Serie A Player of the Week 25: Leonardo Bonucci

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Nella giornata dello storico record di 48 gol in un singolo turno di campionato, premiamo un difensore, autore anch’egli di una pregevolissima rete, che ha mostrato ancora una volta la sua forza e quella di un intero reparto: Leonardo Bonucci. Assetati di vendetta per la sconfitta all’andata e, soprattutto, agevolati da una condizione psico-fisica perfetta, i giocatori della Juventus hanno mortificato la resistenza genoana con un 4-0 che sta anche stretto alla squadra di Allegri, e che ha messo in luce ancora una volta i campioni di casa, ma anche la solidità che più di tutto e tutti sta consentendo al team bianconero di raggiungere traguardi storici.

La pochezza di stimoli presenti nelle partite del trentatreesimo turno ha quantomeno regalato partite per niente bloccate, in cui le squadre hanno giocato a viso aperto senza patemi. Non sono mancate le sorprese, come il pareggio del Napoli a Sassuolo che riporta la Roma a più quattro, o il successo dell’Empoli sul Milan a San Siro, ulteriore dimostrazione inattaccabile di quanto gli stimoli siano più importanti di blasone e storia. I tre punti dei toscani servono a tenere a distanza il Crotone, corsara a Genova, sponda blucerchiata. Mentre le due lottano, il Pescara saluta la massima serie con cinque giornate d’anticipo, dopo il pesante 4-1 casalingo subìto dalla Roma. Il Palermo fa anche peggio con l’altra romana e aspetta solo la matematica, mentre Fiorentina e Inter contribuiscono al festival del gol e al record di realizzazioni con un 5-4 quasi indescrivibile, se si riguardano le azioni e si pensa al livello dei giocatori in campo. Questa enorme mole di gol dovrebbe far felice chi ama lo spettacolo, ed invece è semplicemente deprimente: difensori disattenti, centrocampisti svogliati, concentrazione tutta proiettata alle vacanze, nonostante sia ancora aprile. Questo lo scenario a cui stiamo assistendo da mesi, che ci sconforta e che non ci fa esultare per un record che, non a caso, apparteneva all’ultimo turno del torneo 2014/2015, giornata nella quale erano già scritti praticamente tutti i verdetti del campionato. Soprattutto per questo, c’è molto poco da festeggiare nel calcio italiano e molto da riflettere.

Un difensore, dicevamo. Ma non uno qualunque: uno che quest’estate è stato corteggiato da mezza Europa (il Chelsea di Conte in primis), che alle soglie dei 30 anni (li compie il primo maggio prossimo) è a quota 262 presenze in Serie A, di cui 223 da titolare nella Juventus, con 16 reti all’attivo, e che vanta 5 scudetti con i bianconeri (senza contare quello praticamente prossimo), uno con la maglia dell’Inter, 3 Supercoppe d’Italia e 2 Coppe Italia e che ha vestito la maglia della Nazionale per ben 69 volte, ventiduesimo di sempre. Uno che ha guidato la propria difesa contro lo stellare Barcellona di Messi senza subire una sola rete in due intere gare. Uno che domenica scorsa ha giocato da campione vero, senza mai deconcentrarsi, con una fame di chi non ha mai vinto nulla e con una voglia di far male all’avversario che lo ha portato ad un gol bellissimo al ventesimo della ripresa. Va premiato il suo impegno, la sua grinta ma soprattutto il suo esempio di professionista e di calciatore sempre sul pezzo: non concedere nulla al Genoa nemmeno sul 4-0, è forse ancor più difficile che non concedere nulla a Messi e compagni sullo 0-0: nel secondo caso la concentrazione è naturale, gli stimoli li trovi subito; in casa contro una squadra di metà classifica, a risultato abbondantemente acquisito, è segno di una determinazione encomiabile, degna di un campione.
Se a queste caratteristiche, che hanno reso celebri difensori ancor più famosi di lui nel panorama nostrano, si aggiungono le qualità tecniche che dimostra in ogni suo lancio lungo (da uno dei suoi nasce l’azione della prima rete bianconera) e che ha messo in mostra domenica scorsa con un gol da applausi, va da sé che diventi il centrale più ambito del mondo. E in effetti, nell’azione del quarto gol ha ricordato anche i grandi centrali sudamericani: progressione palla al piede dalla sua metà campo, dribbling comodo su un avversario talmente blando nel contrasto da sembrare addirittura intimorito dal suo passaggio, e destro secco da fuori area nell’angolo alto alla destra del portiere. Solito festeggiamento ad indicarsi il volto ed ennesimo appunto sui block notes degli osservatori di tutto il mondo, che saranno sicuramente pronti all’assalto anche nella prossima sessione di mercato. Un gol che dà lustro ad una stagione giocata a livelli altissimi, sia in Italia che in Europa, suggellata dall’aver superato quota 300 presenze con la Juventus in tutte le competizioni, ma anche dalla rete in maglia azzurra nello scorso marzo ad Amsterdam che ha regalato un prestigioso successo all’Italia.
In attesa della consacrazione, però, c’è da vincere il primo trofeo europeo della carriera, da mettere affianco a tutti quelli elencati in precedenza. E non sarebbe proprio un trofeo qualunque, ma quello che manca perfino ad un grande come Buffon e che consacrerebbe la Juventus tra le più forti del mondo in pianta stabile, ma soprattutto innalzerebbe Bonucci e i suoi compagni di reparto come i più forti difensori del mondo.

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Luigi Rivolta

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