NFL '19: pazze Wild Card, tre vittorie esterne e due overtime

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Il Wild Card Weekend ci ha regalato quattro partite sorprendenti e a basso punteggio, in pieno football da playoff. I Texans sono gli unici a vincere in casa, ai supplementari, mentre Titans, Vikings e Seahawks la spuntano tutti in trasferta. E sabato tornano in campo le prime della classe.

Davvero una bella “due giorni” di partite, questo Wild Card Weekend del centesimo campionato NFL: la vittoria all’overtime di Houston, le clamorose eliminazioni casalinghe di New England e New Orleans (con le ovvie speculazioni post gara sui ritiri dei grandi vecchi Brady e Brees), per finire con il successo esterno di Seattle a Philadelphia, spianato dalla solita “maledizione” di Wentz nei playoff. Prima di raccontarvi nel dettaglio i match, un passo avanti fino al prossimo weekend, quello dei Divisional Playoff, che vedrà tornare in campo le migliori quattro, che hanno goduto di un bye. Nell’AFC avremo due sfide sulla carta piuttosto squilibrate, Ravens-Titans e Chiefs-Texans, mentre il meglio sembra riservarcelo la NFC, con 49ers-Vikings e Packers-Seahawks.

HOUSTON TEXANS – BUFFALO BILLS: 22-19 (OT)
Partenza pazzesca dei Bills, che con due trick play vanno in end zone già al primo drive. Fino all’inizio del terzo quarto, il dominio degli ospiti è netto (arriveranno al 16-0), ma poi Watson e Hopkins si svegliano e inizia un’altra partita. Tra metà del terzo e ultimo periodo, i Texans segnano 19 punti consecutivi, con due td e relative conversioni da 2 punti più un field goal. Sembra fatta per i padroni di casa, ma con un sussulto d’orgoglio i Bills trovano il 19 pari con un calcio di Hauscka a 10″ dalla fine. Ai supplementari servono ben tre possessi per chiudere la questione, con la giocata decisiva di Watson per Jones, che guadagna 34 yard resistendo a due placcaggi. Da 28 yard arriva il calcio della vittoria per i Texans, ora attesi a Kansas City dai Chiefs.

NEW ENGLAND PATRIOTS – TENNESSEE TITANS: 13-20
Brutta fine (posto che sia stata realmente la fine) per la leggendaria carriera di Tom Brady, con una partita che non sarà certo ricordata tra le sue perle. Va detto, però, che il GOAT stavolta aveva davvero poco materiale umano di valore intorno a sé, e la pochezza di produzione offensiva è stata nuovamente confermata dai soli 13 punti segnati. I Titans hanno tenuto in difesa e per il resto si sono giustamente affidati alle corse di Henry, spettacolare soprattutto nel primo tempo, chiuso con i Titans avanti 14-13. Il secondo tempo, lungi dal mostrarci uno strappo decisivo dei Pats, è stato invece bloccato dalle difese, con l’unica segnatura arrivata allo scadere, sul mesto intercetto subito da Brady sull’ultimo, disperato snap a 15″ dalla fine con 99 yard da percorrere…

NEW ORLEANS SAINTS – MINNESOTA VIKINGS: 20-26 (OT)
Non sono bastati due anni di attesa, ai Saints, per avere la rivincita sul Minny Miracle: ancora una battaglia durissima, ma ancora una volta l’hanno spuntata i Vikings, autori di una prestazione concreta, con pochissimi errori, mentre dall’altra parte Brees è incappato in una prova davvero opaca, per un campione come lui. Sull’onda di uno strepitoso Tayson Hill, i Saints si erano trovati avanti 10-3 nel secondo periodo, ma la difesa non riusciva a tenere Cook, che imperversava fino al 20-10 per i Vikings nel terzo quarto. Nell’ultimo periodo i Saints hanno messo tutto per evitare la sconfitta, acciuffando l’overtime con un td (ancora Hill, in versione wr) e un field goal a 2″ dal termine. Vinto il sorteggio, i Vikings hanno però trovato subito un gioco lungo (43 yard) di Cousins per Thielen, atterrato a due passi dalla end zone. E da lì neppure Cousins poteva mancare il colpo del ko, trovando le mani di Rudolph per il td della vittoria.

PHILADELPHIA EAGLES – SEATTLE SEAHAWKS: 9-17
La maledizione che aveva privato Carson Wentz dei playoff per infortunio nelle ultime due stagioni si è ripresentata, con solo pochi minuti di ritardo rispetto al solito, sotto forma di Jedeweon Clowney, il colossale defensive end di Seattle che, piombando sulla nuca del qb, lo ha costretto a uscire già nel primo quarto per sospetta commozione cerebrale. Solo l’orgoglio, a tratti commovente, degli Eagles, ci ha consentito di vedere una partita teoricamente aperta fino alla fine, ma era fin troppo chiaro a tutti che, con il 40enne Josh McCown (qb mediocre anche in gioventù) in cabina di regia, l’attacco di Philly non sarebbe mai riuscito a varcare l’end zone avversaria. Ai Seahawks sono quindi bastati due bei touchdown di Lynch, nel secondo periodo, e di Metcalf, nel terzo, e poco più per spuntarla in una partita che, con Wentz, sarebbe stata per loro tutt’altro che una passeggiata. Philadelphia si è tenuta in linea di galleggiamento grazie ai field goal e al gioco di corse, ma le è mancata la fiammata per bucare la end zone e per mettere sul tabellone il bottino grosso. E Seattle, grazie alla clamorosa vittoria dei Vikings, riesce anche a non andare a San Francisco, volando a Green Bay, dove fa certamente più freddo ma gli avversari sono sicuramente meno forti.

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Gianluca Puzzo

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