Si avvicina sempre più, tra mille difficoltà, il momento di riaccendere il braciere olimpico per i Giochi in versione invernale, in programma a Pechino dal 4 al 20 febbraio.

Una storia lunghissima quella delle Olimpiadi invernali, cominciata nel lontano 1924 con cadenza quadriennale; fino al 1992 venivano disputate nello stesso anno di quelle estive, poi sono state saggiamente spostate negli anni pari a metà del quadriennio estivo.
Sono ormai prossimi i XXIV Giochi invernali che si disputeranno nella capitale della Cina, destinata tra pochi giorni a diventare la prima città capace di ospitare quelli estivi (2008) e appunto, invernali.
Un percorso iniziato molti anni addietro, che vide la selezione nel duello con la città kazaka di Almaty.
Diversi gli impianti, come lo stadio nazionale di Pechino che ospiterà le cerimonie d’apertura e chiusura, il National Indoor Stadium come il Wukesong Indoor Stadium sarà la sede dell’hockey su ghiaccio, al National Speed Skating Oval andrà in scena il pattinaggio di velocità, al Centro Acquatico il curling, al Capital Indoor Stadium il pattinaggio di figura e lo short track, al Big Air Shoungand il freestyle e snowboard, al National Alpine Ski Centre situato nella Contea di Yanquing lo sci alpino, nella stesse sede è situato il National Sliding Centre dove gareggeranno bob, slittino e skeleton.
Diversamente, a Zhangjiakou è situato il National Biathlon Centre, il National Ski Jumping Centre e National Cross-Country Centre entrambi sede del salto con gli sci e combinata nordica, infine il Genting Snow Park per lo snowboard e freestyle.
È chiaro a tutti come tra le discipline praticate sul ghiaccio o sulla neve, siano preponderanti quelle nazioni dove vige il freddo e per questo, si disputano maggiormente discipline sportive invernali.
L’occasione è propizia per tutte quelle rappresentative che, per fare un esempio, non sono in prima linea nell’atletica, nel nuoto o altre discipline che da sempre contraddistinguono i
Giochi estivi, ma possono tuttavia ben figurare in quelle che per loro sono sport di tradizione.
Nel confronto con i precedenti giochi di Pyeongchang, ci saranno sette discipline in più, per un numero complessivo di 109 eventi da medaglie, inoltre saranno 91 le nazionali che parteciperanno, tra queste per la prima volta anche Arabia Saudita e Haiti.
Vale sempre e comunque lo spirito olimpico, dove se per una serie ristretta di atleti l’obiettivo è quello di una medaglia a coronare la propria carriera, per altri anche la sola partecipazione rappresenta un vanto.
Basti pensare a quanto avvenne a Calgary ’88, con la straordinaria storia di Eddie Edwards, talmente fuori dagli schemi da ispirare il film “Eddie the Eagle – Il coraggio della follia”.
Sfortunata, al momento piegata ma non definitamente spezzata la nostra Sofia Goggia, che da potenziale medaglia d’oro in discesa libera ha recentemente avuto un serio infortunio per cui resta in dubbio la sua partecipazione; per questo motivo è maturata la decisione di cambiare l’atleta portabandiera designata per la sfilata d’apertura, passata propria dalla Goggia tra le mani della snowboarder Michela Moioli, così da consentirle di sfruttare ogni giorno possibile per recuperare e cercare di prendere parte alla gara del 15 febbraio.
Nel 2018 in Corea del Sud, l’Italia si classificò al dodicesimo posto con tre medaglie d’oro, due d’argento e cinque di bronzo; la speranza, manco a dirlo, è certamente quella di raccogliere quante più successi possibili, magari continuando l’entusiasmante scia di successi internazionali targati 2021.


Si, l’infortunio alla Goggia è stata una doccia fredda per l’incredibile sfortuna in vista di un appuntamento così importante, tra l’altro disciplina dove ha dimostrato di essere la migliore.
Tuttavia il cambio della portatrice di bandiera, testimonia quanto sia fortemente decisa a provarci, impossibile fare previsione perchè oltre alle terapia, si dovrà comunque fare una prova sulla pista per una disciplina che trasmette molteplici sollecitazioni proprio alle ginocchia.
Grazie della lettura, subito corretta la vocale.
con le più fervide speranze che la nostra rappresentativa si faccia onore a Pechino, migliorando ulteriormente il medagliere olimpico, incrocio le dita per le condizioni di Sofia Goggia, che merita di partecipare a questa prestigiosa competizione, dopo aver perso i mondiali di Cortina per un infortunio analogo.
Segnalo un piccolo refuso sul nome della MOIOLI (anch’essa bergamasca) validissima atleta che la sostituirà come portabandiera.
FORZA AZZURRI!!