Avevamo sottolineato la sua assenza dai tabellini di questi playoff, ma lo avevamo anche giustificato per la giovane età e la relativa inesperienza a questi livelli. Avevamo ricordato come dovessero essere altri, i veterani, a suonare la carica degli Yankees, per poi magari portarsi dietro i giovani come Judge e Sanchez. Beh, sono bastate due notti allo Yankee Stadium per far accadere tutto questo, con Frazier e Sabathia a smuovere le coscienze e il numero 99 ad accendere i cuori di un popolo che aspettava da otto anni (un’eternità per gli Yankees) una post season così. Che si vinca o si perda con gli Astros, New York è viva, ed è pronta a riprendersi il posto che le compete nel baseball. Intanto, ha pareggiato questa serie sul 2-2, in attesa della fondamentale partita di stanotte e prima di tornare a Houston, dove si chiuderanno in un senso o nell’altro i giochi.
Gara 3 non ha praticamente avuto storia, troppo in palla C.C. Sabathia sul mound e troppo determinato il lineup per lasciare spazio a qualsiasi replica degli Astros, con il malcapitato Morton travolto dopo soli 3 inning e due terzi. I fuochi d’artificio si accendono già nel secondo inning: Castro va in base colpito, singolo di Hicks e home run da tre punti di Frazier, 3-0 Yankees. Houston abbozza una reazione nell’attacco seguente, ad inizio terzo, quando Sabathia concede due walk e un singolo, ma si è già sui due out, quindi basta una facile presa al volo di Gregorius su Correa per rimettere tutto a posto. Nel quarto la partita si chiude virtualmente, grazie a un attacco da 5 punti degli Yankees, culminato nel colossale fuoricampo da tre punti di Judge (contro Harris), che manda a casa anche Headley (finalmente una valida da dh dopo 28 turni bianchi!) e Gardner nel delirio dell’intero stadio, che aspettava la zampata del gigante buono come una liberazione. Sull’8-0 New York controlla con il bullpen fino alla fine, concedendo agli ospiti solo il punto della bandiera.
Gara 4, invece, è stata un romanzo. Tenuta sullo 0-0 dalle ottime prestazioni di entrambi i partenti, Gray e McCullers jr., la partita è letteralmente esplosa nel sesto inning, quando gli errori dei padroni di casa (due walk di Gray e Robertson e un’interferenza di Romine) hanno aiutato gli Astros a segnare tre punti in un solo attacco, spinti a casa da uno splendido doppio di Gurriel. Dopo un attacco bianco degli Yankees, gli Astros allungano ancora grazie a una clamorosa indecisione difensiva di Castro (il secondo errore della sua pessima serata), che consente a Gonzalez di volare a punto dalla seconda base. La difesa chiude un doppio gioco su Springer e McCann, ma il danno ormai è fatto: 4-0 Astros.
A riaccendere la luce sullo Yankee Stadium ci pensa Aaron Judge, leadoff del settimo attacco, che spara un’altra battuta oltre il muro; è un solo homer, cioè vale un solo punto, ma ha davvero il potere di cambiare volto alla partita. Subito dopo arriva un triplo di Greorius, mandato poi a punto dalla volata di sacrificio di Sanchez. Bird prende una walk e arriva fino in seconda su una scelta-difesa, ma Castro e Hicks vanno out. 2-4, Yankees sempre dietro ma ora l’aria è cambiata. L’ottavo attacco degli Astros è impalpabile, con tre out veloci per mano di Chad Green, ed in pochi minuti New York torna in battuta, riprendendo a martellare senza tregua il bullpen di Houston, ormai in balia degli avversari al punto da cambiare tre pitcher in un inning (Musgrove, Giles e Gregerson). Singolo in apertura di Frazier, doppio di Headley, doppio di Judge, singolo di Gregorius e ancora un doppio di Sanchez: cinque valide per quattro punti che valgono il sorpasso (6-4) e lo spettacolo di uno stadio impazzito di gioia nel veder concretizzarsi una rimonta disperata quanto importante. Per l’ultimo attacco di Houston spazio a Chapman sul monte, che con due k e un facile flyout chiude la questione.
Stanotte, come dicevamo, si gioca gara 5, l’ultima nel Bronx. Quasi superfluo sottolinearne l’importanza capitale; non è definitiva (la serie è al meglio delle 7 partite), ma consentirà alla vincente di avere due matchball consecutivi, potendo permettersi di perdere gara 6 senza troppe lacrime. Ma gli ultimi due atti di questa storia andranno in scena a Houston, quindi New York ha l’imperativo di prendersi anche gara 5, se non vuole vedersi costretta a vincere due volte fuori, dove ha un rendimento inferiore rispetto alle mura amiche.