Ci sono occasioni davvero strane nella vita, in cui ciò che sembra scontato non coincide con la realtà che ti aspetti. Situazioni in cui il fatidico due più due non dà come risultato quattro. Circostanze in cui è il più piccolo dei valori, in realtà, ad essere il maggiore. Questa è stata Gara 1 delle NBA Finals 2015, dove l’ha fatta da padrone la regola “a volte il 26 vale molto più del 44”. LeBron James totalizza la somma stratosferica di 44 punti, ma non basta per decretare il successo dei Cavs, che si vedono obbligati a deporre le armi dinnanzi alla corazzata degli Warriors, condotti valorosamente dall’impavido Generale Stephen Curry (26 punti, nella foto).
Inizio ufficiale delle scaramucce: 4 giugno (ore 03:00 italiane) in casa dei Cavaliers (le 21:00 americane). Tempi regolamentari non sufficienti per definire il vincitore del primo duello (si è dovuto ricorrere ad un overtime ). Punteggio conclusivo: 108-100 per Golden State.
Dovevano esserci emozioni al cardiopalma e ci si aspettava uno spettacolo allo stato puro. Così è stato! Nessuno è rimasto deluso nella traboccante e rumorosa Oracle Arena di Oakland, dove gli Warriors, da abili interpreti di battaglie, hanno saputo attendere per poi colpire (al momento opportuno), lasciando la compagine cavalleresca sanguinante, per terra, in fin di vita. I padroni di casa hanno recuperato uno svantaggio iniziale di 14 punti e, dopo aver rischiato di esser addirittura battuti a fine partita, hanno dominato l’overtime. James e Shumpert infrangono sul ferro i tentativi di vittoria nel finale di tempo regolamentare, così nel supplementare gli Warriors tirano un sospiro di sollievo, mostrano muscoli, usano la testa e dispiegano le ali. Golden State ha mantenuto il vantaggio del fattore campo, grazie a un’ottima resistenza che ha consentito alla squadra di coach Kerr di recuperare la salita iniziale.
La partenza è lenta, come da manuale. Le squadre sono ferme da circa 10 giorni e nelle gambe riecheggiano ancora le fatiche delle finali di Conference. I primi a schiarirsi la voce sono i Cavs: salgono in cattedra e mantengono un discreto vantaggio per tutto il primo quarto. Trovano velocemente il canestro da fuori, prima con il Prescelto e poi con JR Smith, allungandosi fino al 26-13. I rimbalzi, almeno i primi a manifestarsi, sono proprietà esclusiva di Cleveland, che mette il sigillo alla prima fazione di gioco con un interessante +10 (29-19). Bisogna attendere il richiamo imperioso della panchina di Golden State per riaprire i giochi: Barbosa, Iguodala e Speights fanno capire da subito che venderanno cara la pelle. I Cavs tentano di arginare la tattica vincente degli avversari, ma appaiono leggermente confusi e poco precisi, dimenticandosi quel gioco interno su cui avevano edificato la loro promettente partenza. Gara 1 assume un’altra faccia nel momento in cui Curry cerca e trova il fondo della retina, mettendosi a dare spettacolo, portando i Warriors a +5. Solo due triple dagli angoli di Shumpert evitano un parziale pesante. Quella di JR Smith sulla sirena manda al riposo i Cavs sopra di 3 (48-51) con 19 punti di LeBron e 14 dell’mvp.
Nel terzo quarto il vero protagonista è l’equilibrio che regna su ogni cosa, animata e inanimata dell’Arena, con LeBron che continua a macinare punti ad un ritmo forsennato (è a quota 30 punti ma il bottino è destinato ad aumentare). Golden State non ci sta e di certo non vuole svolgere una funzione passiva, da carta da parati, ed organizza un bel gioco con schiacciata sul finale del quarto che inchioda perfettamente il match sul 73-73. LeBron a questo punto regala la prima vera spallata alla partita, infilando 6 punti consecutivi per i Cavs. Thompson risponde per le rime con 5 punti consecutivi. Ultimi minuti. Ancora equilibrio. Curry mostra i denti, Mozgov è implacabile dalla lunetta e impatta nuovamente a 30″ dal termine. Irinvg stoppa Curry ma i tentativi di LeBron e Shumpert si spengono sul ferro ed è overtime. La stanchezza trionfa nel supplementare e Curry dalla lunetta coglie un 4/4 di rara importanza. La tripla di Barnes sancisce il gioco-partita-incontro di una gara tiratissima.
Sia chiaro, i Warriors non hanno dimostrato quella pallacanestro frizzante degli ultimi tempi. Vanno spesso in apnea e quasi sempre sotto ritmo, ma hanno avuto il merito e la costanza di rimanere attaccati all’incontro per poi dare la sterzata decisiva nel tempo supplementare. Nel momento più delicato è un Curry da 26 punti e 8 assist a prendere per mano la marea gialla.
L’immagine più brutta di questa prima gara per i Cleveland Cavaliers è il furioso ritorno di Irving negli spogliatoi durante i supplementari: andatura claudicante, sguardo nervoso, rabbia pronta a travolgere ogni cosa. Il primo incontro tra Golden State Warriors e Cleveland Cavaliers ha dimostrato una cosa importantissima che vale la pena sottolineare: anche se eccezionale, LeBron James non può vincere da solo.
IL TABELLINO:
CAVS:
LeBron James 44, Irving 23, Mozgov 16.
WARRIORS:
Curry 26, Thompson 21, Iguodala 15, Green 12, Barnes 11.