Il rivale gentiluomo

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In queste settimane di mezzo tra la stagione appena conclusa e quella che verrà, il pensiero ricorre ai successi purtroppo lontani di Michael Schumacher ed a quella Ferrari imbattibile.
Prima di quell’era però, dovette lottare contro la forte Williams-Renault.
Il 1997 sembrava l’anno buono per Schumi ma il confronto con Jacques Villeneuve terminò a Jerez, con una manovra sanzionata con l’azzeramento dei punti della classifica piloti.
Poco prima del nuovo millennio, iniziò il duello con un grande rivale: il finlandese Mika Hakkinen.
Per lui due stagioni in Lotus (’91-92’) ed una carriera in McLaren fino al 2001, disputando in totale 165 gran premi, con 20 vittorie, 51 podi, 26 pole position e, soprattutto, due titoli mondiali conquistati nel 1998 e 1999. Nel mezzo, l’incidente di Adelaide del 1995 che lo portò al coma farmacologico.

Il mondiale 1998 si concluse all’ultima gara dopo che la Ferrari durante l’estate era riuscita a colmare il gap.
A quel tempo il sistema di punteggio assegnava al vincitore 10pt, al secondo 6pt, al terzo 4pt, e successivamente a scalare fino al sesto posto.
Proprio nel Gran Premio del Giappone a Suzuka, Schumacher è indietro per 4 pt, quindi deve vincere e sperare che il rivale non arrivi secondo.
Il tedesco conquista la pole, ma durante le fasi della partenza gli si spegne il motore e viene quindi arretrato all’ultimo posto.
In gara la rimonta è disperata, Schumacher sale fino al terzo posto, ma purtroppo è costretto a ritirarsi per una foratura.

Nel ’99 avviene l’inaspettato.
A Silverstone, Schumacher va a sbattere riportando la frattura di tibia e perone della gamba destra.
Il mondiale sembra segnato, ma l’incostanza del finlandese rimette in gioco il secondo pilota della Ferrari (Eddie Irvine) e per qualche gara anche Frentzen della Jordan.
Il lato umano di Hakkinen si compie a Monza quando, pur dominando la gara, compie un errore alla prima variante durante lo scalare delle marce, causando alla monoposto un testa coda; celebre, successivamente, il pianto a dirotto in diretta tv.
Il rientro di Schumacher in Malesia a due gare dal termine, è un toccasana per le ambizioni in rosso, perché il suo contributo permette al compagno Irvine di presentarsi all’ultima gara (anche stavolta a Suzuka) a pari punti con Hakkinen, ma vince il finlandese, dietro Schumacher ed Irvine.
Per la Ferrari quell’anno, arriva il titolo costruttori dopo un digiuno di 16 anni.

Oltre allo straordinario sorpasso su Schumacher nel 2000 a Spa-Francorshamp, quando con una sola manovra, approfittando di un doppiato (Zonta), sorpassò entrambi i piloti prendendosi un grande rischio,
sono da ricordare due episodi.

Gran Premio d’Italia 2000
Vince Schumacher, secondo Hakkinen, terzo Ralf Schumacher.
A fine gara, i cronisti ricordano a Michael Schumacher di aver eguagliato il numero di vittorie ottenute da Senna, e lui si emoziona interrompe l’intervista e di conseguenza, le domande passano ad Hakkinen che nel contesto, capisce la situazione e si commuove.
Entrambi i piloti, a quel tempo giovanissimi, erano in pista nel drammatico week-end di Imola ’94.

Gran Premio di Spagna 2001
Hakkinen si avvia verso la vittoria, ma proprio nelle ultime curve del giro finale, la sua McLaren lo tradisce per un problema tecnico, venendo sopravanzato proprio da Schumacher.
A fine gara, è d’altri tempi l’abbraccio tra i due rivali, col finlandese che sorride (amaramente) ricevendo l’abbraccio del ferrarista.

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Andrea La Rosa

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