Il piacere di aver visto due partite così belle è stato offuscato, ma solo per un attimo, dal dispiacere di non aver scommesso sulle vittorie di Colts e Saints, visto che, bontà mia, ho azzeccato entrambi i pronostici. Due partite in pieno clima playoff, terminate rispettivamente con uno e due punti di scarto, hanno regalato altalene di emozioni e colpi di scena, premiando alla fine i Colts, che nel prossimo turno andranno a Denver, e i Saints, che voleranno invece a Seattle.
Colts-Chiefs 45-44: per avere ragione dei Chiefs, Andrew Luck deve condurre la sua squadra a un’impresa epica, la seconda più ampia rimonta in tutta la storia dei playoff NFL. La sintesi dei primi due quarti di gioco è fin troppo semplice: Kansas City (che perde Jamaal Charles alla prima azione per trauma cranico) conduce 31-10, il suo attacco ha percorso 327 yard contro 164 e ottenuto 19 volte il primo down contro sole 9 dei padroni di casa. L’inizio del terzo periodo sembra mettere la pietra tombale sulla partita, quando Luck si fa intercettare ancora una volta e i Chiefs volano 38-10, 28 punti di vantaggio. Per trovare una rimonta vincente nei playoff superiore a questa bisogna risalire al 1993 , quando i Buffalo Bills ripresero 32 punti agli Houston Oilers, ed è quindi comprensibile lo sconforto di tutto lo stadio. Luck, fin lì il vero protagonista negativo della gara, rimane l’unico a crederci, e la squadra ha il merito di non smettere di seguire il suo leader, passando all’attacco no-huddle per imprimere un ritmo disperato alla gara. La rimonta inizia grazie alla difesa dei Colts, che recupera un fumble perso da Alex Smith dopo un sack, propiziando il susseguente touchdown. I Colts risalgono sul 24-38, ma qui Luck si fa intercettare per la terza volta, regalando un field goal ai Chiefs; nuova meta Indianapolis e l’ultimo periodo inizia sul 41-31 per Kansas City. I primi 5′ trascorrono senza segnature, ma a 10′ dal termine avviene qualcosa che fa percepire il cambio del vento: l’attacco dei Colts è a poche yard dalla end zone avversaria, uno dei suoi running back porta il pallone ma se lo fa sfuggire. Subito una selva di mani cerca di afferrarlo: se la difesa ospite avesse recuperato quel pallone la partita sarebbe probabilmente finita lì. Invece Luck ha un riflesso eccezionale (e una gran dose di fortuna, va detto), agguanta la palla ovale al primo tentativo e con un tuffo coraggioso e sensazionale si getta in touchdown: 38-41 e partita incredibilmente ancora tutta da giocare. A 5′ dalla fine i Chiefs hanno un sussulto, mettendo a segno un field goal che costringe i Colts a segnare un nuovo touchdown, sul 44-38. Ma i giocatori di casa sono ormai in piena esaltazione agonistica e dopo essere usciti da una buca profonda 28 punti ora nulla è più impossibile per loro. Sul drive successivo, Luck dipinge il suo capolavoro, un lancio di 64 yard portato in meta da Hilton a 4’21” dal termine: è il tanto agognato sorpasso, è il 45-44. I Chiefs provano il drive della disperazione: Smith si ritrova chiuso all’angolo con un 4° tentativo e 11 da completare in ogni modo. Il suo lancio cade perfettamente nelle mani del ricevitore, ma quello ha un piede oltre la linea laterale: incompleto, palla ai Colts, partita finita nel delirio generale. Una notte che Indianapolis non scorderà a lungo, con un parziale di 35-13 nel secondo tempo che consegna ai Colts l’occasione di andare a Denver, contro i fortissimi Broncos, senza avere nulla da perdere. Per i Chiefs prosegue la maledizione dei playoff (ottava sconfitta consecutiva nella post season), ma l’amarezza per questa occasione gettata al vento non deve far dimenticare agli uomini in rosso l’eccezionale campionato appena concluso.
Eagles-Saints 24-26: Philadelphia ce l’ha messa tutta, Foles e McCoy ce l’hanno messa tutta, ma i Saints di ieri notte avevano troppa esperienza in più perché potessero spuntarla. Brees non ha fatto un partitone, ma ha giocato bene nei momenti importanti (e non è poco, specie nei playoff), non facendosi influenzare dall’intercetto subito a freddo e conducendo a punti tutti i drive in cui la difesa gli aveva regalato una buona partenza. Nel primo quarto i Saints vanno avanti 6-0 grazie a due field di Shayne Graham, kicker ingaggiato solo un paio di settimane fa che risulterà alla fine un elemento determinante per questa vittoria. Nel secondo periodo Brees si fa intercettare di nuovo e Foles ringrazia, trasformando in touchdown l’attacco seguente e portando avanti i suoi Eagles per 7-6. Il terzo periodo è quello decisivo: New Orleans scappa via 20-7 con due mete, fuga solo parzialmente limitata dal touchdown della squadra di casa, brava e coraggiosa a portare in meta un 4° e goal a 32″ dalla fine del quarto. Gli Eagles, pur costretti a inseguire per gran parte della gara, hanno il merito di non mollare, e a 5′ dal termine la loro cocciutaggine viene premiata, quando un passaggio in touchdown di Foles regala loro un punto di vantaggio, 24-23. Sul kick off immediatamente successivo, però, Sprowles indovina un ritorno coi fiocchi, che consente a Brees di far partire il drive finale quasi da metà campo. I Saints giocano molto saggiamente con il cronometro, Brees chiude i down necessari e Graham, a soli 3″ dalla fine, giustizia impietosamente gli Eagles con un facile calcio da 32 yard, che fissa il punteggio finale sul 26-24 e regala a New Orleans il biglietto per Seattle.