E’ durato cinque anni il percorso del casa automobilistica britannico in Formula 1. In totale due podi, piazzamenti a punti e settimo posto nella classifica costruttori come miglior risultato finale.

Quando la Jaguar annunciando l’ingresso in Formula 1, comunicò il nome di Eddie Irvine che pochi mesi addietro aveva sfiorato il titolo piloti con la Ferrari, si ebbe subito la sensazione che si voleva fare sul serio, inoltre la presenza di un marchio così importante non poteva che entusiasmare gli appassionati dell’automobilismo.
I risultati fin da subito non furono in linea con le aspettative, ad iniziare dall’esordiente R1 con la quale Irvine (in coppia con Herbert e Burti per una gara) andò a punti solamente due occasioni, quattro punti totali e nono posto nella classifica costruttori, davanti Minardi e Prost ma comunque poco distante da Sauber e Arrows.
Il passo in avanti della R2 che disputò il campionato 2001 non fu esponenziale, guadagnando tra i costruttori una posizione andando a punti poche volte ma con la
soddisfazione del podio di Irvine nel Gran Premio di Monaco; l’altra monoposto venne guidata da Burti e De La Rosa.
Nel 2002 furono ancora tanti e troppi i ritiri, dove le poche volte in zona punti e un altro podio sempre di Irvine a Monza, fece intuire le potenzialità della monoposto purtroppo frenate dai problemi di affidabilità.
Il successivo 2003 (piloti Webber e Pizzonia-Wilson) si rivelò l’anno migliore anche in virtù della modifica relativa al sistema di assegnazione punti ampliata fino all’ottava posizione: otto volte in zona punti ma conferma della settima posizione nella classifica costruttori come l’anno precedente.
L’ultima R5 guidata da Webber e Klien, portò nel 2004 ancora a tanti ritiri e pochi piazzamenti a punti, con la scuderia che venne venduta alla RedBull che diede origine all’omonima scuderia.

