Due sentenze profondamente diverse sono emerse da altrettante partite profondamente diverse, nelle gare 3 delle due serie di semifinale della Stanley Cup. A Ovest, i Los Angeles Kings sono bravi a riprendersi con le unghie e con i denti un po’ di speranza dopo le batoste rimediate a Chicago, mentre a Est i Bruins scavano un baratro di 3 vittorie a zero tra loro e i Penguins.
Allo Staples Center di Los Angeles, i campioni in carica passano in vantaggio dopo neppure 4 minuti di gioco grazie al solito Justin Williams, colpevolmente dimenticato dalla difesa degli Hawks, e sono poi bravi a tenere testa al veemente ritorno degli avversari. Nel secondo periodo L.A. raddoppia con una bordata di Voynov (che nel tiro spezza anche il bastone, tanto per rendere l’idea…), ma Chicago rimane caparbiamente in partita dimezzando lo svantaggio a 33″ dalla seconda sirena con Bickell, bravo ad approfittare subito di un pasticcio di due difensori californiani che si stendono a vicenda. Il terzo periodo è giocato da entrambe le squadre più che altro con la volontà, dei Kings di chiudere e degli Hawks di pareggiare, ma il gioco è molto estemporaneo e confuso. I due portieri non sono chiamati in causa spesso, ma in un paio di situazioni rispondono alla grandissima, Crawford su Williams e Quick due volte su Bickell, fino alla stretta finale; ad 1’35” dal termine Chicago decide di togliere il portiere inserendo un sesto uomo di movimento per tentare il tutto per tutto, ma su un disco perso King li punisce a porta vuota, segnando il 3-1 che chiude i giochi. Ora la serie è sul 2-1 per Chicago; gli Hawks rimangono favoriti ma i Kings hanno detto a chiare lettere di non voler abdicare facilmente.
Partita-fiume, invece, a Boston, dove i Pittsburgh Penguins cedono il passo (e probabilmente la serie, visto che ora sono sotto 3-0) solo a 4 minuti dalla fine del secondo tempo supplementare (!!), grazie a una meravigliosa deviazione al volo di Bergeron, innescato da Jagr e Marchand. Ennesima prova rocciosa e concreta per i Bruins, ma certo in questa serie ai Penguins non ne gira una giusta: dopo i pali di gara 1 stessa storia in gara 3, con due dischi che si schiantano sui ferri della gabbia nel terzo periodo, sul risultato di 1-1 e con Rask ormai fuori causa. La partita è per lunghi tratti elettrizzante, con le due contendenti che si affrontano a viso aperto e col coltello tra i denti, con numerosi colpi pesanti e le consuete “chiacchierate” tra Marchand e la panchina avversaria. I Penguins tirano di più, colpiscono di più, hanno più power play, ma alla fine la spunta comunque Boston. L’impressione sempre più netta è che a fare la differenza (in negativo) siano le polveri bagnate delle stelle d’attacco di Pittsburgh, tra cui appare enorme il vuoto lasciato da Sydney Crosby, finora solo l’ombra del campione incontenibile visto tante volte. Sarebbe bello assistere a un risveglio di Crosby, ma temo che ormai il tempo dei Penguins sia scaduto.
…più Boston vince ..più ripenso ai miei Leaf …che alla fine il 4-3 glielo hanno fatto sudare…
Assolutamente d’accordo con te. I Penguins avrebbero dovuto fare sfracelli con l’attacco che hanno e invece…