La nuova NHL fa 31: analisi della Eastern Conference

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EASTERN CONFERENCE

ATLANTIC DIVISION

BOSTON BRUINS
Dopo due anni senza playoff, la scorsa stagione i Bruins sono riapprodati alla post season, pur uscendone subito per mano di Ottawa. Troppo poco, a nostro parere, per scegliere di ritirarsi sostanzialmente dal mercato per un’intera off season, nemmeno fossero i giovani Oilers. Di talenti freschi ne hanno questi Bruins (Pastrnak, McAvoy e Carlo su tutti), ma l’ossatura della squadra è davvero molto avanti con gli anni (Chara oltre i 40, Bergeron, Krejci e Rask sopra i 30) e avrebbe necessitato di un paio di rinforzi di spessore e di freschezza, per poter correre per il titolo. Invece nulla, immobilismo totale. Se tutto gira a dovere Boston è certamente da playoff, ma non può ambire al top.

FLORIDA PANTHERS
Dopo la fantastica stagione di due anni fa, l’anno scorso i Panthers hanno fatto un deciso passo indietro, finendo sesti nell’Atlantic e mancando quindi i playoff, soprattutto a causa di una catena di infortuni impressionante. Il GM Dale Tallon, però, non ha passato la off season a pensare alla malasorte, ma si è mosso molto bene: via due veterani ormai troppo in là con gli anni (Jagr e Jokinen) e porte aperte a giocatori freschi come Vrbata, Dadonov e il giovanissimo finlandese Haapala, di cui si dice un gran bene. È chiaro, però, che la chiave del successo di Florida passa per il pieno recupero delle sue stelle, soprattutto Barkov, Huberdeau e Bjugstad, che l’anno scorso hanno saltato, insieme, ben 100 partite di regular season. Nel terzetto, ci permettiamo di puntare la nostra attenzione soprattutto su Aleksander Barkov, ala finlandese di soli 22 anni, che nelle sue quattro stagioni NHL ha segnato 111 punti in 127 partite. Un talento immenso che, però, ha appunto giocato solo 127 partite in quattro anni…

TAMPA BAY LIGHTNINGS
Dopo aver mancato i playoff per un solo punto lo scorso anno, questa è la stagione della verità per Jon Cooper e il suo gruppo. Con il pieno recupero di capitan Stamkos (solo 17 partite nella passata stagione), la definitiva soluzione dell’enigma-portiere (Vasilevskiy promosso e Bishop ceduto) e l’arrivo di un talento annunciato come il 19enne Sergachev, tutti i pezzi del mosaico di Tampa sembrano finalmente a posto. Se non ci sono tracolli, i playoff sono l’obiettivo minimo.

BUFFALO SABRES
I Sabres sono arrivati ultimi in questa division in tre delle ultime quattro stagioni; periodo nero, quindi, ma che almeno ha concesso al front office la possibilità di pescare il meglio in tutti gli ultimi draft. Mittelstadt, Nylander ed Eichel sono chiamati ad accendere l’attacco di Buffalo; magari non lo faranno già pienamente quest’anno, ma il futuro è dalla loro parte. Sono un po’ i Jets della Eastern, insomma. La Wild Card sarebbe un miracolo, ma già schiodarsi dal fondo sarebbe un passo avanti incoraggiante.

MONTREAL CANADIENS
Quello di Montreal è stato uno dei front office più impegnati di tutta la NHL in questo mercato, con un lungo via vai di giocatori cui si è aggiunta la sfinente trattativa con Markov, culminata con la rottura tra società e giocatore. Alla fine, però, l’idea generale è che i Canadiens siano usciti rinforzati da questo can can: l’anno scorso il problema era stato l’attacco ed è arrivato Jonathan Drouin da Tampa, insieme a Morrow e Alzner, tra gli altri, per rendere più profonde le linee d’attacco. I playoff sono l’obiettivo da non mancare, ma se stanno bene questi Canadiens possono andare molto lontano.

TORONTO MAPLE LEAFS
C’è un’attesa smodata, forse perfino eccessiva, a Toronto per l’inizio di questa stagione. Dopo un quarto posto nella division tutto sommato in linea con le attese, aprile ha cambiato tutto, mostrando una squadra di una brillantezza abbagliante, eliminata dai fortissimi Capitals dopo sei partite di battaglia vera (tutte andate ai supplementari). A quel punto, il front office dei canadesi ha puntato forte, portando a Toronto una star come Marleau, per quanto un po’ in là con gli anni, un altro ottimo giocatore come Ron Hainsey e altri due ottimi prospetti come Rosen e Borgman. Gli unici dubbi sono legati alla conferma di Auston Matthews, stella ventenne di primissima grandezza, sui livelli pazzeschi mostrati l’anno scorso, ed alla tenuta complessiva della difesa, a cui manca un vero leader. Ma sulla carta, i tifosi dei Leafs potrebbero davvero divertirsi, dopo anni di amarezze.

