Ho visto ieri sera il documentario “Springsteen & I”, prodotto da Ridley Scott e realizzato montando i filmati amatoriali in cui i suoi stessi fan spiegano cosa rappresentano lui e la sua musica nelle loro vite. Storie personali, parole e sguardi in cui mi sono rivisto, felice di appartenere a quella cerchia d’umanità, che mi hanno fatto piangere quando loro piangevano e ridere quando loro ridevano. Ho ripensato per ore, durante e dopo il film, a cos’avrei risposto io a quelle stesse domande: “Cos’è Springsteen per te in tre parole?” e “Che parte ha nella tua vita?”.
Tre parole: amore, libertà, coscienza.
Amore perché Bruce E’ l’amore, per la gente, per la propria donna, per la musica, per la vita; amore incondizionato, anche quando questi (singolarmente o insieme) ci deludono, amore maturo, che non fa nulla per nascondere le proprie difficoltà ma che proprio in queste trova maggiore forza. E amore contagioso, perché mia moglie o il mio migliore amico, che non lo conoscevano quasi per nulla, oggi saltano sotto la pioggia battente quando parte Dancing in the dark.
Libertà perché le strade di Bruce parlano di spazi aperti, di vite ancora da scrivere, di storie di fatica, di vittorie e di sconfitte accomunate dalla polvere nelle mani. Il senso della libertà che mi ha insegnato Bruce lo rivedo in ogni foglio bianco che riempio, per passione o per mestiere. Le parole sono libertà, da chi non capisce e, qualche volta, perfino da me stesso.
Coscienza perché Bruce ha il muso orgoglioso di chi ha sempre fatto le cose per bene, di chi può sempre camminare con la schiena dritta e la testa alta di fronte a chiunque. In questo Bruce è stato il megafono dei principi inculcatimi dai miei genitori, e vederlo sempre lì, faccia al vento, gocciolante di sudore, mi ricorda ogni volta che non importa la fatica, non importa neppure il risultato, ma mettercela tutta, e farlo lealmente, è il più grande traguardo di una vita.
La mia vita, appunto. Bruce piomba come un uragano quando due miei compagni di liceo mi regalano un suo cd antologico. Fu come una bomba fatta esplodere nella mia piccola stanza d’adolescente. Non c’era internet e conoscevo poco l’inglese, e allora corsi in libreria a cercare le traduzioni dei testi, e le trovai. Da quel momento Bruce mi ha accompagnato sempre, presente come un vero amico, incrollabile come un grande amore. Il 25 maggio 1996 spesi tutti i miei risparmi messi da parte arbitrando la pallavolo e pagai 200 mila lire un biglietto per il suo concerto all’auditorium di Santa Cecilia. Non mi sono mai pentito un solo secondo di quella follia. Solo chi c’era può capirmi, e chi non c’era può immaginare guardando il video della sua esibizione al Festival di Sanremo, pochi mesi prima.
Un’altra esplosione squassante fu il primo ascolto di The Rising. Eravamo tutti ancora sconvolti dagli attentati dell’11 settembre, fiumi di articoli e di parole in tv, e poi arriva lui. Io ascolto quel cd leggendo i testi e penso subito “cazzo, era proprio quello che avrei voluto dire io”. E’ stato come se solo in quel momento avessi compreso compiutamente il senso dell’accaduto, del dolore, dell’assurdità di una vendetta che fino a quel momento era sembrata l’unica, sacrosanta via da percorrere.
Infine il 10 giugno 2012. Tre ore sotto una pioggia torrenziale a Firenze, e lui con noi, ben oltre la rassicurante copertura del palco. A saltare, urlare e piangere con lui, con l’acqua che usciva dalle scarpe e i vestiti zuppi attaccati addosso, e lui sempre lì con noi, ancora più carico nel vederci lì come se nulla fosse per lui. La notte più incredibile della mia vita, grazie a Bruce.
Ecco, questo è il mio personale documentario su Bruce Springsteen. Scusate l’excursus, ma oggi lo sport mi sembrava davvero un argomento piccolo piccolo.
È proprio così: grandi assoluti ideali in un solo uomo dal fascino ineludibile…
Immagino e condivido: oggi lo sport è poca cosa di fronte alla dimensione delle emozioni che il Boss riesce a darti. Conosco lui ma conosco poco il suo lavoro. Me ne rammarico. So cosa vuol dire emozionarsi per qualcosa che si ama profondamente. Complimenti per il tuo modo di sentire e di essere vero.