Tampa Bay perde il suo portiere titolare per tutta la serie (come minimo), ma l’infortunio di Bishop ha il potere di far perdere il filo della partita ai fin lì strabordanti Penguins e di regalare quindi ai suoi Lightnings un preziosissimo successo esterno in gara 1 della finale della Eastern Conference. Strano a dirsi, ma è andata proprio così.
Pittsburgh inizia fortissimo, imprimendo subito alla gara un ritmo forsennato che mette Tampa alle corde. Grazie a Hedman, alle parate di Bishop e a qualche imprecisione di troppo nelle conclusioni, Pittsburgh non segna ma sembra solo una questione di tempo. A 7’35” dal termine del primo periodo accade l’imprevisto: Bishop pasticcia un po’ per liberarsi del disco dietro la gabbia, lo perde e per recuperare in fretta la posizione compie una torsione anomala col ginocchio sinistro, crollando a terra. Gli arbitri interrompono immediatamente l’azione ma passano alcuni minuti prima che i medici di Tampa valutino la situazione come irrecuperabile, con la susseguente uscita di Bishop in barella (applaudito da tutti gli avversari, diciamolo, sia giocatori che tifosi) e l’ingresso di Andrei Vasilevskiy, 21 anni e solo 6 presenze in carriera nei playoff.
Quello che avrebbe dovuto essere l’inizio della fine per la difesa in apnea di Tampa, diventa invece il sonnifero per Pittsburgh: alla ripresa del gioco, i Penguins appaiono subito spaesati, i parenti frastornati della macchina da hockey vista nei 13 minuti precedenti. I Lightnings se ne rendono conto e mettono la testa fuori, passando in vantaggio a 1’14” dalla prima sirena con Killorn, ben lanciato da Hedman, che brucia Maatta e infila Murray tra le gambe. Pochi secondi dopo Tampa perde un altro pezzo pregiato del suo roster, Tyler Johnson, uscito malconcio da uno scontro in balaustra. Rientrerà a metà del secondo tempo.
Secondo periodo con lo stesso spartito con cui era finito il primo: Penguins a ritmo troppo basso e Tampa che a quel punto inizia a dominare. Un fallo di Malkin causa un power play subito trasformato in 2-0 da Palat, e sul finire del tempo Tampa chiude virtualmente la partita sul 3-0, giunto dopo un contropiede da manuale ispirato dallo stesso Palat e concluso da Drouin.
Nel terzo periodo Pittsburgh si scuote, ma il forcing produce solo il gol della bandiera di Hornqvist e una bella iniezione di fiducia per Vasilevskiy, che conclude la gara con 25 parate. Lunedì notte gara 2, sempre a Pittsburgh.
Tra poche ore, intanto, si aprirà a St. Louis la finale Ovest, tra Blues e San Jose Sharks, che mette di fronte i due migliori power play di questi playoff e due difese ad alta produzione offensiva. Chiudiamo con una nota di colore: gli Sharks, a dispetto del loro nome, hanno eletto a mascotte per questi playoff una gattina nera, ribattezzata Jo Paw-velski, divenuta celebre per aver interrotto gara 1 contro i Predators attraversando il ghiaccio. Come sia arrivata fin lì è un mistero, ma sempre meglio dei calamari che lanciano a Detroit…