Da domani notte scatta la finale NHL più attesa fin dall’inizio della stagione, quella che vedrà affrontarsi i campioni in carica di Tampa Bay, a caccia di una leggendaria tripletta, e i Colorado Avalanche, corazzata dominatrice della stagione e dei playoff fin qui giocati.

Ancora poche ore e arriverà il face off più atteso, quello d’inizio di gara 1 delle Stanley Cup Finals 2022. Ad affrontarsi, questa volta senza outsider ed eliminazioni a sorpresa, due autentiche corazzate del ghiaccio: i campioni in carica (da due stagioni) dei Tampa Bay Lightning a caccia di una leggendaria terza Stanley Cup consecutiva, e la squadra che con ogni probabilità ne raccoglierà la leadership nella lega, i Colorado Avalanche. Tutto sta a vedere quando avverrà questo passaggio di scettro, se nelle prossime due settimane o se l’anno prossimo. A livello storico, queste Finals ricordano quelle del 1983, che vedevano contrapposti i leggendari New York Islanders di Mike Bossy, a caccia del quarto titolo di fila, e i rampanti Edmonton Oilers di un certo Wayne Gretzky. Vinsero nettamente gli Islanders, 39 anni fa, ma era evidente a tutti che si stava assistendo a un passaggio di consegne, cosa che puntualmente avvenne. L’atmosfera sembra la stessa oggi, ma tralasciando il futuro ci preme soprattutto analizzare lo scontro fra giganti che vedremo da mercoledì in poi, come sempre al meglio delle sette partite. Le prime due partite si giocheranno il 15 e il 18 nella Ball Arena di Denver, casa degli Avalanche, le successive due (20 e 22 giugno) all’Amalie Arena di Tampa Bay, poi l’eventuale quinta a Denver il 24, la sesta il 26 a Tampa e poi di nuovo a Denver, il 28, per l’eventuale e conclusiva gara sette. Tutto ciò in virtù della miglior regular season degli Avalanche, 119 punti a 110, ma al di là del calendario va detto che tutti i numeri stagionali fanno pendere la bilancia dei pronostici dalla parte di Colorado, alla seconda presenza nelle Finals della loro storia, l’ultima delle quali culminata nel titolo del 2001. In regular season gli Avalanche hanno raccolto più punti, come detto, hanno segnato solo tre reti in meno di Tampa (315 a 312) ma subendone ben 19 in meno (234-253). Anche nei playoff, il passo di Colorado è stato fin qui impressionante, con 12 vittorie e due sole sconfitte, due serie chiuse con uno sweep (contro Nashville ed Edmonton) e il 4-2 contro St. Louis. Un ritmo impressionante, confermato anche dalla differenza reti: in 14 partite di postseason gli Avalanche hanno messo a segno 65 reti (4,64 a partita), subendone solo 40 (2,85 a partita), con una preoccupante (per Tampa) differenza reti di +25. Infine, Colorado ha vinto entrambi gli scontri diretti con i Lightning avvenuti in stagione regolare, il primo più nettamente e il secondo in overtime. Le stelle sono Nathan MacKinnon, 18 punti (tra cui 11 gol, 5 in power play) in 14 partite di playoff, e Gabriel Landeskog, 17 punti (8 gol, 3 in pp, e 9 assist). A livello di squadra il punto di forza degli Avalanche è un power play oltre il 30% (14 reti su 45 pp, 31,1%), motivo per cui Tampa dovrà stare bene attenta a non commettere penalità inutili, come quella che le è costato il momentaneo pareggio dei Rangers in gara 6 delle Conference Finals. C’è inoltre da considerare il fattore-riposo, con gli Avalanche che hanno potuto ricaricare le batterie per quale giorno sia dopo lo sweep con Nashville al primo turno che dopo quello con Edmonton nelle Conference Finals. Il punto debole per la squadra di Jared Bednar potrebbe annidarsi tra i pali, dov’è in corso un dualismo tra Kuemper e Francouz che alla lunga potrebbe rivelarsi deleterio per entrambi e, ancor di più, per la squadra. Kuemper sarebbe, in teoria, il titolare, ma dopo aver subito un infortunio in gara 1 delle Conference Finals ha dovuto lasciare il posto a Pavel Francouz, che ha vinto le successive tre partite contro Edmonton. I numeri di entrambi non sono eccezionali, ancor di più se paragonati a quelli da top player di Andrei Vasilevkiy, titolare inamovibile dei Lightning: nei playoff 2022 Kuemper ha un record di 6-2 in 10 match da titolare, con 2,65 reti subite a partita e l’89,7% di tiri parati, Francouz è invece imbattuto
(6-0, con 4 partenze da titolare e due subentri), con 2,86 gol subiti a partita ed il 90,6% di parate. Vasilevkiy ha numeri nettamente migliori di entrambi i suoi dirimpettai: 12-5 in 17 partite da titolare in questi playoff, 2,27 gol subiti a partita e un superbo 92,8% di tiri parati. Se poi parliamo di esperienza nei playoff il discorso non si pone neppure, con Vasilevskiy (premiato come mvp della postseason 2021) che ha disputato in carriera ben 98 match di playoff, con un record di 61-34, con 2,24 reti incassate a partita e una percentuale di 92,5 di parate. Non è ancora dato sapere chi inizierà gara 1 tra Kemper e Francouz, ma è chiaro come Bednar si giocherà in questa scelta una bella fetta del suo destino imminente.
