
Il campionato è solo alla seconda giornata e già succede di tutto: perdono Dolphins, Ravens, Lions, Cowboys, 49ers, Rams ed Eagles, mentre si allunga la lista di infortunati eccellenti con Tagovailoa (a rischio carriera), Kupp e Pacheco. Gli unici a mantenere i pronostici sono i Chiefs, che battono i Bengals con un field goal allo scadere.
Tutte le certezze offerte dai pronostici e dalla prima giornata sono state clamorosamente smentite dal secondo turno della regular season NFL, in cui solo i campioni in carica di Kansas City, tra le teoriche favorite, sono usciti vincitori, seppur sul filo di lana, dal gridiron. Per tutte le altre è stata un’ecatombe, a partire dall’anticipo di giovedì, che ha visto i Dolphins perdere partita e qb contro Buffalo, giù giù fino al Monday Night di ieri, perso malamente all’ultimo drive dagli Eagles contro i non eccezionali Falcons. Nel mezzo, capitomboli a non finire.
L’ANTICIPO
Per questi Dolphins si pensava potesse essere l’anno del definitivo salto di qualità, e invece sono bastate due partite per riportare a galla vecchi vizi e per rimettere Tua Tagovailoa nel tunnel della paura, con la quarta commozione cerebrale in cinque anni. L’infortunio del qb di Miami è stato in parte dovuto anche ad una leggerezza del giocatore, che dopo aver corso in prima persona e preso il primo down, anziché lasciarsi scivolare a terra come dovrebbe fare un qb si è invece lanciato in avanti, impattando l’incolpevole difensore con la testa. La serietà dell’infortunio è parsa subito evidente, la speranza, ora, è che il giocatore non riporti danni permanenti, motivo per cui è considerata a rischio anche la sua carriera. Il match è stato dominato da Buffalo, molto più concreta e con una linea offensiva che ha sempre tenuto alla larga il front seven di casa, dando il tempo ad Allen di trovare i suoi ricevitori e a Cook, il running back, di infilarsi nelle voragini create dai bloccaggi dei compagni. Miami era già stata un festival di palle perse e pasticci prima dell’infortunio di Tua, da lì in poi (si era nel terzo periodo) si è ovviamente spenta del tutto la luce.
I MATCH DELLA DOMENICA
Una giornata di grande spettacolo ma, passateci la citazione, anche di ordinaria follia sportiva. Iniziano, in ordine di gioco, i Baltimore Ravens, che incassano la seconda sconfitta consecutiva; ma se la prima era arrivata in trasferta e per mano dei Chiefs, qui il crollo è ben più rumoroso, essendo giunto in casa e davanti a una squadra non irresistibile come Las Vegas. I Ravens sono avanti di dieci punti con meno di dodici minuti da giocare, ma anziché condurre in porto il match ne incassano ben 13 di punti, con la clamorosa rimonta Raiders culminata col field goal della vittoria a 27″ dalla fine (26-23).
Tonfo di portata tellurica (19-44) anche quello dei Dallas Cowboys, asfaltati in casa dai New Orleans Saints. Texani mai in partita, con Alvin Kamara lasciato a fare il bello e il cattivo tempo, con quattro touchdown personali. Prescott, come al solito, non riesce a caricarsi la squadra sulle spalle durante la tempesta e anzi lancia pure due intercetti, benzina sul fuoco delle molte perplessità legate al suo rinnovo faraonico della scorsa settimana.
Grande impresa, invece, quella dei Buccaneers, che con un grande Mayfield e una straordinaria difesa tornano vincitori da Detroit (20-16). I Lions non escono ridimensionati, ma alle buone notizie (i 4,5 sack di Hutchinson e le corse di Gibbs) fanno da contraltare le occasioni sprecate in attacco, sia prima dell’intervallo sia soprattutto nell’ultimo quarto, in cui Goff ha avuto ben quattro drive per ribaltare il match, senza riuscire a segnare neppure un punto. Per Tampa, come detto, un grande show di Baker Mayfield, bravissimo a cantare e portare la croce, ma una menzione d’onore spetta alla difesa, attentissima nei momenti chiave.
