Quando la F1 è una questione… di famiglia!

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La Formula 1, come qualsiasi ambito di lavoro, è anche una questione di famiglia. Così la storia dell’ormai ex pilota Nico Rosberg, vincitore del mondiale trentaquattro anni dopo il padre Keke (insieme nella foto), segue la scia di molti altri piloti, i quali hanno seguito le gesta dei papà o di un parente. Ripercorriamo alcune vicende più o meno analoghe.

Antonio Ascari vinse il Gp d’Italia e del Belgio rispettivamente nel 1924 e 1925, mentre il figlio Alberto, nel ’52 e ‘53, vinse due titoli mondiali in quella Formula 1 in cui le notizie di incidenti mortali erano quasi all’ordine del giorno. I due Ascari furono accomunati anche dalla medesima, tragica sorte, che li vide scomparire anzitempo proprio a causa di incidenti in pista, Antonio a Monthléry e Alberto a Monza.

Mario Andretti vinse nel 1978 il mondiale di F1 con la Lotus, mentre il figlio Michael vi approdò sulla soglia dei trent’anni, come compagno di un certo Ayrton Senna in Mclaren nel ’93. I risultati, però, non furono all’altezza dell’eredità paterna.
Graham Hill conquistò due mondiali (’62 e ’68) mentre il figlio Damon, negli anni Novanta, ottenne importanti risultati, culminati nel titolo del 1996 con la Williams Renault, dopo un lungo duello col compagno Jacques Villenueve (a sua volta figlio dell’indimenticato ferrarista Gilles, morto prematuramente durante le qualifiche di Zolder nel 1982) che vinse l’anno successivo con lo stesso team.
Jonathan Palmer negli anni ’80, gareggiò in 88 GP mentre il figlio Jolyon, ha esordito proprio quest’anno in Renault, racimolando un solo punto.

Sempre negli anni Ottanta il brasiliano Nelson Piquet vinse tre mondiali (’81, ’83 e ’87), mentre il figlio Nelson Jr corse in Renault al fianco di Alonso, tra il 2008 e il 2009, disputando 28 Gran Premi.
Negli anni ’90, il danese Jan Magnussen raccolse un punto in 24 GP e il figlio Kevin cresciuto inizialmente in Mclaren, ha gareggiato nel 2016 con la Renault (ad oggi un podio) mentre il prossimo anno correrà con la Haas.
Nel 1990 in pochi si accorsero della presenza di Gary Brabham (figlio del più famoso Jack, tre volte campione del mondo nel ’59, ’60 e ’66) con la Life, infatti venne mandato via dopo sole due gare, senza nemmeno qualificarsi in griglia di partenza. Un po’ meglio (ma mica tanto) andò a suo fratello David, che prima nel ’90 con l’omonima scuderia e dopo nel ’94 con la Simtek, riuscì a partecipare a 30 GP in cui purtroppo vide raramente la bandiera a scacchi, causa ritiri o mancata qualificazione.

Tra il 2007 e il 2009, 36 GP e 9 pt tutti nella stagione 2008 in Williams per Kazuki Nakajima, il cui padre Satoru gareggiò dall’87 al ’91, ottenendo 11 punti in Lotus e 5 punti con la Tyrrel.
Bruno Senna, nipote dell’immortale Ayrton (tre mondiali vinti nell’88, 90 e 91), tra il 2010 e il 2012 ha corso 46 GP, ottenendo in totale 33 punti mentre Nicolas Prost, figlio di Alain (quattro mondiali vinti nell’85, ’86, ’89 e ’93), nel 2014 scelto dalla Lotus come collaudatore.
Sta facendo benissimo in Toro Rosso lo spagnolo Carlos Sainz (figlio dell’ex pilota di rally Carlos, due volte campione del mondo nel ’90 e ’92 e vincitore della Dakar nel 2010), che ha disputato le ultime due stagioni migliorando la sua posizione (46 punti contro i 18 dell’esordio) nonostante la disponibilità della power unit Ferrari aggiornata al precedente anno, dimostrando di essere un ottimo pilota di prospettiva.

Portare un importante cognome sulle spalle può rivelarsi un pregio ma, allo stesso tempo, comporta una forte pressione mediatica secondo il rapporto aspettative/prestazioni, anche se esistono circostanze in cui l’allievo può superare in maestro. In questo caso, rientra il talento di Max Verstappen, figlio di quel Jos che gareggiò dal ’94 al 2003 senza eccellenti risultati anche per la scarsa competitività delle monoposto; di lui si ricorda soprattutto la situazione da cui uscì illeso durante il Gran Premio di Germania del ’94 (quando era in Benetton, compagno di Schumacher), quando durante il rifornimento di benzina ai box, a causa della fuoriuscita di benzina, la sua monoposto s’incendiò.
A proposito di Michael Schumacher, non possiamo non citare Ralf, il fratello meno famoso del sette volte campione del mondo, protagonista di alcune ottime stagioni in F1 tra il 1997 e il 2007, con un totale di 182 GP disputati con Jordan, Williams e Toyota e 6 vittorie. Ma la stirpe degli Schumacher non sembra essersi esaurita, visto che anche il giovanissimo Mick, figlio di Michael, ha iniziato il suo percorso nelle categorie minori…

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Andrea La Rosa

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