Passiamo ad analizzare le chance dei Tampa Bay Lightning di Jon Cooper, campioni in carica da due anni che, dopo una regular season appena sufficiente per la qualificazione, sono arrivati alle Finals attraverso 17 partite e due situazioni a forte rischio di eliminazione da cui sono stati capaci di tirarsi fuori in modo imperioso. Nel primo turno, passato a gara 7 contro Toronto, i Lightning hanno inseguito fino a gara 6, avendo perduto le gare 1, 3 e 5; in gara 6 hanno comunque rischiato, facendosi rimontare un vantaggio di due reti dai Maple Leafs prima della rete decisiva di Point in overtime, per poi chiudere 2-1 in gara 7 con la doppietta di Nick Paul. Al secondo turno si sono visti i migliori Lightning di questi playoff, finora, guarda caso contro gli avversari più pericolosi, i Florida Panthers dominatori della regular season, eliminati con un perentorio 4-0 grazie ai numeri di Colton, Perry, Kucherov e allo strepitoso shootout di Vasilevskij in gara 4 a fronte di 49 tiri avversari. Secondo momento di pericolo in gara 3 delle Eastern Conference Finals quando, dopo aver perso i primi due match contro i New York Rangers, Tampa Bay si è trovata sotto 0-2 nella terza partita, trovando però subito la scossa necessaria, con le reti di Kucherov e Stamkos per il pareggio e quella della vittoria siglata da Palat a 42 secondi dalla sirena finale. Da lì in poi non c’è più stata partita, con Tampa capace di vincere tre partite consecutive con un parziale di 9-3 e senza più concedere ai Rangers neppure una rete in parità numerica. I numeri dei ragazzi di Jon Cooper in questi playoff descrivono una squadra che segna poco (ma non pochissimo), con 52 reti in 17 partite (3,06 a partita), ma sopratutto che ha ritrovato una solidità difensiva importante: 41 reti subite in 17 partite (2,41), di cui solo 17 negli ultimi due turni contro Panthers e Rangers, cioè in 10 partite, che portano la media recente ad un pazzesco 1,7. Merito della grande crescita di Hedman, McDonagh e Sergachev, oltre naturalmente al solito, super rendimento di Vasilevskij tra i pali. L’esperienza a questi livelli, l’attitudine alla vittoria e alle gestione delle partite cruciali, quelle in cui il disco pesa il doppio e il ghiaccio si fa bollente, sono fattori tutti dalla parte di Tampa, oramai integrati nel dna degli uomini chiave (tutti sani e disponibili ad eccezione di Brayden Point) e del loro eccezionale coach. Venendo a un piano più tattico, i Lightning hanno probabilmente una qualità media più alta in tutte le linee d’attacco, una profondità dovuta allo stato di forma di uomini come Perry, Colton e Maroon, che rappresentano un lusso sfrenato in terza e quarta linea. Il punto debole potrebbe essere il penalty killing, spesso sofferente e troppo passivo, che si andrebbe a scontrare proprio con l’eccellente power play di Colorado.
Insomma, è facile prevedere che assisteremo a una finale lunga, durissima e spettacolare; meno facile è prevederne i vincitori. Più che alla testa diamo retta al cuore, il vecchio cuore romantico di questo blog che tanto spazio ha dedicato allo stile di Jon Cooper e alla nascita ed esplosione della dinastia dei Lightning. E ci piacerebbe se fossero loro a trionfare in questo grande, ultimo giro di giostra sul ghiaccio.