Il 4 febbraio sarà la sfida tra Patriots ed Eagles ad assegnare il titolo NFL della stagione 2017. La sfida di Minneapolis vedrà di fronte le due prime teste di serie delle rispettive Conference, ma se per New England si può parlare di pronostico rispettato (mai a memoria avevano avuto tanta buona sorte negli accoppiamenti di post season, Titans+Jaguars), per Philadelphia è invece una piccola grande sorpresa, visto l’infortunio al ginocchio di Carson Wentz che aveva privato gli Eagles del loro talentuosissimo quarterback.
Delle due finali di Conference, la più bella è stata certamente la meno attesa, cioè Patriots-Jaguars; dove ci si attendeva un monologo ininterrotto dei padroni di casa è invece nata una partita vera, che i campioni in carica hanno seriamente rischiato di perdere, visto che erano sotto di 10 punti all’inizio dell’ultimo quarto di gioco. A quel punto, c’è voluto un abbagliante Tom Brady, perfetto per i 15′ finali malgrado i 12 punti di sutura alla mano di lancio, per ribaltare la situazione e proseguire la caccia al sesto titolo della sua impareggiabile carriera.
Ad aprire le segnature sono stati proprio i Patriots con un field goal alla fine dell’opening drive, dopo aver superato brillantemente anche un 4°&2 con un completo da 21 yard su Danny Amendola, il ricevitore che sarebbe poi diventato la chiave di volta del match. Ma andiamo con ordine, raccontando della bella rimonta dei Jaguars, guidati dalle corse di Fournette e da un Bortles per una volta senza turnover. Proprio il qb pesca Lewis in end zone all’inizio del secondo periodo (3-7) e il running back raddoppia 7′ dopo, siglando il 3-14. Poco dopo, New England deve fare i conti con la peggior notizia della giornata, anche in chiave Super Bowl: Rob Gronkowski deve uscire con una commozione cerebrale a seguito di un placcaggio assassino di Church, penalizzato con 15 yard. Un paio di snap dopo, un’altra flag, stavolta molto più dubbia, regala 45 yard di avanzamento all’attacco dei Patriots, a causa di una pass interference. A quel punto, è un gioco da ragazzi per White segnare il td del riavvicinamento (10-14), prima di andare all’intervallo.
Jacksonville tiene benissimo il palcoscenico anche nel terzo periodo (field goal da 54 yard, 10-17), arrivando addirittura a doppiare gli avversari ad inizio quarto, con un altro field goal da 43 yard (10-20), e recuperando un fumble su Lewis. Lì Blake Bortles ha l’occasione per “ammazzare la partita”, con un drive dalle sue 35 yard a 13’31” dalla fine, ma si impantana e dopo tre snap è costretto al punt. A quel punto inizia il “Tom Brady Show”, in cui il nostro, capito di non avere più neppure un secondo da perdere, inizia a macinare yard come una macchina spara palloni, con la splendida complicità in ricezione (e nel kick return) di Amendola, che in mancanza di Edelman e Gronk si ricorda di essere una colonna portante di questi leggendari Patriots. Improvvisamente, Brady non ha più 40 anni, un’infinita carriera alle spalle e 12 punti di sutura sulla mano: è solo un campione incontenibile, nei lanci e in prima persona, quando va a conquistarsi un 1°&10 con una qb sneak. I due td del sorpasso vengono entrambi depositati tra le mani sapienti di Amendola, fino al 24-20 definitivo, siglato con soli 2’48” sul cronometro. Bortles, con 3 timeout ancora a disposizione, avrebbe il tempo per un ultimo drive, ma una prodigiosa deviazione in salto di Gillmore su un 4°&14 chiude definitivamente la partita, regalando a Brady & C. un’altra notte da leggenda.
Della partita più attesa, invece, c’è paradossalmente molto meno da raccontare, visto lo strapotere di Philadelphia da entrambi i lati della palla ovale. Giusto il tempo di concedere ai Vikings il td nel drive d’apertura, dopo di che c’è stata una sola squadra in campo, capace di segnare un parziale di 38-0 che ha sostanzialmente chiuso la partita con più di un quarto d’anticipo. Vikings irriconoscibili rispetto al Divisional Round della settimana scorsa contro New Orleans in cui, al di là del miracolo finale di Diggs, avevano difeso con una tenacia che al Lincoln Financial Field non si è proprio vista. La vera notizia è il rendimento di Nick Foles, che dopo quella contro i Falcons ha sfoderato un’altra prestazione superba, con qb rating superiore a 100, 352 yard lanciate e 3 touchdown. Il suo omologo Keenum è invece inciampato in tre turnover (2 intercetti e un fumble) che hanno affossato il morale della sua squadra, difesa compresa: prova ne sia il td solitario di Jeffery nel secondo quarto, completamento perso dalle secondarie dei Vikings. Festa grande a Philly, quindi, che si prepara a quindici giorni di spasimante attesa in vista della sfida impossibile a Brady & Co., remake del Super Bowl del 2005 vinto dai Patriots 24-21. Ma quella, come si dice, era tutta un’altra storia.