La lezione di Salvo

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Tra le storie che ci riconciliano con le comuni debolezze, c’è senza dubbio quella di Salvatore Nitto, classe ’87 nato a Cassibile (frazione di Siracusa), scaturita dalla rabbia di una criticità trasformata in voglia di successo, senza importanti sponsor che gli garantirebbero i riflettori che merita. “Salvo ce la fai?” chiedeva Donna Maria Concetta, aiutandolo a scendere dall’auto prima di entrare a scuola. Domanda che Salvo, si è posto migliaia di volte quando si ritrovava nella sua camera a fissare la carrozzina, fino a quando…

Come nasce la tua avventura sportiva?
“Nel 2002 frequentavo l’Istituto per Geometri Filippo Juvara di Siracusa, grazie al Prof. Emanuale Moscuzza (Ed. Fisica), ho conosciuto la mia attuale società sportiva A.S.P.E.T. Siracusa.
Durante l’ora di lezione, mi disse che al Campo Scuola “Pippo Di Natale” di Siracusa, si allenavano un gruppo di ragazzi disabili in carrozzina nella specialità dei lanci, mi diede il contatto e la stessa sera chiamai quel numero telefonico, presentandomi nel pomeriggio successivo. Per la carrozzina non ero adatto, perché essendo un po’ robusto non entravo nella sedia da corsa, ma poco dopo conobbi il mio attuale tecnico dei lanci. Da quel momento tante vittorie sono seguite ed oltre ad essere atleta, da settembre 2008 rivesto la carica di Presidente della stessa società. Ci tengo a precisare che prima di praticare l’atletica, ho frequentato quattro anni di nuoto.”

Quali sono le difficoltà di un atleta nella tua disciplina?
“Sono molteplici partendo innanzitutto dal grado di disabilità, ad oggi l’attività paraolimpica si è notevolmente evoluta e le varie discipline sono alla portata di tutti quei disabili che intendono praticare lo sport preferito.
Una problematica può essere lo scetticismo nell’approcciarsi a conoscere questo mondo, come il semplice gesto di uscire da casa e confrontarsi con altre persone o visitare nuovi luoghi. Può sembrare stupido ma nel complesso, può influenzare la partecipazione ad eventi sportivi. Superati questi ostacoli mentali, bisogna solo andare avanti e non abbattersi mai. Inoltre sia le società e gli atleti, oltre alle ristrettezze economiche, devono affrontare i problemi legati alle strutture che ancora ancora oggi non sono totalmente fruibili alle persone in carrozzina, perché nonostante le leggi, gli spazi urbani posseggono molte barriere architettoniche.”

Quando sono arrivate le prime soddisfazioni?
“Come detto prima, dal 2002 ho iniziato con grande impegno e forza di volontà gli allenamenti.
Inizialmente (fino al 2005) lanciavo con le protesi alle gambe ma successivamente, mi assegnarono la categoria F56 da seduto. Una vera fortuna perché da qui iniziano le vittorie, seduto sulla sedia costruita appositamente da mio fratello Giuseppe. Nel 2006 vinsi la prima medaglia di bronzo nel lancio del disco, nel 2007 a Sesto San Giovanni, 2008 a Cagliari e 2009 a Cagliari, ottenni la prima tripletta di medaglie d’oro, la seconda (di tripletta) ad Ancona nel 2014-2015-2016 sempre nella stessa disciplina. Inoltre, ci sono pure 6 argenti e 11 bronzi, oltre a 5 raduni con la Nazionale Italiana e 2 Campionati del Mondo giovani (2009 in Svizzera e 2010 in Rep. Ceca).
Gli attuali e i prossimi obiettivi sono sempre gli stessi: lavorare per restare ad alti livelli nonostante l’ingresso di nuovi atleti che si affacciano al mondo paralimpico.”

Obiettivo Paraolimpiadi?
“Il sogno a cinque cerchi è quello che ogni atleta sogna, perché rappresenta la massima aspirazione sportiva e personale, indossare la maglia azzurra è un’emozione unica. Ultimamente ho scoperto ed iniziato a praticare una nuova disciplina, ma al momento preferisco non dire altro.”

Oltre che nello sport, sei impegnato in altre attività?
“Sono impegnato con la “Misericordia” di Cassibile, in passato ho prestato assistenza in occasione di gare o eventi locali. La missione più importante è stata quella del 2009 nell’occasione del terremoto che colpì l’Abruzzo, 14 giorni intensi presso il campo base del comune di Tornimparte.”

Grazie Salvo, grazie per la tua lezione.

Autore

Andrea La Rosa

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