Viaggio in quei team della Formula 1 che non hanno mai ottenuto importanti risultati nonostante gli sforzi, nel ricordo di scenari ormai lontani.

In passato su Sport One ci siamo occupati di quei team che non hanno ottenuto risultati eccezionali, ma presenti nelle statistiche e indirettamente importanti per trasmettere il lato più umano dell’estenuante competizione della Formula 1, espressione del più alto livello d’ingegneria.
Cominciamo con l’avventura della Pacific Racing che dopo l’esperienza nelle serie minori, nel 1994 realizzò il grande salto portando in pista una monoposto sviluppato dal telaio di una Formula 3000 adattato alle regole della F1, a quel tempo meno complesse di oggi, spinta da una motorizzazione di un paio d’anni addietro considerato che inizialmente l’esordio era previsto nel 1993.
La mancanza di sviluppo e test in galleria del vento emersero immediatamente, il primo risconto in pista palesò tutti i problemi nel confronto con le altre monoposto, tra l’altro per molte gare la livrea argentea caratterizzata da andamenti blu e fucsia si presentò scarna di sponsor, sinonimo della mancanza di risorse economiche che resero impossibile gli interventi significativi che avrebbero permesso un miglioramento dei tempi.
In molti Gran Premi i piloti titolari Paul Belmondo (nel 1992 alla March) ed il più esperto Bertrand Gachot, non presero parte alla gara per la mancata qualificazione, poche volte le monoposto si schierarono sulla griglia di partenza
senza mai vedere il traguardo, solamente in due occasioni (Montecarlo e Spagna) entrambi i piloti si presentarono insieme nello schieramento di partenza.
L’inizio in salita non scoraggiò il team, presentandosi nel 1995 con l’obiettivo di ben figurare anche per attrarre investitori e proseguire la partecipazione in Formula 1; a tal proposito la chiusura della Lotus permise di unire quelle strutture con le proprie, inoltre cambiò la denominazione in Pacific Team Lotus e la livrea divenne blu con inserti bianchi e una fascia verde-oro a richiamare il team Lotus.
La PR02 venne ridisegnata con un muso basso a spiovente collegato all’ala, importanti aggiornamenti riguardarono le pance come anche la fornitura di un nuovo motore.
Al confermato Gachot venne affiancato l’italiano Andrea Montermini, nel corso della stagione, esordirono anche Giovanni Lavaggi e Jean-Denis Delatrez.
I risultati in pista migliorarono con le monoposto presenti in tutte le partenze purtroppo penalizzate dall’affidabilità nel risultato finale: il miglior risultato fu l’ottavo posto di Montermini al Gran Premio di Germania, mentre al termine del campionato nella classifica costruttori giunse al dodicesimo posto davanti alla Simtek ritiratasi dopo Montecarlo.
Dopo ventidue gare, alla fine del 1995 si concluse l’esperienza.

