Spenta la fiamma olimpica a Pechino, che dal 4 al 20 febbraio ha ospitato l’edizione XXIV delle Olimpiadi invernali; riviviamo le curiosità con particolare attenzione ai risultati degli atleti italiani, che hanno totalizzato il secondo miglior numero di medaglie nella storia, diciassette, con due ori, sette argenti e otto bronzi.

Game Over ai Giochi invernali di Pechino, diventata per l’unica sede nella storia ad avere ospitato sia le Olimpiadi estive che quelle invernali.
Come quattordici anni addietro, è stato lo Stadio a forma di nido d’uccello ad ospitare le cerimonie d’inaugurazione e chiusura, dove si sono mescolate culture, tradizioni, speranze e traguardi, alcuni con l’obiettivo di medaglia per coronare la carriera, chi col ruolo di outsider o per riscattare la delusione di quattro anni addietro, altri con la certezza che la sola partecipazione rappresentasse già qualcosa da ricordare per tutta la vita, altri giovanissimi alla prima esperienza.
Storie come quella dello sciatore Nicola Zanon, nato da papà trentino e mamma thailandese trasferitasi in Italia, e lo stesso Nicola col percorso inverso di rappresentare proprio la Thailandia in un sogno diventato realtà.
Ottava partecipazione (!) per la pattinatrice tedesca Claudia Pechstein, classe 1972.
Giorni di sport cominciati prima dell’accensione della torcia, con la paura dopo la terrificante caduta della snowboarder giapponese Rina Yoshika, quasi a rischiare la paralisi vista la lesione spinale.
Non sono mancati episodi e spunti polemici, come quello relativo al ritardo della rappresentativa russa di hockey, che per non avere presentato in fretta i test covid stava quasi per fare saltare la partita contro il Canada (poi iniziata un’ora dopo il previsto) che non voleva scendere sul ghiaccio, salvo poi l’accordo di giocare con le mascherine di protezione.
Belle le storie connesse ai nostri atleti, a cominciare dalla passione trasmessa in famiglia come nel caso dei cognomi Zoggeler, Di Centa e Pittin a tramandare generazioni di atleti, con la possibilità di avere gareggiato con vari gradi di parentela come figli, fratelli, sorelle e anche coniugi come nel caso di Arianna e Pietro Sighel nello short track.
E poi qualcosa che ci ha riguardato, con l’assenza alla cerimonia di Sofia Goggia inizialmente scelta come portabandiera e sostituita per infortunio da Michela Moioli.
Per quanto riguarda la spedizione azzurra, l’obiettivo era quello di migliorare le dieci medaglie ottenute quattro anni fa, seguendo la scia di vittoria dei Giochi estivi di Tokyo.
Obiettivo che può dirsi pienamente raggiunto in un elenco di giornate da ricordare.
5 febbraio
A rompere il ghiaccio, nel vero senso della parola, è Francesca Lollobrigida medaglia d’argento nei 3000m di pattinaggio velocità in una gara della vita nel momento più importante, passata dalle rotelle per inseguire il sogno olimpico.
Stessa medaglia nella staffetta mista di short track dopo una grande rimonta ad un soffio dal primo posto, con Arianna Fontana a collezionare la sua nona medaglia olimpica, prima invece di Yuri Confortola a 35 anni, insieme sul podio le sorelle Arianna e Martina Valcepina, prima Olimpiade con medaglia per Andrea Cassinelli e Pietro Sighel.
6 febbraio
Medaglia di bronzo nello slittino per Dominik Fischnaller, podio che mancava all’Italia da otto anni dopo l’era di Armin Zoeggler adesso tecnico della squadra. Un risultato dal sapore speciale visto in Corea del Sud lo stesso bronzo, era sfuggito per soli due millesimi di secondo.
7 febbraio
La mattina è aperta dalla medaglia d’argento di Federica Brignone nello Slalom Gigante, già bronzo quattro anni prima a Pyeonhchang, poi arriva la sentenza Arianna Fontana vincitrice della prima medaglia d’oro (decima olimpica!) confermandosi regina dello Short Track.
Tanta l’emozione sul podio per la Fontana nonostante una carriera di tanti successi, vincitrice nonostante il periodo poco felice con la Federazione e la scelta di allenarsi in Ungheria.
