Diamo la precedenza all’anima da cronista più che al cuore da sportivo romantico e iniziamo la panoramica sulla sesta giornata NFL raccontandovi dell’impresa dei Pittsburgh Steelers che vanno a sbancare 19-13 lo stadio dei Chiefs, infliggendo loro la prima sconfitta stagionale. I gialloneri, che venivano dall’inattesa batosta interna contro i Jaguars, stavolta hanno offerto una prestazione sontuosa, con la difesa capace di dominare totalmente la gara per i primi tre periodi e l’attacco finalmente ben equilibrato sia nelle corse (eccezionale Bell, 179 yard) che nei passaggi (Big Ben 179 yard lanciate e Antonio Brown 155 ricevute). Le due squadre sono arrivate sul 3-12 per gli Steelers all’inizio dell’ultimo quarto di gara, ma proprio quando sembrava che gli ospiti fossero in grado di addormentare la partita e giocare col cronometro, l’orgoglio dei Chiefs ha rimesso tutto in discussione, con il passaggio di Smith che ha mandato Thomas in end zone per il 10-12 a 6’13” dalla fine. Pittsburgh è stata molto fortunata poco dopo, quando Antonio Brown ha catturato il pallone rimbalzato sul casco del suo marcatore, volando in end zone per il touchdown del 10-19 con 3’24” dal giocare. Kansas City però non si è arresa: prima ha accorciato le distanze con un field goal (13-19), poi la sua difesa ha costretto gli Steelers al punt, riportato alla grande da Hill per 27 yard. A quel punto Alex Smith aveva 1’42” e un timeout per il drive finale, ma dopo un paio di completi ha trovato di nuovo una difesa di grandissimo spessore, culminata nel sack di Harrison e nell’ultimo lancio incompleto sul quarto e 18. Grande impresa di Pittsburgh, quindi, ma Chiefs che perdono l’imbattibilità a testa altissima.
L’aspetto sportivo-romantico, però, mi impone di rimandare i commenti degli altri risultati e di riferire del grave infortunio occorso ad Aaron Rodgers dopo pochi minuti di gioco nel primo quarto contro i Vikings. La sentenza è stata dura, per il giocatore e per i Packers: frattura della clavicola destra (quella del braccio di lancio) e probabile stagione finita. La cosa più sconvolgente non è tanto l’infortunio in sé (che comunque priva il campionato di una delle sue stelle assolute e noi di un giocatore che ammiriamo moltissimo), ma il fatto che il colpevole del placcaggio, avvenuto ben dopo il rilascio della palla, non sia stato minimamente sanzionato. In queste giornate abbiamo visto volare fazzoletti gialli per peccati molto più veniali che colpire un qb a palla lontana e mandarlo in ospedale, ed esiste una fallo specifico per questo, chiamato “roughing the passer”; non avrebbe guarito comunque Rodgers, ma almeno Barr sarebbe stato punito. I Packers hanno sentito tremendamente il contraccolpo, com’era normale che fosse, perdendo 23-10 ed entrando in una settimana in cui il front office sarà chiamato a una decisione importante: dare fiducia a Hundley e al qb della practice squad, Callahan, oppure sondare il mercato dei free agent senza squadra? Sui media americani le ipotesi si sprecano, ma onestamente non ne vediamo alcuna che sia realmente praticabile. Favre ha più di quarant’anni e pare abbia già i postumi delle tante botte prese, Romo fa il commentatore e, causa infortuni, non completa un lancio da due anni, Peyton Manning non ha alcuna intenzione di rimettersi il casco e poi… poi c’è Colin Kaepernick. L’unico vero giocatore in attività sarebbe lui, i tifosi di Green Bay hanno già lanciato una petizione on line per convincere la società a ingaggiarlo, ma è molto molto difficile che i Packers si vadano a cacciare nel ciclone mediatico che certamente tornerebbe a prendere forza per le proteste del giocatore di cui abbiamo più volte scritto. Sarebbe molto suggestivo vedere Kap ai Packers, non lo neghiamo, ma è molto più probabile che venga scelta la strada interna, piena di interrogativi (che comunque non mancherebbero anche con Kap) ma certamente più serena per il resto della squadra.
