La NHL ha disputato circa un terzo della sua regular season, che tradotto in numeri equivale a 26-27 partite per ciascuna squadra. Giudizi quantomai provvisori quindi, con ancora più di 50 partite da giocare, ma vale comunque la pena analizzare quanto visto finora, perché le sorprese non mancano, a cominciare da quelle negative, come Chicago ed Edmonton, a quelle positive, come New Jersey e Las Vegas.
Iniziamo dalla leadership assoluta dei Tampa Bay Lightnings, che guidano l’Atlantic Division con il miglior record del campionato: 40 punti in 27 gare (19 vinte, 6 perse e 2 sconfitte in overtime, che ricordiamo valgono un punto). La squadra di Cooper unisce efficacia a spettacolarità, riuscendo ad arrivare al risultato tramite il miglior hockey fin qui visto in stagione. Miglior record casalingo (11-2-1, come Nashville e Vegas), miglior attacco (101 reti come Toronto e gli Islanders), miglior power play (28.7% su 101 opportunità) e una delle migliori difese, regalano a Tampa un +32 in differenza reti e ben 10 giocatori già in doppia cifra nei punti realizzati. Capitan Stamkos è finalmente tornato ai livelli pre infortunio (11 gol + 27 assist), Kucherov sta facendo addirittura meglio di lui (19+21) e il rookie delle meraviglie Sergachev si sta adattando molto rapidamente ai ritmi della NHL (19 punti e un plus/minus di 7). Per la vittoria della Atlantic, Tampa dovrà verosimilmente guardarsi le spalle solo dai Toronto Maple Leafs, 37 punti in 29 gare, a quota 101 reti fatte come i Lightnings ma con una difesa ben più allegra (16 reti incassate in più).
Nella Metropolitan Division, consueto terreno di caccia di Pittsburgh e Washington, svetta al momento la più grande sorpresa di questa fetta di stagione: i New Jersey Devils. Con 36 punti in 27 partite (record di 16-7-4) e un ottimo rendimento esterno (10-3-2), secondo solo a quello dei Kings, i Devils non giocano un hockey spettacolare, ma sono equilibrati, concreti e soprattutto molto forti fisicamente. Hischier, a soli 18 anni, è già a quota 20 punti (5+15), alla faccia di chi lo reputava acerbo per questi livelli. Magari non vinceranno la division, ma per i Devils è già un enorme passo avanti rispetto alle amarezze delle ultime stagioni. Capitals e Penguins galleggiano un po’ indietro in attesa di cambiare marcia a stagione più avanzata, confidando soprattutto su ottimi record casalinghi. I campioni in carica, però, stanno evidenziando qualche crepa nel penalty killing, con un 78.8% che non è da squadra di vertice, soprattutto perché questo dato si concatena con un alto numero di falli (113).
Passando a Ovest, nella Central Division troviamo tre squadre racchiuse in un punto: Nashville 39, Winnipeg e St. Louis 38, tutte con 28 partite giocate. Curiosamente, delle tre i Predators non hanno né il miglior attacco né la miglior difesa, ma hanno il miglior power play, a conferma di quanto sia importante, al vertice, avere ottime cifre anche al di fuori della full strenght. Nashville ha il 27.4%, molto vicina Winnipeg (26.7) mentre i Blues mostrano un rendimento davvero scadente con l’uomo in più, avendo solo il 17% di positività su 100 occasioni. Da notare anche come i Predators si confermino la squadra più dura e fallosa della lega, con ben 119 penalty killing già subiti (e peraltro molto ben gestiti, visto l’83.2% di efficienza). Nella Central c’è da registrare anche il difficile momento dei Chicago Blackhawks, penultimi con 29 punti in 28 partite (record 12-11-5), un mediocre power play al 15% e nel bel mezzo di una crisi da 5 sconfitte consecutive. Niente di irrecuperabile, ma il fatto che la vetta, rappresentata dai Predators, disti 10 punti dice che forse a Chicago hanno sbagliato a puntare il mercato sui cavalli di ritorno, come Saad e Sharp. Toews continua a non incidere più come un tempo, Crawford è infortunato dall’inizio di dicembre e certo il suo sostituto tra i pali, Forsberg, non contribuisce a dare tranquillità ad un reparto in cui spicca il -7 in plus/minus di Duncan Keith.
Chiudiamo con la Pacific Division della Western Conference, dove troviamo in testa gli straordinari Los Angeles Kings di questo inizio di stagione (39 punti in 29 gare, 18-8-3); i californiani sono tornati ad avere la difesa ermetica dei tempi d’oro (solo 63 reti subite e un penalty killing dell’89.6%), e su quella stanno basando il loro gioco. I risultati stanno dando loro ragione, viste le sei vittorie consecutive in corso e il miglior record esterno di tutto il campionato, 10-3-1. L’attacco segna il giusto, 90 reti, ma basta e avanza, visto che Quick e il resto della difesa stanno facendo faville. Dietro i Kings ci sono le matricole dei Vegas Knights, sorprendentemente in corsa per un posto nei playoff con 35 punti in 27 gare (17-9-1) e il miglior record casalingo dell’intero campionato (11-2-0), che sta tenendo alto l’entusiasmo di Las Vegas per la sua prima squadra professionistica della storia. In fondo a questa division, al penultimo posto per la precisione, troviamo gli Edmonton Oilers in piena crisi e già 15 punti lontani dalla vetta. Connor McDavid sta facendo il suo, ma è soprattutto la difesa a non funzionare, con 96 reti già incassate (in 28 partite!), un brutto -26 in differenza reti e il peggior penalty killing della lega, col 72.3 %. Sulla quota playoff hanno 6 punti di ritardo, niente di definitivo, ma viste le premesse con cui era attesa la loro stagione, c’è poco da stare allegri se il front office non torna sul mercato.