Doveva essere la partita della settimana, tra due squadre con record 9-1, e invece è diventata quella della stagione (almeno fino ad ora). Sul prato un po’ malmesso del caro vecchio Memorial Coliseum di Los Angeles è andato in scena un Monday Night epico, vinto 54-51 dai padroni di casa dei Rams sui Kansas City Chiefs dopo una battaglia memorabile fatta di grandi giocate offensive e difensive, fortunatamente non disturbate da chiamate arbitrali assurde come troppo spesso sta succedendo quest’anno nella NFL. I Chiefs giocano complessivamente meglio, ma la difesa dei Rams, a lungo in loro balia, ha il grande merito di piazzare quelle giocate decisive, soprattutto con Donald e l’ex Peters, che alla fine fanno la differenza.
Gli attacchi sono entrambi stellari, con la matricola Mahomes che lancia sì 3 intercetti ma di cui solo l’ultimo è da attribuirgli pienamente, guidando i Chiefs fino a un passo dall’impresa; dall’altra parte, fanno davvero impressione i 54 punti segnati dai Rams pur con Goffrey a mezzo servizio (solo 12 portate) per un problema alla caviglia. Una partita giocata da entrambe a viso aperto, dal primo all’ultimo secondo, privilegiando il “darle” al “non prenderle”, se mi passate il paragone pugilistico, con kicker e special team ridotti a poco più che comprimari. Dopo cinque cambi di leadership nel punteggio, una montagna di touchdown e 105 punti complessivi, come detto l’hanno spuntata i Rams, ora l’unica squadra con il lusinghiero record di 10 vittorie e una sola sconfitta (con i Saints).
A proposito di Saints, anche New Orleans mantiene senza problemi un passo d’alta quota (9-1), dominando i campioni in carica di Philadelphia e vincendo così la nona consecutiva (unico stop alla prima giornata contro Tampa Bay). Brees è sempre più candidato all’MVP stagionale, ma a funzionare splendidamente è anche il duo del backfield Kamara-Ingram, e una difesa che fa il suo. Dopo gli Eagles, anche Vikings, Chargers, Falcons e Packers subiscono sconfitte pesanti in ottica playoff (al momento solo Minnesota sarebbe dentro, ma con l’ultima testa di serie…); al contrario piazzano colpi pesanti i Texans (settima vittoria consecutiva) e i Bears, al quarto successo in fila, che si ritrovano sorprendentemente in vetta alla NFC North, davanti ai ben più quotati (alla vigilia) Vikings, Packers e Lions.
Un discorso a parte merita la vittoria degli Steelers a Jacksonville, arrivata per 20-16 dopo che i Jaguars conducevano 16-0 e poi ancora per 16-3 a 3′ minuti dalla fine! La pass rush di casa ha fatto venire gli incubi per tutta la partita a Roethlisberger, che ha però avuto l’enorme merito di non mollare mai, finendo per siglare lui in prima persona la meta decisiva, a 5 secondi dalla conclusione. L’attacco dei Jaguars ha trovato in Fournette il suo pilastro, mentre Bortles ha sofferto molto la pressione dei gialloneri.
Domenica di sapore opposto, invece, per Alex Smith, qb dei Redskins, che nella partita contro Houston ha subito un infortunio talmente grave (doppia frattura di tibia e perone) da metterne in dubbio la prosecuzione della carriera. A 37 anni, l’ex quarterback di 49ers e Chiefs, dovrà in ogni caso guardare da casa tutto il resto di questa stagione, sperando che Washington non decida di tagliarlo. Nell’immediato, il problema è davvero grosso per i Redskins che, in piena corsa per i playoff, si ritrovano ora appesi al talento un po’ ballerino di Colt McCoy.