Super Bowl LIV: ancora una rimonta, Chiefs campioni

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Dopo le rimonte contro Texans e Titans, i Kansas City Chiefs completano il loro capolavoro in finale, andando a vincere dopo essere stati sotto 20-10 fino a 6’14” dalla fine. Conclusione tra le lacrime per i 49ers, che hanno visto sfumare sul filo di lana quello che sarebbe stato il giusto coronamento di una stagione eccezionale.

È stata una sconfitta dura per noi, da mandar giù, per una volta che eravamo emotivamente coinvolti nel Super Bowl, figurarsi per i giocatori di San Francisco, ad iniziare da coach Shanahan, apparso devastato in volto nella conferenza stampa post gara. La foto di Nick Bosa in lacrime alla fine del match, che trovate in calce al post, è un po’ la sintesi della cocente delusione che ha travolto i 49ers, battuti sul filo di lana dopo essere stati avanti di dieci punti a meno di sei minuti e mezzo dalla fine. I Chiefs, però, meritano davvero questa vittoria e questo titolo, per essersi rialzati dopo una mezza regular season giocata addirittura col terzo quarterback e per aver chiuso la porta a tutti, in modo sfavillante, una volta che Mahomes è tornato abile e arruolato. Meritatissimo, per lui, anche il premio come MVP della finale, visto che nel momento in cui i Chiefs sono stati vicini al tracollo, tra terzo e quarto periodo, si è messo a correre lui in prima persona, dannandosi l’anima per muovere la palla e scuotere i suoi compagni. E alla fine c’è riuscito, da vero MVP. San Francisco ha poco da recriminare, forse solo l’assurda flag lanciata dagli arbitri sul finire del secondo tempo che ha annullato una straordinaria ricezione di Kittle da 42 yard che avrebbe certamente portato almeno altri tre punti ai californiani, ma nulla di più.

La difesa, eccezion fatta per il td finale di Williams, figlio dello scoramento generale a partita persa, è stata all’altezza della sua fama, anche in relazione al livello degli avversari che aveva di fronte: molta pressione su Mahomes, soprattutto in centro partita, due intercetti e pochissimi errori. In attacco hanno brillato moltissimo le stelle del rookie Deebo Samuel, sanguinosissime le sue reverse per la difesa dei Chiefs, e del veterano Juszczyk, autore di un touchdown e di una prestazione di altissima continuità e qualità. A mancare nel momento più importante, duole dirlo, è stato Jimmy Garoppolo, che dopo aver subito il td di Kelce del 20-17 (quindi con la sua squadra ancora sopra di tre punti) ha perso completamente il filo della partita, proprio quando sarebbe servito l’esatto contrario. Ad inizio del quarto periodo aveva esaurito il drive post intercetto di Moore con un 3&out, idem dopo il suddetto td di Kelce. E infine, anche dopo il sorpasso sul 24-20, Jimmy G si era comunque ritrovato la palla sulle sue 15 yard con 2’39” sul cronometro e tutti e tre i timeout ancora a sua disposizione (oltre al 2-minutes warning). Una situazione che altri quarterback avrebbero gestito comodamente, avanzando e mangiando il tempo residuo per poi giocarsi il tutto per tutto nei 30″ finali. E invece un tentativo folle da 40 yard su Sanders e un sack hanno chiuso mestamente una stagione eccezionale. Che peccato.

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Gianluca Puzzo

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