Tutto da rifare nella finale di American League, con gli Astros che vincono nettamente anche gara 4 e riportano la serie in parità. Nella National, i Phillies arrivano a un passo dal tris ma all’ultimo inning la spuntano i Diamondbacks.

AMERICAN LEAGUE CHAMPIONSHIP SERIES
Houston Astros – Texas Rangers: 2-2 (0-2, 4-5, 8-5, 10-3)
Per le leggi misteriose che regolano questo sport, lo stesso attacco che nelle prime due partite aveva segnato la miseria di 4 punti, 48 ore dopo ne mette a referto 18 nei due match successivi, riaprendo una serie che sembrava compromessa e zittendo tutti i de profundis già intonati dai più. Stiamo naturalmente parlando degli Houston Astros, che in gara 4 vincono 10-3 sui Rangers, rimettendo tutto in discussione già da stanotte, con gara 5 in programma ancora ad Arlington. Il match è stato in equilibrio solo nel primo terzo di gara, seppur con Houston mai costretta a rincorrere. Gli Astros partono subito a mille, con quattro valide consecutive dei primi quattro battitori del match (Altuve, Dubon, Bregman con un triplo e Alvarez), che porteranno tre punti e la sostituzione del partente Havey dopo soli due terzi di ripresa. I Rangers però non mollano, e in due attacchi pareggiano, con due punti nel secondo (solo homer di Garcia e volata di sacrificio di Jung che porta a casa Garver) e il solo homer di Seager nel terzo. Ma l’equilibrio regge poco, perché nel quarto Houston sfodera un attacco da 4 punti (Maldonado più un hr da 3 punti di Abreu) che demolisce sia Dunning che Bradford e, soprattutto, che affossa il morale di tutta la squadra di casa. Forte del netto vantaggio, il bullpen degli Astros inizia a macinare out (davvero pregevoli le 3 riprese lanciate da Brown), e l’attacco arrotonda la serata con ulteriori due segnature, fino al 10-3 finale.
NATIONAL LEAGUE CHAMPIONSHIP SERIES
Philadelphia Phillies – Arizona Diamondbacks: 2-1 (5-3, 10-0, 1-2)
Giunta al suo terzo atto, questa serie decide finalmente di regalarci emozioni, e lo fa con una partita d’altri tempi, con soli tre punti segnati e senza home run. Ma prim’ancora di parlare del match, questa gara 3 ci regala la conferma di un nuovo “leone da playoff”, ovvero Brandon Pfaadt, partente di Arizona, che diventa il primo pitcher della storia capace di non concedere né punti né walk nelle prime due uscite della sua carriera nei playoff. Una prestazione praticamente perfetta la sua (5.2 ip, 2 valide e 9 k), che fa il paio con quella di gara 3 contro i Dodgers e che ha fatto piovere qualche fischio dalle tribune verso il manager Tovullo al momento del cambio, forse deciso troppo presto, dopo neppure sei inning lanciati e soli 70 lanci. Veniamo quindi alla partita, che nei primi cinque inning scorre via veloce, con due doppi senza conseguenze di Marsh e Marte, e con i due partenti, il succitato Pfaadt e Suarez, decisamente dominanti. Nella parte bassa del sesto i D’Backs piazzano Marte in terza con un out, ma sale in pedana Hoffman e chiude con un k su Moreno e un groundout su Walker. Ad inizio settimo lo stallo si sblocca quando Thompson, subentrato a Saalfrank, lascia partire un wild pitch su cui nulla può il suo catcher, con Harper che dalla terza segna l’1-0 Phillies. Nella parte bassa dello stesso inning Arizona replica subito, grazie al doppio di Gurriel (su Kerkering) che manda a casa Thomas per l’1-1. E si arriva così al gran finale, con Philly che nella parte alta del nono riesce a spingere Harper in seconda ma con due out, e Bohm finisce k contro Sewald. Ultimo attacco Arizona per scongiurare gli extra inning: con Kimbrel sul mound, i D’Backs si ritrovano poco dopo con gli uomini agli angoli e zero out, ma non riescono a segnare sulla battuta di Rivera perché Turner è lucidissimo ad eliminare Gurriel a casa tirando su Realmuto anziché farsi ingolosire dal doppio gioco. La walk su Perdomo riempie le basi con un out, e qui è ancora il leadoff Marte a mettere a segno la valida (due doppi e un singolo per lui) che chiude gara 3. Stanotte si torna in campo, sempre ad Arlington, per gara 4.