Gli Astros crollano ancora in casa: i Rangers dominano anche gara 7 e volano alle World Series, con un’altra super prestazione di Adonis Garcia. Finirà a gara 7, stanotte, anche la finale di National, dopo il colpo esterno di Arizona, vittoriosa in gara 6 a Philadelphia.

AMERICAN LEAGUE CHAMPIONSHIP SERIES
Houston Astros – Texas Rangers: 3-4 (0-2, 4-5, 8-5, 10-3, 5-4, 2-9, 4-11)
Si chiude davvero amaramente la stagione degli Houston Astros, campioni uscenti, costretti ad abdicare al termine di un’incredibile serie finale di American League, in cui il fattore campo è stato in realtà un “controfattore”, visto che tutte le sette partite sono andate alla squadra ospite. Ma Dusty Baker (che ha annunciato il suo ritiro) è stato costretto ad abdicare soprattutto da un pitching staff, sia starters che bullpen, che nelle ultime due partite è crollato miseramente, concedendo ben 20 punti, un’enormità a questi livelli, e scavando un divario che l’attacco non poteva colmare. E dire che, anche in gara 7, Scherzer ha deluso, lasciando il mound dei Rangers dopo sole 3.2 riprese e due punti incassati, ma Javier, partente degli Astros, è riuscito a far peggio, costringendo il suo manager a toglierlo ancor prima che finisse il primo inning, visto che aveva già incassato tre punti. A proposito di manager, si conferma imbattibile in gara 7 Bruce Bochy, che gestisce meravigliosamente il bullpen (sfruttando anche il partente Montgomery per chiudere un complicato terzo inning) e che in attacco sfrutta il momento d’oro di Adonis Garcia, 4 su 5 con 2 hr, che chiuderà la serie con il record assoluto di 15 punti battuti a casa.
Gara 7 si apre subito con i fuochi d’artificio: solo homer di Seager, poi walk a Carter che ruba la seconda e infine vola a casa sul singolo di Garcia. Javier è già in crisi, concede un doppio a Garver (Garcia segna il 3-0), poi ancora un singolo a Heim; il match del partente degli Astros finisce già qui, e deve pensarci Maton a chiudere l’inning con due k su Lowe e Jung. L’attacco di Houston reagisce subito, con un doppio di Altuve, che segna poi l’1-3 sul singolo di Abreu. Nel terzo assistiamo a due solo homer, prima di Garcia, poi di Bregman, per il 2-4, ma la partita esplode nel quarto inning, con France sul mound, quando Texas mette a segno i 4 punti che scavano il solco definitivo (2-8): Jung e Semien su doppio di Carter e ovviamente ancora Garcia, con un hr da due punti. Solco che si allarga ulteriormente nel sesto, con Lowe che colpisce un altro hr da due punti contro Abreu per il 2-10. Il match cala d’intensità, resta solo il tempo di altro solo homer di Garcia e di quello, malinconico, di Altuve nell’ultimo attacco, prima che abbia inizio la festa dei Rangers.
NATIONAL LEAGUE CHAMPIONSHIP SERIES
Philadelphia Phillies – Arizona Diamondbacks: 3-3 (5-3, 10-0, 1-2, 5-6, 6-1, 1-5)
Non sono bastate le mura casalinghe e la presenza di Aaron Nola sul mound per chiudere la finale di National in gara 6 e riportare i Phillies alle World Series. Il partente di casa ha sostanzialmente deluso, uscendo dopo 4.1 riprese con già quattro punti sul groppone, mentre il suo omologo, Kelly, si è reso protagonista di una partita di spessore e saggezza, con le due walk mascherate a Schwarber e Harper nel primo inning, durata cinque inning con un solo punto concesso. Peccato solo per il battibecco con il suo manager, al momento della sostituzione, scena davvero fuori luogo in un momento così importante. Ai D’Backs ha fatto davvero bene il giorno di riposo dopo gara 5, per ritrovare continuità in attacco con tutto il lineup e serenità in difesa, senza errori. L’attacco di Arizona si sblocca già al secondo inning, con due solo homer di fila, con Pham e Gurriel, e con Thomas, che dopo la walk viene battuto a casa dal doppio di Longoria per uno 0-3 che ammutolisce lo stadio. I Phillies reagiscono subito, con Realmuto che piazza un doppio da leadoff e Marsh, con un altro doppio, che lo manda a casa per l’1-3 che riaccende il match. L’attacco dei Phillies, però, non trova continuità, mentre quello di Arizona scava lentamente, ma inesorabilmente, la differenza che vale la partita: nel quinto arriva l’1-4 di Carroll su triplo di Marte, nel settimo è Perdomo a segnare, dopo una sontuosa rubata, su un’altra valida di Marte (risollevatosi alla grande dopo la brutta prestazione di gara 6). I Phillies? Non pervenuti, con l’impressione che negli ultimi inning fossero già con la testa alla gara 7 di stanotte. La bella senza domani, in cui Arizona affiderà le proprio sorti al giovane talento Pfaadt, protagonista finora di una straordinaria post season, mentre per Philly sarà la volta di Suarez, uscito battuto (ma non per sue colpe) nell’ultimo confronto diretto di gara 3.