NFL ’25 PLAYOFF: FINALS DA PRONOSTICO, IL SB SARÀ CHIEFS-EAGLES

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La AFC ai Chiefs, la NFC agli Eagles: sono questi i verdetti delle finali di Conference, che domenica hanno promosso le due squadre al prossimo Super Bowl, in programma a New Orleans il 9 febbraio. Philly seppellisce sotto 55 punti le ambizioni di Washington, mentre Kansas City si impone con un field goal di scarto su Buffalo.

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verdetti delle due finali di Conference ci hanno dettato il tema ossessivo di cui si parlerà per i prossimi giorni (ben quindici, maledetta pausa per il Pro Bowl) fino al Super Bowl del 9 febbraio a New Orleans, ovvero “riusciranno i Chiefs nell’impresa mai riuscita finora di centrare il terzo titolo consecutivo?”. Per la risposta c’è tempo, mentre dobbiamo ancora raccontarvi quanto accaduto nelle due Conference Finals, andate in scena domenica scorsa a Kansas City e Philadelphia e vinte da Chiefs ed Eagles. Per Mahomes e compagni quello di New Orleans sarà il quinto SB negli ultimi sei anni, mentre per Philly il secondo su tre, con la possibilità di bissare la strepitosa vittoria del 2018 con Nick Foles MVP.

KANSAS CITY CHIEFS-BUFFALO BILLS: 32-29

Una rivalità, linguisticamente parlando, si basa sul fatto che i due contendenti si alternino alla vittoria in un lungo periodo di sfide. Ma quando vieni eliminato dai playoff quattro volte su quattro sempre dagli stessi avversari, com’è il caso dei Bills di Josh Allen, sarebbe forse più corretto parlare di nemesi. Pat Mahomes vince anche questa finale di AFC e porta i suoi Chiefs nuovamente al Super Bowl, con l’ennesimo successo sul filo di lana e con meno di una segnatura di scarto (è il dodicesimo così, questa stagione). Buffalo si lecca le ferita dell’ennesima, amarissima delusione della sua storia, e fossimo in Allen, che comunque resta un campione, faremmo una seria riflessione su un’eventuale cambio di conference. Tutti i migliori del suo ruolo sono concentrati nella AFC (Mahomes, Jackson, Burrow, Herbert e Stroud), mentre nella NFC troviamo solo due vecchi leoni nel finale di carriera (Goff e Stafford), altri buoni qb ma non da titolo (Darnold, Mayfield) e qualche giovane di belle speranze ancora da maturare (Purdy, Love, Daniels); Allen è una bandiera a Buffalo, ma se volesse provare davvero ad arrivare al Super Bowl, forse un cambio d’aria non gli farebbe male. Uscendo dal fantamercato e tornando al presente, c’è da raccontare una partita solo apparentemente in bilico, in cui i Bills sono apparsi a lungo dei Don Chisciotte della palla ovale impegnati nella lotta contro i mulini a vento. Si sono ritrovati avanti nel punteggio (7-10) all’inizio del secondo quarto, dopo che Cook (sontuosa prestazione, la sua) aveva trasformato in punti il fumble commesso da Mahomes e Pacheco sul finire del primo periodo. La reazione rabbiosa dei padroni in casa non si è fatta comunque attendere, con due td consecutivi di Worthy e Mahomes, con la risposta Bills racchiusa nello splendido td di Hollins, per il 21-16 con cui si è andati al riposo. Il terzo periodo si apre ancora nel segno di Cook, che compie un gesto atletico sovrannaturale, atterrando in end zone pur essendo colpito in volo da un difensore, per il nuovo sorpasso sul 21-22 (con la seconda conversione da 2 punti sbagliata). Il quarto e ultimo periodo si apre così, con Buffalo ancora in vantaggio, seppur di un misero punticino, ma qualsiasi tifoso sa bene che proprio quello è il finale preferito dei Chiefs, quel tipo di pressione in cui Mahomes è maestro. A metà tempo, è proprio il numero 15 che sfrutta un blocco monumentale di Kelce (il suo unico contributo alla partita, va detto) per portare in end zone il pallone, aggiungendo anche la conversione da due punti per il 29-22. I Bills hanno una reazione di grande orgoglio e con l’acqua alla gola di un 4&goal riescono a trovare con Samuel il td del pari (29-29) con 6’15” da giocare. La difesa di Buffalo limita i Chiefs al field goal (32-29, con 3’33” sul cronometro), ma il drive della verità si impantana a metà campo e sul 4&5 della disperazione Kinkaid si lascia scivolare tra le dita l’incompleto che chiude il match.

Quello di do

PHILADELPHIA EAGLES-WASHINGTON COMMANDERS: 55-23

Mi pare che sette (7!) touchdown su corsa siano un indizio sufficiente per indicarci quale sia il punto di forza dell’attacco degli Eagles e quello debole della difesa dei Commanders. Ma al di là dei nomi da copertina di Barkley e Hurts (3 td a testa più l’ultimo del rookie Shipley a partita chiusa), mi preme sottolineare il lavoro eccezionale della linea offensiva e dei tight end, capaci di aprire costantemente gli spazi necessari ai loro compagni col pallone in mano per prendere velocità e divenire imprendibili. Un lavoro massacrante, di grande sacrificio ma che richiede al tempo stesso disciplina e precisione, per aprire buchi esattamente lì dove lo schema prevede che vengano aperti. Quanto a Washington, ha pagato tutto in una sera il conto della sua inesperienza a questi livelli, sotto forma di tre fumble, un intercetto e diverse amnesie difensive che di certo hanno aiutato i loro avversari, che altrettanto certamente non avevano bisogno di ulteriori aiuti verso la vittoria. Jayden Daniels non ha demeritato e sarebbe ingiusto pretendere da un rookie, per quanto talentuoso, che si carichi la squadra sulle spalle anche in partite di questo peso. Il futuro è suo, l’oggi ancora no.

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Gianluca Puzzo

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