DETROIT RED WINGS
Non tira una grande aria a Detroit dopo il settimo posto dello scorso anno. Sono partiti due dei pochi pezzi importanti, Miller e Nosek, ed è stato preso un solo nome di spicco, Trevor Daley da Pittsburgh, ma che va fondamentalmente a riempire lo spot lasciato vuoto da Miller, non a rinforzare la squadra. I portieri, con la collaudatissima coppia Mrazek-Howard, sono il punto forte della squadra, davvero poco per risollevarsi dal fondo.

OTTAWA SENATORS
Soffia un vento di smobilitazione per la squadra che negli scorsi playoff è stata a un passo dall’eliminare i futuri campioni di Pittsburgh. Sono infatti partiti uomini chiave della formazione di Boucher, come Methot, Neil e Stalberg, mentre è ancora in ballo il rinnovo di capitan Erik Karlsson, in scadenza alla fine di questa stagione. Tra gli arrivi, meritano una citazione Oduya e Thompson, ma sembrano troppo poco per poter replicare le 44 vittorie dell’ultima stagione.

 

METROPOLITAN DIVISION

PITTSBURGH PENGUINS
La off season dei bicampioni in carica è stata sorprendente, nel senso che chi si aspettava calma piatta, fedele al motto secondo cui “squadra che vince (e rivince) non si cambia”, è rimasto davvero spiazzato. Per dare la caccia al tris, impresa che non riesce a nessuno dai tempi degli Islanders d’inizio anni Ottanta, i Penguins hanno smosso parecchio le acque, svecchiando la squadra e puntando forte sulla definitiva maturazione di due giovani fenomeni già in casa come Guentzel e Murray. Hanno risolto il dualismo tra portieri, mandando Fleury a Las Vegas, e si sono liberati di due stipendi pesanti come quelli di Kunitz e Bonino in attacco, più Hainsey e Daley in difesa. Il miglior acquisto è certamente quello di Antti Niemi, ma anche Hunwick e Reaves sono due buone pedine per dare profondità alle linee; la difesa, comunque, avrà bisogno di recuperare appieno Kris Letang, che ha praticamente saltato l’intera ultima stagione. Davanti il tris d’assi è sempre quello, Crosby-Malkin-Kessel, ma l’attesa più forte è per il rendimento che potrà offrire Jake Guentzel, a 22 anni capocannoniere degli scorsi playoff con 13 reti. In porta, come detto, spazio definitivamente a Murray, le cui qualità tecniche sono fuori discussione, ma dovrà stare alla larga dagli infortuni che negli ultimi due anni gli hanno fatto giocare solo 62 partite. Noblesse oblige, Pittsburgh resta la favorita numero uno per il titolo.

CAROLINA HURRICANES
Dopo il settimo posto della scorsa stagione e otto anni senza playoff, questo potrebbe davvero essere l’anno della resurrezione per i Carolina Hurricanes. Ad una squadra talentuosissima ma fin troppo giovane e inesperta, il GM Ron Francis ha aggiunto i pezzi giusti, pescati soprattutto dagli “scaffali” di Chicago: il nuovo portiere titolare, Scott Darling, il difensore Trevor Van Riemsdyk e il centro Marcus Kruger. A questi tre, va aggiunto il veterano per eccellenza tra i free agent, quel Justin Williams che a 35 anni torna nella squadra che condusse al titolo nel 2006, per garantire almeno una quindicina di reti e tanta esperienza nei momenti caldi. La Metropolitan è probabilmente la division più difficile di tutta la NHL, ma questi Hurricanes una wild card potrebbero anche strapparla a candidati sulla carta più quotati.

NEW YORK ISLANDERS
Fortuna che l’estate sia finita, per i New York Islanders. Vista la diaspora di giocatori e il mancato rinnovo del contratto della stella John Tavares, il rischio era che gli Islanders presentassero una squadra “indecente” ai nastri di partenza della nuova stagione. Così non è, ma certo sarà difficile per Doug Weight portare i suoi oltre il quinto posto dello scorso anno, soprattutto in considerazione dell’estrema competitività delle avversarie di division. Sono partiti molti titolari (il portiere Berube e poi Hamonic, Strome, Grabovski) ed in loro sostituzione è arrivato il solo Eberle, come giocatore di valore assoluto. Il resto è tutta una scommessa, a partire dal terzetto di ali under 21 (Beauviller, Barzal e Ho-Sang) che verrà lanciato tra i titolari e da cui ci si aspettano grandi cose. Ma l’attacco, malgrado tutto, è il minore dei problemi; resta il mistero di come non si sia messa mano a una difesa tra le peggiori della scorsa NHL. I playoff sembrano un miraggio.

