NBA playoff 2016: la lunga corsa verso le Finals

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NBA playoffs 2016Il 16 Aprile scorso l’attesissimo sipario a stelle e strisce si è alzato sul rocambolesco e schizofrenico mondo della NBA. Per chi ancora non lo sapesse, o si fosse involontariamente distratto, siamo tutti invitati a partecipare a quasi due mesi di adrenalina pura, dove tutto e il contrario di tutto potrà accadere da una settimana all’altra, da una partita all’altra, da un minuto all’altro. La parata delle Stelle si chiuderà a partire dal 2 giugno, fatidico giorno che darà il via alla serie delle Finals 2016 tra i due team che avranno saputo interpretare, più di chiunque altro, il miglior gioco sia sul campo e sia sulle lavagne strategiche dei propri headcoach.

Il format a cui assisteremo sarà esattamente quello della precedente edizione. Non ci sarà il rischio di incappare in modifiche dell’ultimo secondo o new rules della stagione corrente (sappiamo quanto gli americani amino sviluppare innovazioni). Dalla regular season si sono distinte 16 squadre (primo turno dei Playoffs) che, girovagando tra numerosi Stati e pittoresche Arene, hanno dettato la propria legge e imposto il proprio credo sui diretti avversari: 8 collettivi per ciascuna Conference (Eastern e Western) ottenuti considerando le squadre vincenti (primo posto) di ciascuna Division (3 per Conference), più la migliore seconda e infine le 4 migliori classificate. Tutte le partite sono disputate al meglio dei 7 incontri mentre il fattore campo viene riconosciuto a quei team che hanno agguantato una “best position” durante tutto l’inverno (gara 1, 2, 5 ed eventualmente 7).

WESTERN CONFERENCE
Golden State Warriors, detentori del titolo di Campioni della passata stagione nonché squadra dei record di quest’anno (eguagliando e superando la stratosferica stagione dei Bulls di Jordan, Pippen e Rodman), come un rullo compressore hanno schiacciato i tenaci Houston Rockets con un sonoro 4-1, laureandosi “cum lode” alla Semifinale di Conference. Ad attenderli al varco, pronti a vendere cara la pelle, i Portland Blazers forti di una serie più che positiva contro i Los Angeles Clippers (perdendo i primi due scontri diretti ma vincendo, ininterrottamente e in alcuni casi di stretta misura, le rimanenti gare disponibili). Al momento i Guerrieri hanno messo un’ottima ipoteca sul loro futuro, suggellando un secco 2-0 contro i potenziali usurpatori al titolo.

Non è da meno lo scontro infuocato della seconda semifinale della Western Conference che vede confrontarsi tra ruggiti, urla e spasmi muscolari gli Oklahoma Thunders contro i coriacei San Antonio Spurs (1-2). I primi sono arrivati a disputarsi la semifinale attraverso un consistente 4-1 sui Dallas Mavericks mentre gli Spurs hanno saputo fare addirittura meglio, fracassando le ossa dei muscolosi Orsi di Memphis (4-0). “No mercy and go ahead” hanno commentato ripetutamente i tifosi texani all’uscita del FedExForum di Memphis (dove si è consumato l’ultimo sprint della cavalcata trionfale della squadra di San Antonio, 116-95).

EASTERN CONFERENCE
I Pistons ce l’hanno messa tutta per impensierire i vice-campioni in carica, i Cleveland Cavaliers, senza però centrare il loro obiettivo. Sua Maestà Le Bron James ha issato lo stendardo della vittoria dopo le prime quattro gare consecutive portate a casa con coraggio, determinazione e forza fisica (106-101; 107-90; 101-91; 100-98). Di Ditroit resta tutta la simpatia che una squadra del genere è riuscita a racimolare confrontandosi contro un tornado di proporzioni bibliche! In questi giorni, con estrema concentrazione, i Cavalieri stanno vivendo le luci della ribalta della Semifinale di Conference contro gli Atlanta Hawks (2-0). Questi hanno superato, non senza difficoltà, i sempreverdi Boston Celtics: gara 1 vinta per un solo punto di scarto; gara 2 con un punteggio di 89-72; poi il colpo di reni dei Celtics, portando a casa gara 3 e gara 4 (111-103 e 104-95); infine chiusura dei giochi con le ultime due gare a netto appannaggio di Atlanta (campioni di questo primo turno di playoff dinnanzi ad un delusissimo pubblico di Boston che ha continuato a sperare fino alla fine).

Miami Heat vs Toronto Raptors: il secondo “clash of titans” della Eastern Conference (1-0). Miami ha dovuto sudare le proverbiali sette camice per avere la meglio contro degli Hornets in strepitosa forma, sia mentale e sia fisica, attraverso un sanguinoso 4-3. Identica sorte, neanche a farlo apposta, è toccata ai Raptors di Toronto (4-3): gli Indiana Pacers si sono dimostrati un osso molto duro, iniziando ad avanzare pretese arcigne ed arroganti fin da gara 1, distaccando gli avversari di 10 punti (100-90). A seguire, la Dea dell’alternanza ha saputo dare sfoggio delle sue innate doti di sorpresa e casualità, lasciando primeggiare, di gara in gara, prima una e poi l’altra formazione, fino al conclusivo epilogo che ha posto lo scettro del comando tra le mani dei Raptors (che, nelle prossime ore, si apprestano a giocare gara 3, dopo aver perso la prima e vinta la seconda contro i Miami Heat,).

A questo punto azzardare una previsione appare doveroso oltre che legittimo. La parte di me che osanna lo spettacolo e conduce continui sacrifici sull’altare dell’imprevedibilità, gradirebbe la presenza di tuoni roboanti e grida animalesche lungo l’irta salita all’Olimpo delle Finals (Raptors vs Thunders). Mi rendo conto, però, che sarebbe folle non considerare la qualità eccelsa di alcune squadre, come i Cavaliers e prima ancora i Warriors. Restando con i piedi ben ancorati al suolo e interpretando le statistiche correttamente, la ragione mi obbliga a formulare un’ipotesi monotona perché legata a quanto già visto lo scorso anno: credo proprio che audaci Cavalieri, protetti da scintillanti armature cromate, scenderanno in regolar tenzone contro indomiti Guerrieri, famelici e impertinenti come solo i grandi eroi sanno essere!

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Francesco Pumpo

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