Prima parte dell’excursus tra le statistiche della Formula 1, alla scoperta dei record stabiliti dai piloti del passato, fino all’epoca più recente.

Aprendo l’enorme ventaglio che racchiude la storia della Formula 1, riscopriamo i protagonisti dell’abitacolo che hanno segnato con il proprio nome la massima serie automobilistica. I numeri non sono un’opinione, e guardando la foto-copertina relativa alla conferenza stampa del Gran Premio di Monaco del 2012, non possiamo che partire dal numero di mondiali vinti, che vede in testa Michael Schumacher con sette titoli (primato di campionati consecutivi dal 2000 al 2004 e piazzamenti nei primi tre mondiali), oggi messo in discussione dalla scalata di Lewis Hamilton, che vincendo anche il prossimo campionato potrebbe eguagliarlo. Come scritto altre volte, risulta difficile confrontare questi risultati con quelli degli anni ’50, epoca in cui Juan Manuel Fangio conquistò ben cinque titoli, ma se volessimo aggiungere le quattro volte in cui Alain Prost è stato vice campione del mondo (’83 – ’84 – ’88 – ’90), sommandole ai quattro titoli (’85 – ’86 – ’89 – ’93), oggi il francese sarebbe il pilota più titolato nella storia della Formula 1. Sulla sua strada, tra i tanti fattori, il francese ha anche incontrato un fuoriclasse come Senna, non dimentichiamolo. Ma come non ricordare l’inglese Striling Moss (oggi novantenne), mai iridato ma quattro volte vice campione del mondo (’55-’56-’57-’58), che detiene il record di GP vinti (16) senza essere mai stato iridato. Guardando alle qualifiche, le 88 pole di Hamilton stabiliscono un record comunque destinato a migliorare, Vettel risulta il più giovane pilota ad ottenere la pole (21 anni e 72 giorni) nel Gran Premio d’Italia del 2008, mentre dall’edizione ’54 del Gran Premio d’Argentina resta Nino Farina il più “vecchio”, a 47 anni e 79 giorni.
A Senna spetta il record delle pole consecutive (ben 8 da Spagna ’88 a Stati Uniti ’89), a Prost quelle consecutive dalla gara d’esordio di un campionato (7 nel 1993), a Vettel il maggior numero in assoluto in una stagione (19 nel 2011), a Schumacher ed Hamilton le stagioni consecutive (13) con almeno una partenza dalla prima posizione. Il numero maggiore di pole nello stesso Gran Premio (8) spetta a Senna (San Marino), Schumacher (Giappone) ed Hamilton (Australia). Sempre Senna ed Hamilton hanno avuto la soddisfazione di partire dalla pole negli appuntamenti di casa per ben 6 volte. Approfondendo ulteriori dettagli, nel 2010 Vettel diventò il campione del mondo più giovane (23 anni, 134 giorni), limando di 166 giorni l’età di Hamilton quando vinse il suo primo titolo nel 2008; l’iridato più anziano resta Juan Manuel Fangio che nel 1957 trionfò a 46 anni e 41 giorni. Con un salto nel tempo, Max Verstappen nel Gran Premio d’Australia del 2015 stabilì il record di pilota più giovane sullo schieramento con i suoi 17 anni e 166 giorni, mentre nel Gran Premio di Spagna 2018, alla gara d’esordio con la RedBull, diventò il più giovane vincitore a 18 anni e 228 giorni. Il pilota più anziano a disputare un Gran Premio (Monaco ’55) fu Louis Chiron (foto a destra) che gareggiò a 55 anni e 292 giorni, mentre il record di vincitore più “old” appartiene a Luigi Fagioli (Francia ’51) a 53 anni e 22 giorni. Non esistono classifiche ma occorre menzionare l’incredibile impresa di Niki Lauda (vincitore di tre titoli mondiali, ’75-’77-’86) che nel 1976, dopo lo spaventoso incidente al Nurburgring, rientrò nonostante le ustioni sul corpo dopo soli 42 giorni, in tempo per il Gran Premio d’Italia. Purtroppo il suo coraggio non sarà premiato, visto che al termine della stagione il titolo gli verrà soffiato per un solo punto da James Hunt.

