Raramente una giornata d’inizio campionato riserva così tanti finali palpitanti come questa terza della NFL; il verdetto principale, alla fine, è che solo Atlanta Falcons e Kansas City Chiefs sono ancora imbattute, visto che Ravens, Raiders, Broncos, Panthers e Steelers sono tutti caduti, in qualche caso anche piuttosto bruscamente. Due partite si sono concluse in overtime, un’altra con un field goal all’ultimo secondo e un’altra ancora addirittura con una chiamata rovesciata dall’official review che ha ribaltato il risultato. Roba da cuori forti, insomma.
In ordine cronologico, dopo un patetico anticipo vinto dai Rams sui 49ers per 41-39 (difese rimaste negli spogliatoi, evidentemente), abbiamo assistito alla batosta subita dai Ravens a Jacksonville, un 44-7 su cui c’è solo da raccontare dei 4 td segnati da Bortles contro i 2 intercetti lanciati da Flacco. Partita a due facce, invece, a Philadelphia, con gli Eagles avanti 14-0 all’intervallo che si fanno poi rimontare dai Giants per poi vincere 27-24 con i 3 punti decisivi segnati all’ultimo secondo con un bel field goal.
I Denver Broncos cedono abbastanza nettamente, 26-16, a Buffalo, con una partita macchiata dal bruttissimo gesto antisportivo di Von Miller, che tende la mano al qb avversario, Taylor, per aiutarlo a rialzarsi e poi la toglie improvvisamente, venendo punito più che meritatamente dagli arbitri (e probabilmente anche dalla NFL). I Panthers confermano le perplessità seguite alle loro due prime vittorie, cedendo di schianto al primo ostacolo degno, i New Orleans Saints, che li strapazzano in casa per 34-13. Vittoria preziosa, invece, quella casalinga dei Vikings su Tampa Bay, soprattutto perché ottenuta ancora senza Bradford, il qb titolare, ormai prossimo al rientro.
Dei Pittsburgh Steelers insolitamente fiacchi in difesa e asfittici in attacco cadono ai supplementari a Chicago, una sconfitta su un campo teoricamente facile che potrebbe costar loro cara al tirar dei conti per i playoff. Vincono faticando più del dovuto i Patriots, che ospitavano i modesti Texans. I campioni in carica, sotto per 28-33 fino a 23″ dalla fine, si sono dovuti aggrappare al loro solito santo protettore, Tom Brady, autore del fantastico td pass che ha regalato loro la vittoria sul filo di lana. Splendido successo casalingo anche dei Tennessee Titans, capaci di battere di misura i Seattle Seahawks, anche loro aggrappati al loro faro Russell Wilson, autore di una partita monumentale (373 yard e 4 td) che non è però bastata di fronte alla bella prova collettiva dell’attacco dei Titans, che ha messo a nudo alcune crepe (soprattutto d’età) della difesa di Seattle.
Magia del santo protettore anche nel supplementare di Green Bay, dove Aaron Rodgers crea le premesse per il field goal decisivo completando un passaggio in campo aperto dopo essere sfuggito alla pressione della linea avversaria. QB protagonista anche a Washington, dove Kirk Cousins si esalta con 365 yard lanciate e 3 touchdown, stravincendo lo scontro indiretto con il suo omologo Carr. Il nostro Tavecchio è stato perfetto anche stavolta, ma i suoi calci non sono bastati a compensare la giornata storta dei suoi compagni. Vittoria netta sui Chargers degli imbattuti Chiefs, trascinati dall’ormai solito, incontenibile Hunt, che corre 172 yard con la perla di un td solitario di 69. Prezioso successo esterno anche quello dei Cowboys, chiamati a risollevarsi dopo la scoppola rimediata a Denver sette giorni prima: missione compiuta per 28-17 con una partita concreta, senza grandi numeri delle sue stelle, Prescott e Elliott, brave però ad accendersi nel secondo tempo con alcune giocate sensazionali, soprattutto del qb, autore di un td in tuffo da intrepido running back.
E chiudiamo con l’incredibile Detroit-Atlanta. I Falcons partono benissimo, volano sul 10-0, poi sul 17-3, con i Lions alle corde tenuti in partita solo grazie alla straordinaria potenza del loro kicker, Matt Prater, che realizza prima da 55 e poi da 57 yard. A spezzare un risultato che sembra già scritto arriva la difesa di Detroit, che dal secondo periodo in poi intercetta per ben tre volte Matt Ryan, regalando al suo attacco punti facili. I Falcons e il loro qb hanno il merito di non scomporsi più di tanto, continuando comunque a condurre fino al 30-23, limato poi a 30-26 dal solito Prater. I quattro punti di distacco impongono ai Lions la segnatura piena, e Matthew Stafford, maestro di rimonte, confeziona un ultimo drive coi fiocchi, dapprima frustrato da due flag avverse e poi aiutato da altrettanti falli a carico della difesa di Atlanta. Detroit è senza timeout, ma arriva a 2 yard dalla meta della vittoria con un primo e goal e ancora 19″ sul cronometro. Dopo un primo incompleto, arriva il passaggio a Tate che entra in end zone con 8″ dalla fine, scatenando il delirio di tutto lo stadio. Fermi tutti, però: c’è il VAR, cioè l’official review, obbligatoria in tutte le segnature, ed ecco il colpo di scena: Tate ha toccato terra con le ginocchia prima che il pallone tra le sua mani varcasse la end zone, quindi il passaggio è completo ma non c’è la segnatura. Il problema, però, è che non c’è più nemmeno tempo per giocare i due down rimasti, visto che Detroit ha finito i timeout. Partita finita, 30-26 per Atlanta, tra nulla più che un boato di delusione del pubblico. Provate a immaginare cosa sarebbe successo in uno stadio italiano di calcio per una conclusione simile…