Tornando alla sesta giornata NFL, va ricordata la splendida impresa degli Eagles nell’anticipo di giovedì, vittoriosi 28-23 sul campo dei Panthers grazie a una gran prestazione di Carson Wentz. La difesa di Philadelphia ha faticato molto, in alcune fasi, a tenere Newton e i suoi compagni d’attacco (in special modo McCaffrey), ma un po’ con le cattive (oltre 100 yard di penalità subite) e un po’ grazie alle discutibili chiamate di Rivera (troppi giochi lunghi quando c’era ancora tutto il tempo per recuperare), alla fine ne è venuta fuori vincitrice. Quanto ai Panthers, sono indubbiamente tornati in forma ma devono evitare di sentirsi troppo sicuri, di strafare; leggi “ripetere gli errori del passato” (che sono costati un Super Bowl, per inciso).
Nelle altre gare, buon successo esterno dei Patriots sui Jets, soprattutto in considerazione della buona partenza dei padroni di casa (avanti 14-0 dopo un periodo e mezzo). Le crepe della difesa di Belichick restano, ma una volta che l’attacco si mette in moto è praticamente impossibile fermarlo, tanto più che è rientrato (e alla grande) l’immarcabile Gronkowski. Brutto stop casalingo per gli Atlanta Falcons, di ritorno dalla settimana di bye, a cui non sono bastati 10 punti di vantaggio a metà partita (10-0, poi 17-7) per avere la meglio sui sorprendenti Dolphins, alla fine vincitori per 17-20. Che avessero già la testa alla prossima settimana? Eh già, perché domenica prossima c’è il rematch dell’ultimo, drammatico Super Bowl, con i Falcons ospiti del Gillette Stadium contro i Patriots… da non perdere! Risorgono gli Arizona Cardinals, vittoriosi 38-33 sui Buccaneers, soprattutto grazie alla stupefacente prova di Adrian Peterson, scaricato giusto una settimana fa dai Saints per scarso rendimento e ora capace di correre 134 yard e segnare 2 touchdown.
A proposito di Saints, a New Orleans i tifosi hanno avuto lo spasso di assistere a una partita con 90 punti complessivi segnati, finita 52-38 per i padroni di casa contro i Detroit Lions; molto divertente, ma per le difese rivolgersi altrove. Sembrava avviata sugli stessi binari anche la sfida tra Jaguars e Rams, visti i due touchdown segnati nei primi 25″ di gioco: kickoff d’apertura e ritorno in end zone di Cooper dopo una corsa di 103 yard, al successivo primo snap d’attacco di Jacksonville corsa vincente di Fournette da 75 yard! Fortunatamente tutto è rientrato nei binari della normalità e i Rams hanno rimontato e tenuto bene in pugno il match fino alla fine, vincendo 27-17.
Quarta sconfitta consecutiva dei fin qui deludenti Oakland Raiders, giunta stavolta per mano dei Chargers con un solo punto di scarto (27-26), segnato con un field goal a tempo scaduto. Si schiodano dalle “zero vinte”, ed era ora, i New York Giants, che vanno a vincere a Denver malgrado l’infermeria sovraffollata. I Redskins vanno al minimo sindacale, battendo di soli due punti (26-24) i 49ers che hanno già bocciato Hoyer come qb titolare; dovranno fare di più al prossimo turno, quando andranno a Philadelphia per il Monday Night. A proposito di posticipo, i Tennessee Titans hanno battuto 36-22 i Colts, ancora appesi alle remote speranze di rivedere Andrew Luck in campo in tempo utile per salvare la loro stagione.