Dopo aver perso (immeritatamente) gara 1, i Predators erano ripartiti da Pittsburgh con molto amaro in bocca. Avevano infatti ceduto anche gara 2 dopo aver segnato per primi con Aberg, essersi fatti raggiungere quasi subito da Guentzel, aver dominato il secondo periodo e, infine, essere crollati nel terzo tempo, incassando tre gol in 3 minuti e mezzo ancora da Guentzel, Wilson e Malkin. Una vittoria meritata per i Penguins, stavolta, ma troppo larga nei numeri per chi avesse avuto la bontà di vedere tutta la partita.
Così, masticando amaro e con la consapevolezza che un’eventuale terza sconfitta avrebbe virtualmente assegnato la coppa, i Predators si sono presentati davanti al loro pubblico per gara 3, la notte scorsa. L’inizio è stato da incubo, il remake di un copione già visto, con Nashville che parte a spron battutto, pressando e picchiando senza tregua, ma che va in svantaggio alla prima vera azione degli avversari: è ancora Guentzel, il rookie giunto a 13 reti nella postseason (meglio di lui tra gli esordienti solo Dino Ciccarelli, con i Rangers nell’81 a quota 15!), a punirli dopo 2’46”. Dopo 4’50” i Penguins usufruiscono anche di un power play, lo giocano divinamente ma Pekka Rinne si supera su Phil Kessel e, poco dopo, ancora su Cullen. I miracoli del loro portiere danno tempo ai Predators di riprendersi e di riprendere i fili del gioco, finendo per dominare la seconda metà del tempo e venendo stoppati solo da uno splendido Matt Murray.
Il secondo periodo è quello più bello, con Nashville che in 42″ ribalta la situazione, prima pareggiando con Josi (in power play) e poi passando in vantaggio sul 2-1 con Gaudreau, autore di un dribbling e tiro da manuale, dopo 6’33”. A quel punto, Pittsburgh è costretta a uscire dal proprio fortino e lo fa nel migliore dei modi, assediando per lunghi minuti i padroni di casa. Rinne è ancora superlativo su Kessel e in un altro paio di situazioni poi, intorno al dodicesimo, la pressione dei Penguins si affievolisce e i Predators tornano a bussare dalle parti di Murray, che ferma da campione Neal lanciato da solo verso la porta. Le occasioni fioccano da entrambe le parti, con Rinne ancora strepitoso su Hagelin e Murray, che dopo aver salvato uno shorthanded goal, deve capitolare a 22″ dalla sirena su Neal, furbo e velocissimo nel raccogliere un rimbalzo del disco dietro la rete. Si va così al secondo riposo sul 3-1 per Nashville.
Il terzo periodo dura pochissimo, in realtà; esattamente 4’54”, il tempo necessario a Nashville per insaccare il 4-1 con Smith e chiudere virtualmente la partita. Nei quindici minuti di hockey restanti si assisterà soprattutto a una lunga serie di risse più o meno isolate (Malkin-Forsberg, Kessel-Subban, tra gli altri), con in mezzo l’ulteriore punizione di Ekholm, autore del 5-1 finale. I Predators riaprono quindi la serie, portandosi sull’1-2, con un’altra gara casalinga, lunedì sera, tutta da sfruttare. Pittsburgh si è forse illusa, dopo l’iniziale vantaggio di Guentzel, di poter controllare l’ardore degli avversari, ma ha sopravvalutato le proprie possibilità. In casa Sullivan preoccupa, soprattutto, l’apparente calo di intensità di uomini chiave dell’attacco, Crosby e Malkin. Da gara 4 si attendono risposte decisive.