I Rams vincono la NFC superando San Francisco: giocheranno il Super Bowl nel loro stadio. La finale della AFC arriva ai supplementari, con i Bengals che culminano una clamorosa rimonta di 18 punti e sbancano un’incredula Kansas City.

Dopo che il ritiro di Tom Brady ha monopolizzato questi ultimi giorni di football, il campo è tornato a riprendersi prepotentemente i riflettori, grazie a due splendide partite (le ennesime di questa bellissima post season) che hanno designato le due squadre che si sfideranno per il titolo nel Super Bowl del 13 febbraio, in programma a Los Angeles. I Rams lo giocheranno in casa, replay di quanto accaduto lo scorso anno a Tampa con i Buccaneers, dopo aver battuto non senza patemi i San Francisco 49ers, arrivati davvero a un soffio dal colpaccio esterno. Che invece è perfettamente riuscito ai sorprendenti Cincinnati Bengals, che dopo la clamorosa rimonta messa a segno a Kansas City torneranno al Super Bowl dopo 33 anni.
KANSAS CITY CHIEFS – CINCINNATI BENGALS: 24-27 (OT)
È probabile che questa sconfitta lascerà il segno sui Chiefs; troppo grande l’occasione sprecata, troppo ampio il divario che si sono fatti rimontare e troppo brutta la figuraccia rimediata davanti ad un Arrowhead Stadium meraviglioso, traboccante di rosso e di amore. Il vecchio vizio di questa squadra, quello di accendersi e spegnersi senza nessun preavviso, è tornato a galla nel momento peggiore della stagione, e così, avanti 21-3 dopo un quarto e mezzo di autentico show offensivo, Mahomes & Co. prima si fanno fermare a una yard dal touchdown a ridosso dell’intervallo, e poi spariscono totalmente dal campo per il resto della partita, incassando dai Bengals un’autentica lezione di football. Cincinnati segnerà 21 punti consecutivi, passando addirittura a condurre 21-24 a 6′ dalla fine, e i Chiefs riusciranno solo a mettere insieme il field goal del pareggio per andare ai supplementari. Lì la sorte li favorisce, consentendo loro di attaccare per primi, ma Mahomes spreca tutto facendosi intercettare ancora e regalando la palla a Burrow sulle sue 45 yard. Il qb dei Bengals, autore di una partita meravigliosa per essere un giocatore solo al secondo anno, si affida al suo running back Mixon, anche lui grande protagonista del match, che non lo tradisce e a suon di corse porta il pallone fino alle 21 yard, distanza da cui il kicker rookie McPherson non può sbagliare il field goal della vittoria. Quanto ai Chiefs, il reparto da cui si deve iniziare a ricostruire è certamente la difesa, a tratti imbarazzante, ma questa ennesima occasione gettata al vento deve far riflettere molto anche sulla concretezza di Mahomes, caotico e pasticcione per tutta la seconda metà di gara. Ci sono partite che un grande quarterback non deve sbagliare, se vuole essere tale.
LOS ANGELES RAMS – SAN FRANCISCO 49ERS: 20-17
Un amarissimo risveglio per i 49ers, arrivati a un passo dal conquistare un miracoloso Super Bowl, che col senno di poi avrebbero giocato perfino da favoriti contro i Bengals. Grazie alle splendide prestazioni di Samuel, Mitchell, Kittle e Aiyuk la squadra di Shanahan era riuscita a issarsi fino al +10 (7-17) con un solo quarto ancora da giocare, ma lì le è mancato il killer instinct, e allora è giusto che ad andare al Super Bowl siano i Rams. La squadra di McVay non aveva brillato fin lì: i primi due drive erano stati un 3 &out e un intercetto subito in end zone, e si era dovuto attendere il secondo quarto perché l’attacco di Stafford segnasse i primi punti. Anche la temutissima pass rush dei padroni di casa non stava facendo sfracelli, con Garoppolo che ha subito il primo sack solo nel quarto periodo e con i bloccaggi per le corse di Mitchell e Samuel che aprivano buchi pericolosi. Esempio ne è il td del pareggio dei 49ers, con Deebo Samuel che riceve un lancio cortissimo, praticamente sulla linea di scrimmage, e poi si mangia l’intera difesa dei Rams, volando in end zone dopo una cavalcata di 44 yard. San Francisco può reclamare a ragione su un paio di mancate flag clamorosamente non sanzionate dagli arbitri, entrambe per roughness su Samuel, placcato durissimo a palla ormai morta, ma la verità è che alla fine, nel momento cruciale della stagione, i suoi due nodi peggiori sono venuti implacabilmente al pettine: la debolezza delle secondarie e le qualità di Garoppolo sotto pressione. All’inizio dell’ultimo quarto, avanti 7-17 come detto, le secondarie si sono perse quello che avrebbe dovuto essere il loro bersaglio #1, Cooper Kupp, che ha potuto così segnare indisturbato il td del 14-17. E poco più tardi hanno fatto persino di peggio, quando Tartt si è fatto cadere dalle mani il più facile degli intercetti, che avrebbe probabilmente chiuso la partita. La prosecuzione di quel drive ha portato i Rams al field goal del pareggio, e poco dopo al calcio del sorpasso, sul 20-17. Lì mancavano ancora 1’46” da giocare, con un timeout (mentre i Rams erano ormai a secco, anche perché McVay ne aveva sprecati due con altrettante challenge sbagliate): sarebbe bastato un field goal per andare ai supplementari, partendo dalle proprie 25 yard, non un’impresa impossibile per un qb di spessore. Cosa che, ormai siamo rassegnati nel dirlo, Garoppolo non è. Penso che chiunque, in quel momento, era certo che avrebbe combinato qualche guaio, e così è puntualmente andata: prima un incompleto, poi un completo inutile a cortissimo raggio, quindi una fuga all’indietro con un passaggio assurdo in sottomano intercettato da Howard. Stagione finita, ma che rabbia.