COLUMBUS BLUE JACKETS
Dopo l’ottima stagione passata, la migliore nella storia della franchigia, e l’eliminazione al primo turno per mano dei Penguins, a Columbus sono stati bravi a non smontare la squadra giovane e molto promettente che hanno tra le mani. Bloccato il miglior portiere della scorsa stagione, Sergei Bobrovski, e tutti gli altri assi del mazzo, l’estate dei Jackets è sostanzialmente ruotata intorno allo scambio, per certi versi sorprendente, concluso con Chicago: Brandon Saad che torna agli Hawks in cambio di Artemi Panarin, scaricato malgrado l’ottimo rendimento per un’intesa mai sbocciata con Kane e Toews. Ai prossimi mesi l’ardua sentenza su chi ha guadagnato da questo trade; certo è che se Panarin dovesse sbocciare definitivamente, sarà dura tenere i Blue Jackets fuori dalla post season.

NEW YORK RANGERS
I Rangers vanno da sette anni consecutivi ai playoff, e quest’anno hanno comunque buone carte per provare a infilare l’ottavo, ma l’impressione è che stia terminando il cammino di questo gruppo e che la squadra sia inevitabilmente obbligata ad avviare una fase di ricostruzione. Girardi e Raanta sono già stati mollati, ma altre colonne, Lundqvist in testa (35 anni), sembrano non avere più la capacità di incidere di un tempo. Sono arrivati due giovani molto interessanti, Andersson e DeAngelo, più un leader come Kevin Shattenkirk, ma in una division così difficile loro e i vari Zuccarello, Nash & Co. potrebbero non bastare più.

WASHINGTON CAPITALS
È curioso notare il pessimismo aleggiante intorno a quella che, al netto delle partenze, resta comunque una delle candidate al titolo NHL. D’altra parte, l’amarezza dei tifosi è comprensibile, dopo aver mancato il bersaglio grosso alla fine di un paio di regular season dominate in lungo e in largo, e aver visto partire nel corso dell’estate nomi di peso assoluto come Williams, Johansson, Schmidt e Shattenkirk. Nella colonna degli arrivi, si è puntato sull’usato sicuro acquistando Devante Smith-Pelly dai Devils, un’ala potente e molto dotata fisicamente, presa per recuperare dischi da servire ai più talentuosi compagni. Lo svecchiamento complessivo del roster, con il lancio di qualche giovane tra i titolari full time, potrebbe non essere tragico come sembra, ma potrebbe anzi aggiungere ritmo e freschezza a una rosa troppo “all star”, dove pochi avevano voglia di sudare nell’ombra. Malgrado le partenze le stelle non mancano di certo, dalle parti di Washington: dai portieri Holtby e Grubauer fino all’attacco stellare con Ovechkin, Backstrom, Oshie e Kuznetzov. Fiducia, cari tifosi, fiducia…

NEW JERSEY DEVILS
Reduci da una stagione davvero brutta, la quinta senza post season, i Devils hanno puntato tutto sul draft, aggiudicandosi il numero uno assoluto, Nico Hischier, e attraverso gli scambi altri pezzi pregiati, tra cui spicca Marcus Johansson. A questa pattuglia di giovani di belle speranze hanno aggiunto un paio di veterani come Stafford e Boyle, per dare maggior consistenza a una squadra che sta ben lavorando in ottica futura. Nel presente, l’obiettivo più realistico è quello di restare in lotta per una wild card fino alla fine della regular season, senza staccarsi di anni luce già a Natale, come accaduto troppo spesso in passato.

PHILADELPHIA FLYERS
Hanno preso un grande prospetto come il centro Nolan Patrick al draft e si sono mossi bene sul mercato dei free agent, scegliendo il nuovo portiere titolare al posto di Mason, Brian Elliott, e un giocatore di spessore come Lehtera. I dubbi sugli alti e bassi di questa squadra restano, soprattutto se, come sembra, capitan Giroux non ha ancora perfettamente recuperato dall’infortunio del 2016. Se lui torna quello di due anni fa, i Flyers possono lottare fino alla fine per un posto al sole, altrimenti la stagione si preannuncia difficile.

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Gianluca Puzzo

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