Arizona vince in trasferta anche gara 7, rimontando un punto di svantaggio, e si qualifica così per le World Series, dove affronterà i Texas Rangers. Per i Phillies sfuma alla bella il sogno di tornare al titolo; a fare la differenza è stato soprattutto il bullpen di Arizona e il calo di rendimento di Schwarber e Harper allo sprint finale.

NATIONAL LEAGUE CHAMPIONSHIP SERIES
Philadelphia Phillies – Arizona Diamondbacks: 3-4 (5-3, 10-0, 1-2, 5-6, 6-1, 1-5, 2-4)
Una serie che ci ha regalato diverse belle partite, meritava di chiudersi con una partita altrettanto bella, densa di gioco e di potenziali sliding doors in cui il corso degli eventi sarebbe potuto cambiare. Alla fine, però, la portano a casa gli Arizona Diamondbacks, che ci hanno creduto di più, che si sono dimostrati più incrollabilmente tenaci; poche squadre si sarebbero risollevate dopo le due scoppole prese nei primi due match, con un parziale di 15-3, poche ci avrebbero ancora creduto dopo il 6-1 di gara 5 che aveva lanciato i Phillies avanti 3-2 nella serie con gara 6 da giocare in casa. E invece la grinta di questi travolgenti D’Backs li ha portati a cogliere due vittorie leggendarie a Philadelphia, dominando gara 6 ed uscendo vincitori da un lungo braccio di ferro in gara 7. Benissimo il mound di Arizona, con Pfaadt glaciale anche nei momenti di tempesta e un bullpen che, soprattutto con Thompson, Ginkel e Sewald, ha dominato la cieca furia del lineup dei Phillies, limitato a sole cinque valide nel match. L’attacco dei D’Backs ne ha messe invece a segno 11 di valide, senza home run ma costruendo un gioco fatto di bunt, rubate (4) e battute agli angoli che alla lunga ha pagato di più. E anche nella serata storta di Marte nel box (1 su 5, con 4 k), ci pensano i suoi compagni a spingere Arizona alle World Series: Carroll 3 su 4 con 2 punti e 2 rbi, Moreno e Gurriel 2 su 4, Perdomo 2 su 3. I Phillies, invece, nella serata più importante non trovano affidabilità sul mound (sono costretti a ricorrere a Wheeler) né continuità e potenza in attacco, dove a deludere sono soprattutto i primi tre del lineup, Schwarber, Turner e Harper. Per darvi un raffronto numerico della differenza di rendimento dei primi battitori in gara 7, basta un semplice dato: 6 su 11 per i D’Backs (Marte, Carroll e Moreno) contro un misero 1 su 11 dei suddetti Phillies. Con questi numeri non si va da nessuna parte, tantomeno alle World Series.
L’attacco dei D’Backs parte subito forte, con due valide consecutive di Carroll e Moreno, ma quella decisiva (e piuttosto fortunata) è quella di Walker, che rompe la mazza con la palla che resta corta davanti a Bohm, consentendo a Carroll di segnare lo 0-1. Il pareggio dei Phillies arriva nel secondo, grazie ad un solo homer di Bohm che vale l’1-1. Nel terzo Philly va vicina al sorpasso, quando porta Marsh in seconda con un bunt di sacrificio di Rojas, ma con un solo out Schwarber va k e Turner batte per un facile groundout. I Phillies però insistono e nel quarto mettono davvero la testa avanti, grazie al 2-1 siglato da Bohm (in base su walk) dopo un doppio di Stott; il bottino dell’inning sarebbe potuto essere ancor più consistente dopo la walk presa da Marsh, ma Rojas prende un k a basi piene. Nel quinto Sanchez viene travolto e il match cambia nuovamente padrone: Rivera piazza un singolo da leadoff, poi guadagna la seconda su bunt di sacrificio di Perdomo e infine vola a casa sul singolo di Carroll (2-2). Sale in pedana Hoffman ma Carroll ruba la seconda e poi segna il punto del sorpasso sfruttando una battuta di Moreno che si fa intrappolare tra prima e seconda. Nel quinto, con Mantiply sul mound al posto di Pfaadt, arriva l’unico squillo della serata di Kyle Schwarber, che batte un doppio da leadoff, ma Turner batte in groundout, Harper in flyout e, dopo l’ingresso di Thompson, anche Bohm cade in una facile volata. Nel settimo Alvarado ha un pessimo ingresso dal bullpen e concede l’allungo definitivo ai D’Backs, con Perdomo che vola a casa sulla volata di sacrificio di Carroll per il 2-4; Philly è costretta a mettere sul mound Wheeler, alla prima presenza da rilievo della sua carriera, e l’asso non delude, chiudendo l’inning e gestendo bene l’attacco avversario fino a metà del nono. Ma la stalla è ormai vuota, come suol dirsi, e con il bullpen di Arizona che non concede più nulla, tra Thompson, Ginkel e Sewald, si arriva ben presto all’out finale, flyball di Cave su Carroll, che scatena la festa dei D’Backs. Appuntamento dal 28 ottobre per le World Series.