STANLEY CUP FINALS ’24: ALTRIMENTI SI ARRABBIANO

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Niente sweep per Florida; gara 4 è senza storia, con gli Oilers che mostrano tutto quello di cui sono capaci quando riescono a non autodistruggersi in difesa. 8-1 per i canadesi, che tengono così aperta la finale e stanotte sono chiamati nuovamente a vincere gara 5, stavolta in Florida, per continuare a credere nell’impresa.

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o sweep alle Stanley Cup Finals dovrà attendere almeno un altro anno (non accade dal 1998, quando i Red Wings batterono 4-0 i Capitals); merito degli Edmonton Oilers, protagonisti finalmente scintillanti di una gara 4 che è stata in equilibrio solo tre quarti del primo periodo, ovvero fino alla rete del 3-1 siglata da Holloway. Le segnature si erano aperte dopo 3’11” con una splendida rete in shorthanded di Janmark, seguita 4′ dopo dal 2-0 firmato Henrique. I Panthers, fin lì intimiditi dalla partenza veemente dei canadesi, hanno avuto una bella reazione, fermata da un paio di ottimi interventi di uno Skinner finalmente decisivo e anche dalla sfortuna, sotto forma di un doppio palo con il puck che non voleva saperne di entrare. Florida è rientrata temporaneamente in partita con la rete del 2-1 di Tarasenko dopo 11’26”, ma poco dopo è arrivata il già citato gol di Holloway a ridare margine agli Oilers, che da lì in poi hanno dilagato.

Tre reti nel secondo periodo, tra cui la prima di McDavid in queste Finals e la prima in power play dopo 12 superiorità numeriche infruttuose, seguite da altre due nell’ultimo parziale, per un 8-1 che certo non lascia spazio a discussioni. Bobrovsky questa volta non è stato un fattore, subendo 5 reti in 16 tiri, ed è stato perfino sostituito a 15′ dalla seconda sirena per farlo rifiatare in vista di gara 5, dando spazio al suo backup, Stolarz. A proposito del portiere russo, è importante segnalare quel che è sembrato un cambio d’approccio studiato a tavolino da parte degli attaccanti di Edmonton, che hanno rinunciato a diversi tiri dalla media e lunga distanza per avvicinarsi ulteriormente alla porta, spostando il puck rapidamente per non dare il tempo al portierone russo di piazzarsi su una traiettoria ben definita, arrivando anche a dribblarlo prima di scagliare il puck in rete. Gara 5 ci dirà se queste giocate sono state estemporanee o se invece è una mossa che continuerà a dar frutti.

In questa stagione, sotto la guida di Knoblauch, gli Oilers hanno sempre realizzato dei filotti impressionanti di vittorie (anche 16 consecutive) dopo aver perso tre match di fila.

Della gara 4 degli Oilers, più che gli otto gol realizzati, a stupire è stata l’assenza di amnesie difensive: turnover in uscita, errori di piazzamento, mancanza di tempismo nel cambio delle linee, tutte mancanze che nelle tre gare precedenti avevano regalato reti facili ai Panthers. Ora o mai più, per Edmonton, chiamata a una prova di maturità senza precedenti per entrare nella storia, diventando la prima squadra capace di vincere la coppa dopo aver perso le prime tre partite. A dare un lumicino di speranza ai tifosi canadesi c’è anche un dato interessante: in questa stagione, sotto la guida di Knoblauch, gli Oilers hanno sempre realizzato dei filotti impressionanti di vittorie (anche 16 consecutive) dopo aver perso tre match di fila.
Infine, merita il giusto tributo un importante record NHL raggiunto da Connor McDavid, quello degli assist messi a segno in una singola postseason: in gara 4 ha raggiunto quota 32, cancellando il precedente primato di 31, realizzato da Sua Maestà Wayne Gretzky nel 1988, sempre con la maglia dei Oilers.

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Gianluca Puzzo

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