8 febbraio
È medaglia d’argento nella sprint per il fondista Federico Pellegrino come quattro anni fa, medaglia d’oro nel Curling per il duo Amos Mosaner e
Stefania Constantini in una disciplina destinata a sbocciare nei nostri confini, con un percorso netto di sole vittorie.
Grande soddisfazione considerato il numero esiguo di iscritti alla disciplina, confrontati con quelli di Canada, Stati Uniti come i Paesi europei nordici.
Bellissimo poche ore dopo il trionfo, un biglietto apparso sui social protagonista la stessa Constantini quando a 14 anni, aveva come obiettivo sportivo quello di diventare un’atleta olimpica. Un sogno avverato con annessa la sorpresa più bella.
10 febbraio
Dopo un giorno a secco, i colori azzurri tornano sul podio dello snowboard cross grazie alla medaglia di bronzo conquistata da Omar Visintin, una bella storia considerato il pesante infortunio di dicembre ed un risultato atteso da molto tempo: “Aspettavo questa medaglia da otto anni. A Sochi 2014 arrivai da favorito e poi venni eliminato nei quarti, anche a PyeongChang 2018 successo la stessa cosa e uscii addirittura prima. Adesso sono arrivato un po’ meno favorito, ma sapevo di avere buone chance al mio arco.”
11 febbraio
Ancora due medaglie entrambe di bronzo per Luca Ghiotto nei 10.000m di pattinaggio, e Dorothea Wierer nella 7,5 km sprint di biathlon.
Se per Ghiotto è la prima medaglia ai Giochi dopo le due d’oro alle Universiadi del 2017, la Wierer grazie all’ultimo poligono chiuso in un tempo rapidissimo, incrementa una carriera ricca di successi come le precedenti due medaglie Olimpiche nella staffetta mista di Sochi 2014 e Pyeonchang 2018, oltre alle dieci medaglie mondiali in una percorso già ricchissimo nelle competizioni giovanili.
12 febbraio
Nella notte italiana arriva la medaglia d’argento nello snowboard misto a squadre, con Omar Visintin e Michele Moioli. Secondo podio per Visintin, mentre la portabandiera azzurra riscatta pienamente la precedente delusione nella gara individuale, dov’era stata eliminata in semifinale.
15 febbraio
All’alba italiana del nuovo giorno, dalla pista di Yanqing arriva una valanga rosa grazie al podio nella discesa libera di Sofia Goggia e Nadia Delago.
Impresa da brividi per la Goggia presentatasi ai Giochi solamente 23 giorni dopo l’infortunio di Cortina che avrebbe messo ko chiunque tranne lei, mentre per la giovane Dallago è la prima medaglia all’esordio nei Giochi.
16 febbraio
Ancora medaglie. È di bronzo quella della staffetta maschile dei 5.000 metri di short track formata da Pietro Sighel, Andrea Cassinelli, Yuri Confortola e Tommaso Detti che beffano per soli nove millesimi la formazione russa.
Poche ore dopo si conclude il cerchio magico di Arianna Fontana, argento sui 1.500 metri di short track alla terza medaglia di questi Giochi, la numero undici alle Olimpiadi, diventando l’atleta italiana con più medaglie davanti a Stefania Belmondo.
17 febbraio
Medaglia di bronzo per Federica Brignone che raddoppia nella combinata quella dei giorni passati, riscattando la delusione di alcuni giorni addietro nella discesa libera, laddove commentando quella prestazione, aveva mostrato una certa fragilità mentale prontamente riscattata come solo le campionesse sanno fare.
19 febbraio
Bronzo per Francesca Lollobrigida per concludere brillantemente il suo straordinario percorso di questi Giochi, tanto da essere portabandiera nella cerimonia di chiusura.
Gioie azzurre ma anche delusioni e rimpianti, come quella del 41enne Roland Fischnaller alla sesta olimpiade ad un passo dal podio e anche stavolta senza l’ambita medaglia olimpica, che manca ma che non scalfisce una lunga carriera di successi.
Ci riproverà tra quattro anni?
È già cominciato per tutti il conto alla rovescia per l’edizione congiunta di Milano e Cortina d’Ampezzo 2026, sperando soprattutto possano essere aperti e liberi senza più il Covid.

