Insalata russa (1a parte)

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Si è concluso il primo mondiale del VAR, caratterizzato da tante esclusioni eccellenti e dal vecchio continente che ha fatto la parte da leone.
Da sottolineare come, per la prima volta dopo 36 anni, nessuna squadra africana sia riuscita ad approdare agli ottavi di finale.

Oltre all’aggiornamento di alcune statistiche, ricorderemo molti avvenimenti extra-sportivi, tra questi alcuni curiosi altri, purtroppo, con risvolti tragici.
Il 45enne portiere egiziano El-Hadary ha stabilito il record di giocatore più anziano a disputare un mondiale, mentre per la terza volta consecutiva la nazionale detentrice del titolo di campione del mondo è stata eliminata nella fase a girone, come già avvenuto per l’Italia (Sudafrica 2010) e la Spagna (Brasile 2014). In passato toccò anche alla Francia (Corea del Sud/Giappone 2002).

Curioso quanto accaduto ai calciatori iraniani, costretti ad acquistare le scarpe da calcio a pochi giorni dall’esordio, per una conseguenza della politica di Trump, che aveva fermato le forniture di aziende americane a Teheran.
Positivo, in tema di social, il tweet del ministro degli esteri israeliano che ha incoraggiato la nazionale iraniana nella partita d’esordio.
Poi la commovente scena del ct uruguagio Tabarez (vecchia conoscenza del calcio italiano), il quale nonostante i problemi motori causati da una rara malattia al sistema nervoso, al gol nell’esordio contro l’Egitto, è riuscito ad esultare con forza nonostante le evidenti difficoltà.

Assurdo l’epilogo del commentatore egiziano Abdel Rahim Mohamed, morto per un attacco cardiaco dopo il gol subìto allo scadere dall’Arabia Saudita.
Vicenda simile anche in Colombia, per un uomo di 34 anni ad Armenia e un 78enne a Sabanalarga, morti nell’esultare durante la partita contro il Senegal.

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Andrea La Rosa

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