#3 TORONTO BLUE JAYS – TEXAS RANGERS: 7-6 al 10° inning (Toronto vince la serie 3-0)
Con uno splendido volo a casa base di Josh Donaldson al primo inning supplementare i Toronto Blue Jays si qualificano alla finale dell’American League eliminando i Texas Rangers. Dopo i due monologhi canadesi andati in scena ad Arlington, questa serie ci regala finalmente una partita appassionante, con i Rangers capaci per la prima volta di andare avanti nel punteggio e di mettere realmente pressione sui Jays.
I Rangers partono subito forte, segnando con il loro leadoff, Gomez, già al primo attacco, ma la reazione dei padroni di casa non si fa attendere ed è devastante. Al loro primo turno i Jays colpiscono subito durissimo sull’esperto Colby Lewis: valida di Carrera, homer da due punti di Encarnacion, solo homer di Russell Martin e il punteggio è già ribaltato, 3-1 per Toronto. Nel terzo Texas accorcia sul 2-3 con il solo homer di Andrus, ma ancora Toronto ribatte alla grande, segnando altri due punti con Carrera e Donaldson (mandato a casa da Encarnacion) per un 5-2 che sembra preludere a una nuova passeggiata per i canadesi. Ma i Rangers sono duri a morire, stavolta, e un fuoricampo di Odor manda a punto anche Beltre, per il 4-5 che ridà grinta agli ospiti. Stavolta la pitching strategy di Texas è diversa, e con l’acqua alla gola si sceglie di dare più spazio al bullpen: Lewis esce dopo 4.1 riprese, e dopo di lui si succederanno ben sei rilievi per cercare di arginare lo strapotere del lineup di Toronto con lanciatori sempre freschi.
Nel sesto i Rangers culminano il loro inseguimento con i due punti di Odor e Lucroy, mandati a casa dal sontuoso doppio di Moreland, e sorpassano sul 6-5, ma si fanno raggiungere subito a causa di una banale passed ball di Lucroy, che lascia spalancata la porta di casa base a Troy Tulowitzki dalla terza. Sul 6-6 i fuochi d’artificio dei due lineup si placano e salgono in cattedra i closer, che a suon di strikeout zittiscono tutte le mazze per tre riprese. Si va quindi al decimo: Osuna realizza due k e un flyout sui tre battitori di Texas, mentre Bush concede un leadoff double a Donaldson. La base intenzionale su Encarnacion è scontata, poi arriva il k su Bautista. Nel box, con prima e seconda base occupate e un out, si presenta Martin, che batte una palla di routine su Andrus. Il doppio gioco sembra già cosa fatta: Andrus gira in seconda, dove Odor elimina Encarnacion ma poi sbaglia clamorosamente il tiro in prima! Moreland è costretto a lasciare il sacchetto per controllare la palla e sacrifica l’eliminazione di Martin per tirare a casa base, dove nel frattempo sta piombando come un falco Donaldson. Il tiro affrettato del prima base è discreto, ma Lucroy, nella fretta del tag, perde la palla dal guanto e Donaldson vola a toccare con la mano sinistra il piatto, per il punto del 7-6 che regala vittoria e qualificazione a Toronto.
#3 BOSTON RED SOX – CLEVELAND INDIANS: 3-4 (Cleveland vince la serie 3-0)
Serata dolorosa per i tifosi dei Red Sox, quella della gara 3 posticipata per pioggia. Boston perde ancora una volta, uscendo dai playoff con uno sweep dagli Indians che davvero in pochi avrebbero pronosticato alla vigilia, e saluta definitivamente una leggenda, quel David Ortiz che da oggi appende gli spikes al chiodo. Ce l’hanno messa tutta i Sox, in questa gara 3, ma Cleveland ha dimostrato di averne di più sia in attacco, dove i suoi terribili giovanotti (Naquin e Chisenhall su tutti) hanno fatto ancora una volta faville, sia sul mound, con un bullpen davvero di spessore.
Gli Indians sono sempre stati avanti nel punteggio, anche stasera. Dopo tre inning senza segnature, Buchholz commette l’errore di tirare troppe curve e Naquin, che le gradisce molto, alla fine lo punisce con una linea all’esterno destro che manda a punto sia Ramirez che Chisenhall per il 2-0 Cleveland. Nel quinto Boston accorcia le distanze con un bel doppio di Benintendi sotto il Green Monster che consente a Bogaerts di segnare il punto dell’1-2. Pochi minuti e all’inizio del sesto Cleveland piazza l’allungo decisivo, grazie a un fuoricampo da due punti dell’ex Sox Coco Crisp. Boston ha il merito di non mollare, ma si percepisce chiaramente che l’attacco non ha continuità: nel sesto Ortiz manda a punto Pedroia con una volata di sacrificio e nell’ottavo Ramirez batte a casa Betts per il punto della speranza, quello del 3-4. Nell’ultimo attacco Jackie Bradley arriva in prima, poi Pedroia strappa con le unghie una base su ball, ma ci sono già due out e Shaw batte solo una banale fly ball a destra che Chisenhall non può mancare. Può iniziare la festa Indians, mentre Ortiz, in lacrime, si concede una lunga e meritatissima standing ovation.
