La storia di Kobe Bryant, uno dei più grandi giocatori della storia della NBA: figlio d’arte, dall’infanzia in Italia alla carriera NBA interamente spesa nei Lakers fino alla morte improvvisa, in un incidente aereo, a soli 42 anni.

Il 23 agosto 1978 a Philadelphia nasce Kobe Bryant; all’età di 6 anni si trasferisce in Italia perchè il padre, giocatore NBA, viene a giocare qui da noi. Proprio in Italia Kobe inizierà a giocare a mini basket in una squadra di ragazzini di 3 anni più grandi di lui. Il padre cambierà tante squadre portando con sé la famiglia e ovviamente Kobe innamorato di quello sport non si staccherà mai dal pallone da basket, passando le giornate a vedere le sfide tra Magic Johnson e Larry Bird non per divertirsi ma bensì per studiarli. Al ritiro del padre torneranno negli USA dove giocherà sempre a basket tutti i giorni e tutti i weekend, si nota fin da subito la sua differenza con gli altri. Nella seconda stagione con la Lower Merion High School domina facendo un record di 77-13, nel 1995 viene invitato dal head coach dei Philadelphia 76ers ad un allenamento dove leggenda narra che avrebbe vinto contro Jerry Stackhouse, stella dei 76ers, in un 1 vs 1. Nella sua ultima stagione da liceale continua a dominare portando la sua squadra al titolo statale della Pennsylvania con una media di 30.8 punti 12 rimbalzi 6.5 assist 4 rubate e 3.8 stoppate a partita.
Nel 1996 decide di saltare il college e diventare selezionabile per il draft NBA, preso come 13ma scelta dagli Charlotte Hornets sotto richiesta dei Lakers, con i quali verrà poi scambiato a soli 17 anni. Nel 1996 esordisce contro i Minnesota Timberwolves, diventando cosi il più giovane di sempre; chiude la regular season al quarto posto e ai play off chiude la stagione contro Utah Jazz in semifinale sbagliando quattro tiri decisivi all’overtime.
Passerà la notte a tirare a canestro e inizierà a fare palestra tutti i giorni perchè capisce che quello che manca è la massa muscolare. Nella prima partita del 1997 troverà proprio Utah e ne farà 23 di punti, raddoppierà la media punti per tutto l’anno, avendo come obiettivo il titolo NBA, perdendo solo in finale di Conference, ancora contro gli Utah Jazz..
Nella stagione 2000 sulla panchina di L.A. arriva Phil Jackson, che con i Chicago Bulls aveva vinto ben 6 anelli; ovviamente Kobe già conosce gli schemi avendoli studiati in precedenza. I Lakers tornano in finale di Conference contro Portland, salgono sul 3-1 ma si rilassano arrivando sul 3-3. Nell’ultimo quarto di gara 7 sono sotto di 15 punti, ma con un
parziale di 19-4 la ribaltano arrivando così dove non andavano dal 1991 ovvero alle Finals, dove troveranno gli Indiana Pacers di Reggie Miller. Sul 2-1 Shaquille deve uscire per il sesto fallo dopo 36 punti segnati e i Lakers sotto di 3, da quel momento Kobe prende la partita in mano. Perdono gara 5 ma a gara 6 portano a casa il tanto agognato titolo, ma l’MVP di quelle finali sarà Shaq.
Nella stagione dopo O’Neal si presenta completamente fuori forma e quasi sempre arriva a fine allenamento, Kobe non la prende bene perchè ha passato l’estate in palestra. Dopo non poche polemiche sono sempre lì ai play off. battendo rispettivamente i Blazers 3-0, i Kings 4-0 e gli Spurs sempre 4-0; alle Finals vincono 4-1 contro i Philadelphia 76ers. Kobe vincerà pure nel 2003 per poi far finire un’era e non vincere fino al 2009 contro gli odiati Boston Celtics e nel 2010 sempre contro i Celtics.
Si ritirerà all’età di 37 anni, segnando 60 punti nell’ultima partita di regular season (migliore prestazione di un giocatore in quell’annata). Kobe è il quarto miglior marcatore di sempre con 33643 punti realizzati di cui 5640 nei playoffs.
Il 26 gennaio 2020 Kobe, la figlia e altre 7 persone muoiono in un incidente aereo, tutto il mondo è sotto shock per la notizia che nel giro di pochi minuti sconvolge tutti gli appassionati . La prima partita di quella stagione tutti i giocatori dei Lakers sono in lacrime ma uno in particolare, Lebron James. In quella stagione i Lakers vinceranno il titolo dopo 10 anni e Lebron lo dedicherà proprio a Kobe.
Tanti sono i record che Kobe Bryant lascerà in quella franchigia, come gli 81 punti nella sfida contro Toronto. Kobe è uno dei due giocatori della storia ad aver segnato 50 o più punti in 4 gare consecutive, insieme a Wilt Chamberlain è il giocatore con più tiri da tre fatti in un tempo ben 8 e come questi troppi altri record. I Lakers rimangono l’unica squadra per cui ha mai giocato e tante sarebbero le cose da dire su di lui che non basterebbe un libro, per tutti bambini malati salutati dopo le partite e visitati agli ospedali e per tutte le volte che senza dire niente a nessuno tornava a Cireglio, il piccolo paese vicino Pistoia dove è cresciuto, solo per salutare quelle persone a cui tanto teneva.