Super Bowl LV: leggenda Brady, schiantati i Chiefs per il settimo anello!

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Nel Super Bowl non c’è partita: i Buccaneers sono in serata di grazia, mentre ai Chiefs non riesce nulla. Brady stravince il duello a distanza con Mahomes e a 43 anni conquista da MVP il settimo titolo (su 10 finali giocate) della sua irripetibile carriera.

Gronkowski e Brady festeggiano la vittoria

Parafrasando Gary Lineker, da oggi possiamo dire senza tema di smentita che “il football americano è quel gioco in cui 22 uomini col casco si disputano un pallone ovale per 60 minuti, e alla fine vince Tom Brady”. A 43 anni ha abbandonato le sponde sicure del New England, quei Patriots con cui aveva vinto sei titoli, spostandosi a ben altre latitudini, in Florida, in una squadra come i Buccaneers, fermi ad un solo titolo ai tempi di Mike Alstott. Una scommessa folle, a quell’età, ma stravinta: senza di lui i Pats non sono nemmeno andati ai playoff, mentre Brady ha centrato il più inatteso e sensazionale trionfo della sua già leggendaria carriera, arricchendolo ancor di più con il meritato premio di MVP della finale. Sette titoli vinti su dieci Super Bowl disputati, da oggi Brady ha vinto, da solo, più di qualsiasi franchigia NFL, visto che i succitati Patriots e gli Steelers sono fermi a 6 titoli. Un trionfo senza “se” e senza “ma”, arrivato al termine di una partita senza storia il cui punteggio finale, 31-9, non è per nulla bugiardo rispetto a quanto visto in campo. In stato di grazia i Buccaneers, sia in attacco che in difesa (vero capolavoro tattico di Arians), in stato confusionale i Chiefs, troppo sicuri di sé e troppo aggrappati

alla loro storia di rimonte vincenti. I campioni uscenti hanno pagato carissime le assenze sulla linea offensiva: la pass rush di Tampa ha fatto letteralmente a pezzi la tasca di Mahomes, costringendolo a scappare senza tregua e senza lucidità. I Chiefs hanno messo la testa avanti solo all’inizio, segnando il field goal d’apertura, dopo di che hanno subito un parziale massacrante di 31 punti a 6. Se da una parte c’era un qb asfissiato dalla pressione, Mahomes, dall’altra Brady ha avuto spesso molti secondi per scegliere i suoi bersagli, e in quelle condizioni nessuna difesa NFL può avere scampo. E così l’attacco di Tampa ha preso a marciare a suon di touchdown, 2 di Gronkowski e uno di Brown, mentre Kansas City doveva sempre accontentarsi di “brodini” da 3 punti. Col passare dei minuti ad aumentare la zavorra dei Chiefs ci si è messo pure il nervosismo (95 yard di penalità subite solo nel primo tempo, un record al Super Bowl), esploso a pochi secondi dall’intervallo per una chiamata certamente veniale (l’unica sbagliata dalla crew) ai danni di Mathieu, costata il td del 21-6 a 6″ dal riposo. Nel secondo, anziché una veemente reazione, da Mahomes sono arrivati solo due intercetti, a fronte di altre botte concesse da una linea oramai al collasso. E per Brady & Co. è stato fin troppo facile arrivare ai coriandoli.

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Gianluca Puzzo

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