#3 SAN FRANCISCO GIANTS – CHICAGO CUBS: 6-5 al 13° inning (2-1 Chicago nella serie)
Partita da giocarsi le coronarie, quella vinta dai Giants dopo 13 inning di autentico spettacolo. San Francisco rimane aggrappata con le unghie e coi denti a questi playoff, raschiando il fondo del barile della propria classe e della propria esperienza. Partita dai mille risvolti, con il duello tra superstar vinto nettamente da Arrieta contro Bumgarner non solo sul mound ma anche nel box, visto che il pitcher dei Cubs si toglie perfino la soddisfazione di sparare in faccia al rivale un fuoricampo da tre punti nel terzo inning. Ma c’è anche il duello dei bullpen, con due salvezze mancate prima da Chapman per i Cubs e poi, clamorosamente, da Romo per i Giants, i quali si ritroveranno però con un grande Blach in chiusura, mentre Montgomery (forse tenuto troppo in campo da Maddon) subirà il punto della sconfitta. Insomma, una partita da segnare in rosso sui libri del baseball.
Il primo vantaggio è dei Cubs, che al secondo attacco volano 3-0 con il sorprendente home run di Arrieta che porta a casa anche Russell e Baez. Span è un prezioso ed esperto leadoff e guida la paziente rincorsa dei padroni di casa: suo è il punto dell’1-3, battuto a casa da Posey nel terzo, e sempre suo quello del 2-3, su sac fly di Brandon Belt nel quinto. Dopo un paio di inning di relativa quiete, la partita esplode nuovamente nell’ottavo inning, quando i Giants mettono a segno un clamoroso sorpasso con un attacco da tre punti contro il closer dei Cubs Chapman: prima un triplo di Gillaspie manda a punto Belt e Posey, poi è Gillaspie stesso a segnare su un singolo al centro di Crawford. I Cubs hanno un solo attacco per recuperare dal 3-5 e, incredibilmente, ci riescono, grazie al fuoricampo da due punti Kris Bryant contro Sergio Romo. Cinque pari, si va ai supplementari.
Nei primi tre extra inning succede poco o nulla, giusto un paio di singoli di Panik e Pence, troppo poco per segnare. Il tredicesimo è invece adrenalina pura. Attaccano i Cubs: con un out battono valido sia Baez che Contreras, ma Ross, appena subentrato come pinch-hitter, batte in doppio gioco e la catena 6-4-3 dei Giants chiude la parte alta dell’inning. È il turno di San Francisco, e due doppi consecutivi mandano a punto Crawford, battuto a casa da Joe Panik, per una vittoria da togliere il fiato. Stanotte l’attesissima gara 4: se vincono i Cubs finisce qui, altrimenti si torna a Chicago per la bella.
#2 WASHINGTON NATIONALS – LOS ANGELES DODGERS: 5-2 (1-1 nella serie)
In vantaggio di una partita e di due punti a zero nella seconda (grazie al fuoricampo di Seager, ancora nel primo inning come in gara 1), i Dodgers riescono nell’impresa a rovescio di buttare via tre situazioni consecutive con basi cariche e un out. Uno 0 su 5 con basi piene, con due k e due eliminazioni in fotocopia di Chase Utley, non poteva passare impunito per gli dei del baseball, che infatti attendono la parte bassa del quarto inning per iniziare a vendicarsi delle occasioni buttate da L.A.; ci pensa Lobaton, infatti, con un home run da tre punti a ribaltare il punteggio. Nel quinto i Dodgers sprecano l’ultimo sprecabile, poi c’è solo Washington in campo: Murphy porta a casa sia il 4-2 nel quinto che il 5-2 nel settimo, chiudendo la gara con un sontuoso 3 su 3 in battuta con 2 rbi. Per L.A. addirittura 12 uomini lasciati in base, sperando di non doversene pentire in futuro.
#3 LOS ANGELES DODGERS – WASHINGTON NATIONALS: 3-8 (2-1 Washington nella serie)
I Dodgers partono forte con il solito Corey Seager, che dopo gli home run d’apertura in gara 1 e 2, stavolta piazza “solo” un doppio nel primo inning, mandando a punto Justin Turner. La rimonta dei Nationals arriva in un terzo inning da incubo per il partente giapponese dei Dodgers, Kerita Maeda, che subisce dapprima il pareggio per mano di Werth, che fa segnare Trea Turner, e poi il sorpasso con il fuoricampo da due punti di Rendon. Il 4-1 è un brutto colpo per L.A., che fatica a riaccendersi in attacco ma trova due punti provvidenziali nel quinto, grazie alla fiammata di Carlos Ruiz con un homer. Il 4-3 meriterebbe ben altro che un paio di valide in tre inning da parte dei Dodgers, ma i Nationals decidono comunque di mettere al sicuro il risultato segnando altri quattro punti nel nono inning e passando a condurre nella serie. Stanotte si replica a Los Angeles, con i Dodgers obbligati a vincere per sperare nella bella a Washington.