Olimpiadi Invernali 4: Innsbruck 1964 – 1976

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IX Olimpiade, Innsbruck (AUT)
29 gennaio – 9 febbraio 1964

Atleti: 1.091 (199 donne), 61 italiani
Nazioni: 36
Gare: 34
Dichiarazione d’apertura: Adolf Scharf (Presidente della Repubblica austriaca)
Giuramento: Paul Aste
Medagliere: URSS 25, Italia 4
Alfiere italiano: Eugenio Monti
A causa della mancanza di neve, l’Austria deve mobilitare addirittura il proprio esercito per garantire lo svolgimento di questa edizione dei Giochi, facendo riportare tonnellate di neve sulle piste da sci e di ghiaccio su quelle di bob e slittino. Alla fine, però, le Olimpiadi si svolgeranno regolarmente, regalando un’edizione importante per contenuti tecnici ed agonistici. A vincere il medagliere è ancora una volta l’Unione Sovietica, trascinata dalla stella Skoblikova, dominatrice del pattinaggio di velocità femminile con 4 ori, in aggiunta ai 2 già vinti quattro anni prima, e dalla Bojarskich, 3 ori nel fondo. Nello sci alpino femminile, bella storia quella delle sorelle francesi Christine e Marielle Goitschel, prime e seconde in quest’ordine nello speciale e in ordine inverso nel gigante. L’Italia stabilisce il suo record di medaglie olimpiche invernali con 4, anche se in realtà tre di queste arrivano tutte dal bob, grazie soprattutto al portabandiera Eugenio Monti, bronzo sia a due che a quattro, e a Zardini e Bonagura, argento nel bob a due. Monti passerà alla storia anche per un gesto di grande sportività, che lo porterà ad offrire all’equipaggio inglese un bullone per sostituire quello rotto sul loro mezzo, consentendo loro di prendere il via e vincere l’oro, proprio davanti ai due equipaggi italiani. La quarta medaglia azzurra arriva sempre dal ghiaccio, con il bronzo di Aussendorfer-Mair nello slittino doppio.

X Olimpiade, Grenoble (FRA)
6 – 18 febbraio 1968

Atleti: 1.158 (211 donne), 52 italiani
Nazioni: 37
Gare: 35
Dichiarazione d’apertura: Charles de Gaulle (Presidente della Repubblica francese)
Giuramento: Leo Lacroix
Medagliere: Norvegia 14, Italia 4
Alfiere italiano: Clotilde Fasolis
Quelli di Grenoble passano alla storia come i Giochi di Jean Claude Killy (nella foto), campione di casa che non delude le attese vincendo tutte e tre le medaglie d’oro dello sci alpino maschile, eguagliando l’impresa compiuta da Sailer a Cortina nel ’56. Nel fondo brillano le tre medaglie conquistate dalla svedese Toini Gustafsson, oro nella 5 e 10 km e argento nella staffetta. Per l’Italia è un’edizione storica: le medaglie sono sempre quattro, come a Innsbruck, ma stavolta sono tutte d’oro, e servono ad issare la squadra azzurra al quarto posto del medagliere, miglior risultato di sempre. La prima vittoria in ordine cronologico arriva dal fondo grazie a Franco Nones, che nella 30 km schianta tutta la concorrenza conducendo la gara dall’inizio alla fine. Eugenio Monti, quarantenne, centra finalmente la vittoria e lo fa con un fantastico bis: nel bob a due con De Paolis e in quello a quattro con Armano, Zandonella e lo stesso De Paolis. Infine, arriva a sorpresa anche un oro dallo slittino singolo femminile, dove Erika Lechner, inizialmente quarta, viene promossa al primo posto dopo la squalifica di tutti e tre gli equipaggi della Germania Est, sorpresi da un giudice a scaldare le lame dei loro mezzi prima della partenza, procedura vietata perché consente di avere meno attrito sul ghiaccio.

XI Olimpiade, Sapporo (JPN)
3 – 13 febbraio 1972

Atleti: 1.006 (205 donne), 51 italiani
Nazioni: 35
Gare: 35
Dichiarazione d’apertura: Hirohito (Imperatore del Giappone)
Giuramento: Keiichi Suzuki
Medagliere: URSS 16, Italia 5
Alfiere italiano: Luciano De Paolis
Le Olimpiadi invernali sbarcano per la prima volta in Estremo Oriente giungendo a Sapporo, sull’isola di Hokkaido, ma questa edizione, almeno per quanto riguarda l’Italia, sarà ricordata come quella dell’esplosione di Gustav Thoni, capofila di quella che, poco dopo, diverrà celebre come la “valanga azzurra”. Thoni trionfa nello slalom gigante ed è argento nel gigante davanti al cugino Roland, bronzo, entrambi battuti da Fernandez Ochoa, primo oro spagnolo nella storia dei Giochi invernali. Nelle altre gare di sci alpino è la Svizzera, e non la favoritissima Austria, a farla da padrona, con una doppietta nella discesa maschile e grazie all’exploit della diciassettenne Nadig, che supera la Moser-Proll sia in discesa che nel gigante. Nel pattinaggio di velocità, sensazionale tripletta dell’olandese Schenk (1.500, 5.000 e 10.000 metri), replicata dalla sovietica Kulakova nel fondo (5, 10 km e staffetta). Nell’hockey, orfano del Canada ritiratosi per protesta contro il professionismo mascherato degli atleti russi e dell’Est, ha vita facile l’Urss, che sopravanza gli Usa. I padroni di casa vivono una giornata trionfale grazie al salto dal trampolino da 70 m, centrando una storica tripletta con Kasaya, Konno e Aochi. L’Italia conquista un altro oro, ex aequo con la Germania Est, nello slittino doppio con Hildgartner e Plaikner, mentre nel bob a quattro, finita l’era di Monti, deve accontentarsi dell’argento per soli 76 centesimi dietro la Svizzera.

XII Olimpiade, Innsbruck (AUT)
4 – 15 febbraio 1976

Atleti: 1.123 (231 donne), 60 italiani
Nazioni: 37
Gare: 37
Dichiarazione d’apertura: Rudolf Kirschschlager (Presidente della Repubblica austriaca)
Giuramento: Werner Delle-Karth
Medagliere: URSS 27, Italia 4
Alfiere italiano: Gustav Thoni
Inizialmente assegnati a Denver, i Giochi invernali del ’76 tornano in Austria quando un referendum mostra quanto gli abitanti del Colorado non gradiscano l’evento a cinque cerchi. Il CIO decide così di andare sul sicuro scegliendo Innsbruck, città olimpica solo 12 anni prima. I padroni di casa si esaltano con la vittoria di Franz Klammer in discesa libera (bronzo il nostro Plank), ma l’impresa di questi Giochi la mette a segno Piero Gros nello slalom speciale: quinto dopo la prima manche, l’italiano realizza un capolavoro nella seconda, rimontando posizione su posizione fino all’oro. L’Italia va a medaglia anche nello slalom femminile, grazie all’argento conquistato dalla Giordani alle spalle della fuoriclasse tedesca Mittermaier. Nell’hockey su ghiaccio, disertato da canadesi e svedesi, l’Urss conquista il quarto oro consecutivo grazie ad una clamorosa rimonta in finale sulla Cecoslovacchia, da 2-3 a 4-3 negli ultimi 5 minuti.

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Gianluca Puzzo

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