Accompagnati dalla bella vittoria dei Packers, privi di Love, sui Colts, giungiamo alla brutta sconfitta dei 49ers a Minneapolis, l’ottava consecutiva in casa dei Vikings. La partita finisce 23-17 per gli uomini in viola, ma in realtà il divario è più netto di quanto dica il punteggio: la difesa di San Francisco concede oltre 400 yard all’attacco avversario, promuovendo a fenomeno l’ex di turno, riserva di Purdy, Sam Darnold. Purdy stesso non incide e lancia due intercetti, Mason non ripete i fuochi d’artificio dell’esordio e la linea offensiva pare sempre giocare con l’acqua alla gola. Davvero una brutta uscita per i californiani, e non si può certo accollare tutto sull’assenza di McCaffrey.
Gli Arizona Cardinals si confermano squadra temibile: dopo la sconfitta di misura della scorsa settimana a Buffalo, battono senza discussioni (41-10) i Los Angeles Rams, alla seconda sconfitta consecutiva. E le brutte notizie non finiscono qui per i californiani, che dopo due match hanno già visto dissolversi la loro coppia di ricevitori stellari: dopo Nacua (fuori dalle 5 alle 7 settimane) ora è la volta anche di Kupp, a rischio addirittura la sua stagione.
Negli ultimi due match domenicali, i Chiefs si confermano insuperabili quando il pallone scotta e il cronometro è agli sgoccioli, ma stavolta i Bengals devono davvero mangiarsi le mani, dopo una partita giocata benissimo e condotta fino a 3 secondi dallo scadere (26-25). A pesare, per Cincinnati, sono tre episodi: l’extra point mancato nel terzo periodo dopo il td di Iusivas, il fumble di Burrow riportato in end zone dai Chiefs dopo che la sua difesa aveva intercettato Mahomes ed infine la gravissima flag per pass interference commessa da Anthony a 38″ dalla fine, che porta incredibilmente i padroni di casa nel raggio utile per il field goal della vittoria, puntualmente realizzato da Butker. Unica tegola per Andy Reid, il serio infortunio occorso al running back Isiah Pacheco, per cui si teme una frattura del perone.
Bella prova di maturità, infine, degli Houston Texans e di Stroud, che gestiscono bene una difesa impegnativa come quella degli Chicago Bears. Unica sciocchezza dei texani il fumble a 4 yard dalla end zone nell’ultimo periodo, ma la difesa riesce a limitare i Bears al field goal e da lì in poi il match è in discesa.
…la difesa di San Francisco concede oltre 400 yard all’attacco avversario, promuovendo a fenomeno l’ex di turno, riserva di Purdy, Sam Darnold.
IL MONDAY NIGHT
Posticipo amarissimo per i Philadelphia Eagles, che dopo la convincente vittoria all’esordio contro i Packers, in quel di San Paolo, crollano allo sprint finale contro i Falcons, al termine di un match condotto per larghi tratti. Andati al riposto sul 7-6, gli Eagles sono dapprima andati sotto nel terzo periodo (10-15) dopo uno splendido td da 42 yard di Mooney, ma si sono subito rialzati nel quarto finale, tornando in testa con il td e la conversione da 2 punti di Hurts (18-15) e il successivo field goal del 21-15. Sei punti, come si sa, sono però un margine molto rischioso nel football, e così è stato anche stavolta: con soli 100″ da giocare, Cousins imbastisce comunque un buon drive, fino a trovare in end zone le mani di London, per il controsorpasso del 21-22, con soli 34″ sul cronometro. L’ultimo assalto di Hurts e compagni terminerà poco dopo con un intercetto di Bates.
IL PROSSIMO TURNO
Diversi match interessanti nel programma della terza giornata NFL, tutti concentrati nella domenica (anticipo e posticipi non particolarmente brillanti, stavolta). Molta curiosità verso la sfida di Minneapolis tra Vikings e Houston Texans, mentre gli Eagles sono chiamati a rialzarsi in una trasferta davvero impegnativa a New Orleans, contro i Saints che finora hanno segnato sempre più di 40 punti. Trasferta insidiosa per i Detroit Lions a Scottsdale, Arizona, casa dei Cardinals, mentre è un match delicatissimo per entrambi il Cowboys-Ravens che si giocherà ad Arlington; per chi perde sono già pronti i processi, inutile negarlo. I 49ers sfidano una rivale di division, i Rams, in un match delicato, così come la trasferta dei Chiefs ad Atlanta, contro i Falcons galvanizzati dal Monday Night.