Stanley Cup Finals 2022: gli Avalanche si prendono in overtime una splendida gara 1

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Le Finals ’22 sono iniziate stanotte e il match d’apertura non ha affatto deluso le grandi attese. Grandi giocate, tanti colpi, Tampa che rimonta due reti di svantaggio, ma alla fine è festa per gli Avalanche, che con Burakovsky vincono dopo 1’23” di supplementari.

L’attesa per questa sfida tra corazzate del ghiaccio è finalmente terminata stanotte: Colorado Avalanche e Tampa Bay Lightning si sono affrontate a Denver in una gara 1 palpitante, decisa in favore dei padroni di casa solo in overtime, dopo che gli ospiti erano stati capaci di risalire al 3-3 dall’1-3 in soli 30″ con un uno-due micidiale. La partita, innanzitutto: Colorado mette Kuemper tra i pali, mentre Tampa recupera Brayden Point (assente da maggio). L’inizio è tutto degli Avalanche, che schiacciano sotto una pressione asfissiante i campioni in carica; il prodromo del gol è un palo dopo 3’45”, poi il vantaggio arriva dopo 7’47” con Landeskog di rapina e dopo un minuto e mezzo ecco già il raddoppio, grazie a Nichuskin che sfrutta l’ennesimo disco recuperato sull’uscita della difesa avversaria. Fuori casa, sotto 0-2 dopo neppure metà del primo tempo, un’altra squadra si sarebbe sciolta, prendendo un’imbarcata epocale, ma non questi Lightning. La rete della speranza è firmata tre minuti dopo da Paul, che parte in contropiede e scarta Kuemper, ma Colorado torna avanti di due reti a due minuti e mezzo dalla prima sirena, con Rantanen che sfrutta al meglio una doppia superiorità numerica (ma sulla seconda penalità ci sono fortissimi dubbi). Il secondo periodo è un assolo dei Lightning, che colgono un palo dopo solo un minuto e poi riaprono la partita in meno di 30 secondi. Dopo 12’51” Palat e Kucherov si incrociano ripetutamente costruendo una combinazione da accademia dell’hockey che taglia tutto il campo e con esso la difesa degli Avalanche; è di Kucherov l’ultimo capolavoro, con un dribbling secco che salta il difensore, spedendo a Palat un disco che aspetta solo di essere spinto in rete per il 2-3. Tampa si esalta, Colorado capisce di non essere più al comando della partita e dopo 30″ subisce il pareggio, con un tiro dalla distanza del solito Sergachev. Gli Avalanche si scuotono, ma Vasilevskij stavolta è impeccabile e tocca di nuovo a Kuemper nel finale salvare i suoi dal sorpasso.

Il terzo periodo è splendido, con entrambe le squadre a caccia del colpo del ko, che non lesinano né tiri né colpi al limite, in un ritmo oramai frenetico da ambo le parti. Tampa ha il terzo power play della serata, ma lo spreca malamente come gli altri, e col passare dei minuti torna a soffrire il pressing instancabile degli Avalanche. Dopo 11′ è Vasilevkij a salvare su MacKinnon, sull’ennesimo disco perso in uscita dalla difesa, poi il portierone russo deve superarsi su tre tiri consecutivi in pochi secondi. Tampa soffre ma non cede, neppure quando, a solo 1’24” dalla fine, Pat Maroon commette una sciocchezza imperdonabile, subendo un “delay of the game” per un disco spedito in tribuna per errore. In superiorità numerica, gli Avalanche danno inizio ad un assedio pazzesco, ma Tampa, come un pugile alle corde, riesce a resistere fino alla sirena. L’overtime inizia quindi con ancora 36″ di power play per Colorado, i Lightning però ora sono freschi e riorganizzati, e lo lasciano scadere senza danni. La partita si riaccende, Tampa arriva dalle parti di Kuemper con una mischia, ma sono gli Avalanche a chiudere subito dopo, con una transizione conclusa in rete da Burakovsky dopo 1’23” di supplementare. 1-0 Colorado, quindi, e sabato si replica, sempre a Denver.
Ma cosa ci ha detto delle due contendenti questa gara 1? Innanzitutto che gli Avalanche sono più freschi fisicamente, e che il loro pressing avanzato, se saranno in grado di portarlo avanti per tutta la serie, creerà grossi problemi all’impostazione dei Lightning, più tecnici ma più compassati nello sviluppo dell’azione. La squadra di Cooper ha poi bisogno disperatamente di ritrovare il power play: in gara 1 ne ha avuti tre ed in 6′ di superiorità numerica non ha costruito praticamente nulla. Colorado, al di là del gol, è stata molto più ordinata e aggressiva nello sfruttare l’uomo in più. Come individualità, va riconosciuto come Bednar abbia azzeccato la scelta del portiere, mentre merita una riflessione la decisione di Cooper di gettare nella mischia Point, fermo da oltre un mese e palesemente indietro nel ritmo partita. In condizione è un giocatore che non si discute, ma così potrebbe essere un boomerang.

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Gianluca Puzzo

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