Niente preamboli nel racconto di questo tredicesimo turno di regular season NFL: ce n’è già d’avanzo per scrivere non uno ma tre post, a voler fare i pignoli, quindi iniziamo senza indugi partendo da giovedì, con l’anticipo di Detroit tra Lions e Packers, partita bruttina per tre quarti ma con un finale da infarto.
Green Bay soffre terribilmente per tutto il match, specie in attacco, dove Rodgers prende botte e le corse non funzionano a causa della linea offensiva falcidiata dagli infortuni. I Lions arrivano a condurre 20-0, ma è proprio Rodgers, quando la squadra è sull’orlo della quinta sconfitta nelle ultime 6 partite, a caricarsi tutto sulle spalle, segnando in prima persona e spingendo con la forza della disperazione i propri compagni verso l’impresa. Tutto sembra comunque vano: sul 21-23 e il cronometro a zero, Rodgers lancia un incompleto e i Lions alzano le braccia al cielo. Ma vola un fazzoletto giallo, lanciato da uno degli arbitri del backfield: Devin Taylor, nel tentativo di placcare Rodgers, lo ha afferrato per un attimo per la griglia del casco. Facemask e ultima azione da giocare. I Packers riposizionano il pallone e Rodgers lancia un hailmary pass di 61 yard (il più lungo della storia) che cade nelle mani del suo omonimo tight end, in end zone (nella foto). Un “walk off pass”, per mutuare un termine dal baseball, o “the miracle in Motown”, come hanno titolato molti media l’indomani. Green Bay si salva per il rotto della cuffia scrivendo un pezzetto di storia del football e tornando in cima alla NFC North grazie alla contemporanea sconfitta dei Vikings.
A proposito di questi ultimi, asfaltati dai redivivi Seattle Seahawks, alla terza vittoria di fila e di nuovo in piena corsa per i playoff, va detta solo una cosa: com’è possibile che uno dei migliori running back della lega, Adrian Peterson, che la scorsa settimana contro Atlanta aveva portato la palla per 29 volte, contro Seattle lo abbia fatto solo 8 volte?! Probabilmente gli Hawks avrebbero vinto comunque, intendiamoci, ma mi premeva sottolineare l’assurdità di certe scelte tattiche, effettuate da staff che analizzano giorno e notte ogni aspetto del gioco. Quando perdi 38-7 ed esci dal campo col tuo miglior giocatore senza una goccia di sudore sulla fronte qualche domanda sarebbe lecito porsela, no?
Dedichiamo qualche riga alle conferme di questo campionato: i Panthers restano in corsa per la perfect season ottenendo la dodicesima vittoria di fila dopo un match tirato, difficile, in casa dei Saints. Buona partenza di Cam Newton e compagni, poi Brees sale in cattedra, molto aiutato dalla sua difesa. Alla fine, però, la potenza del braccio di Newton, l’eccezionale lavoro di protezione della sua tasca e la capacità dei suoi ricevitori di attaccare la profondità producono alcuni spettacolari big play che spaccano la partita e la riportano sui binari dei Panthers. Sesta vittoria di fila per gli Arizona Cardinals, che spazzano via i Rams in piena crisi (quinto stop consecutivo) e fissano un ottimo record di 10-2, lo stesso dei Cincinnati Bengals (passeggiata vittoriosa a Cleveland) e dei Denver Broncos (tranquilla vittoria sui Chargers). Proprio Denver merita qualche riga, visto che è riuscita a vincere tre partite di fila, di cui una storica contro i fin lì imbattuti Patriots, pur avendo in infermeria Peyton Manning; sintomo di bontà complessiva della squadra e di fiducia nelle seconde linee, Osweiler in cima.
I Patriots, invece, sono incappati nella seconda sconfitta consecutiva, arrivata inopinatamente sul campo di Philadelphia contro gli Eagles reduci da tre sconfitte consecutive. I Pats recuperavano Amendola, dovevano ancora fare i conti con le assenze pesantissime di Edelman e Gronkowski, ma stavolta i disastri sono arrivati dallo special team, capace di prendere un td su kick off return e uno su un punt bloccato. Brady ce l’ha messa tutta, arrivando quasi a raddrizzare la partita, ma nei momenti chiave i suoi ricevitori lo hanno tradito, lasciando cadere un paio di palloni facili quanto decisivi. New England non perdeva due partite di fila dal 2012, e questo dato è sintomatico di quanto la squadra, pur mantenendosi su ottimi livelli, stia annaspando alla ricerca di nuovi punti di riferimento, vista l’infermeria in doppia cifra. Domenica c’è la trasferta a Houston, facile in teoria, pericolosa in pratica, perché la linea offensiva fa acqua davanti a Brady e dall’altra parte ci sarà il miglior pass rusher della lega, un certo J.J. Watts.
Alla sesta vittoria di fila anche i Kansas City Chiefs, che passano sui Raiders senza Jamaal Charles ma devono ringraziare i pasticci del qb avversario, Derek Carr, che con un fumble e un intercetto regala loro due touchdown. Gli Steelers vincono bene sui Colts, da cui sarebbe lecito aspettarsi molto di più che un mediocre record di 6-6. Crisi nera, invece, per gli Atlanta Falcons, che dopo la partenza lanciatissima subiscono a Tampa Bay la quinta sconfitta consecutiva. E il loro futuro non si preannuncia roseo, visto che domenica saranno di scena sul campo degli imbattuti Carolina Panthers…
I Giants incassano la quarta sconfitta consecutiva nel derby contro i Jets: non bastano i due jr., Beckam e Manning, a una squadra pasticciona in difesa e troppo concentrata sullo spettacolo, più che sulla sostanza, in attacco. La prossima trasferta a Miami sarà decisiva per le sorti di coach Coughlin. I Jets tornano in corsa per i playoff, si godono la vittoria (seconda consecutiva) sui cugini e puntano decisamente alla terza, visto che domenica riceveranno i Titans. I 49ers escono vincitori all’overtime da una partita tragicomica in casa dei Chigago Bears, dove due squadre davvero modeste danno vita allo show degli orrori, con errori clamorosi da ambo le parti. Merita una citazione al merito il solo Gabbert, che continua a tenersi il ruolo da titolare a discapito di Kaepernick con prestazioni coraggiose e più che dignitose, sia nei numeri che nella sostanza.
Ciliegina sulla torta, infine, il Monday Night tra Dallas e Washington, con le due squadre che, dopo aver segnato solo 18 punti complessivi in 58 minuti, ne segnano 17 negli ultimi 2′, regalando un finale thrilling in cui a spuntarla sono i Cowboys, grazie al sensazionale field goal da 54 yard di Dan Bailey segnato a soli 9 secondi dalla fine. Una sola parola: WOW!