburgh 84 (+Philadelphia 80)
I Capitals sono, come detto, gli unici già qualificati, dall’alto dei loro 105 punti, del secondo miglior attacco dietro Dallas e della seconda miglior difesa dietro Los Angeles. Non solo Ovechkin e Holtby, dunque, ma anche Backstom, Chmera e Niskanen (tra gli altri), tutti protagonisti di una grandissima stagione. La squadra resta a trazione anteriore, ma è più matura, meno sbilanciata della scorsa stagione: solo 14 sconfitte su 69 gare parlano chiaro, del resto.
Dietro i favoriti numero uno per il titolo troviamo le due newyorkesi, sempre a braccetto come dall’inizio della stagione. Gli Islanders hanno 3 punti da recuperare ma hanno anche due gare in meno, ed entrambe non possono abbassare troppo la guardia perché alle loro spalle ringhiano due squadre arrembanti: Pittsburgh Penguins e Philadelphia Flyers. I primi sono nel miglior momento della stagione (4 vittorie di fila, 7 nelle ultime 10), coinciso non a caso con la ritrovata vena realizzativa di Sidney Crosby, tornato da un paio di mesi prepotentemente in corsa perfino per il premio di MVP stagionale. I Flyers sono certamente meno maturi, non hanno un campione come Crosby, ma stanno finalmente mettendo sul ghiaccio i lati positivi di una squadra giovane: ritmo ed energia pazzeschi, che a questo punto della stagione, con avversari più anziani spesso a corto di energie, possono fare la differenza. Rangers e Islanders dovrebbero evitare la wild card, ma una tra Penguins, Flyers e Red Wings rimarrà con la scopa in mano (e io dico Red Wings).

WESTERN CONFERENCE

Central Division
Dallas 93, St. Louis 91, Chicago 88, + Nashville 85 + Colorado 76
Questa division dovrebbe promuovere cinque squadre alla postseason, assegnando le due wild card a Nashville e Colorado, complice la “rottura prolungata” di Arizona nella Pacific. Dallas ha il miglior attacco della lega (233 reti, 3.23 a partita) ma ha anche una delle peggiori difese (2.93 reti incassate a partita), e di solito chi non sa difendersi più che bene non ha vita lunga nei playoff: vittoria della Central per i texani, quindi, ma per il titolo servirà probabilmente un’altra offseason di mercato ben fatto.
Sui Blues ci si potrebbe scrivere un libro e non se ne verrebbe comunque a capo. Alternano prestazioni da corazzata del ghiaccio a uscite sconcertanti; hanno subito solo 22 sconfitte in 72 partite eppure perdono audience perché perfino i loro stessi tifosi non ci credono nemmeno un po’. L’unica è aspettare il responso del campo: i playoff sono pressoché sicuri, ma sarebbe una bella storia se finalmente questi Blues irrompessero con prepotenza sulla scena.
Terza piazza per i campioni uscenti dei Chicago Blackhawks, protagonisti finora di una stagione… a tre facce. Mediocre la prima parte, inarrestabile la seconda (14 vittorie di fila tra Natale e febbraio), dall’aria un po’ stanca la terza e più attuale (4 sconfitte consecutive, 6 nelle ultime 10). Non hanno infortuni di rilievo (è rientrato anche Hossa), hanno trovato in Panarin un talento realizzativo cristallino eppure non riescono a spiccare il volo. Hanno il miglior power play della NHL, ma incassano troppi gol in full strenght, dato preoccupante per una squadra di tale esperienza e acume tattico. A onor del vero, anche lo scorso anno avevano finito la regular season un po’ in sordina, e poi è andata com’è andata, ma certo devono fare una bella impennata.
Dietro di loro Predators e Avalanches devono guardarsi più dall’eventuale rimonta dei Minnesota Wild che da eventuali rischi provenienti dall’altra division. Nashville gioca un bell’hockey, veloce, offensivo e sta trovando la quadratura del cerchio (9 vittorie nelle ultime 10), ai playoff potrebbe essere un avversario da non sottovalutare. Meno brillante Colorado, che pur senza brillare potrebbe ritrovarsi alla postseason con il minimo sindacale. Gli Wild possono ancora rientrare, come detto, ma devono ingranare un’altra marcia in queste ultime settimane.

Pacific Division
Los Angeles 91, Anaheim 85, San Jose 84
Dato per assodata la leadership dei Kings, a rimettere a posto le cose per Anaheim e San Jose ci hanno pensato gli Arizona Coyotes, scintillanti fino a metà stagione e poi crollati di schianto, specialmente in difesa. Una volta scomparsa la sorpresa della stagione, tutto è tornato come previsto, con i Ducks (più coperti ma meno produttivi) e gli Sharks (bell’attacco ma difesa piena di spifferi, 2.62 gol presi a partita) praticamente sempre a braccetto. I Kings sono comunque di un’altra categoria: miglior difesa della NHL, buon attacco, record identico tra casa e fuori (24-11), 8 vittorie nelle ultime 10, tra cui una spazzolata epocale ai Blackhawks ottenuta con facilità quasi disarmante. Insomma, per il titolo L.A. ci sarà, eccome se ci sarà.

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Gianluca Puzzo

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