Ci siamo. Ancora pochi giorni e domenica prossima andrà in scena per la cinquantesima volta il più importante evento a cadenza annuale dello sport mondiale, la partita che dà un senso all’intera carriera di un giocatore di football, l’evento mediatico che blocca sul divano alcune centinaia di milioni di persone nel mondo. Stiamo parlando del Superbowl, naturalmente, la finale del campionato NFL che vedrà di fronte Denver Broncos e Carolina Panthers sul campo neutro di San Francisco.
Partita dai mille temi, com’è ovvio che sia, sui quali svetta comunque il probabilissimo addio di Peyton Manning, alla caccia di quel secondo anello che zittirebbe i suoi detrattori, che gli rinfacciano da sempre di aver vinto un solo Superbowl in cinque apparizioni. L’ultima di queste, due anni fa, finì in massacro, con i suoi Broncos fatti a pezzi per 43-8 dagli allora brillantissimi Seattle Seahawks, somiglianti in maniera inquietante ai Carolina Panthers odierni. Un qb giovane e talentuoso che ama correre in campo aperto (Wilson-Newton), un running back in stato di grazia (Lynch-Stewart) e due difese dalle mani buone che non perdonano la minima imprecisione nel lancio: possono bastare questi tre punti di contatto tra recente passato e imminente futuro per far capire ai nostri lettori da che parte va il nostro pronostico?
C’è il rischio concreto, insomma, che l’ultima partita di Manning si trasformi in una spazzolata colossale, molto simile a quella che gli stessi Panthers hanno già inflitto ai malcapitati Arizona Cardinals nella finale della NFC di 10 giorni fa, terminata 49-15 per Cam Newton & Co. Non tutto è perduto, però, per i Broncos, che hanno un’arma, una sola forse, per ribaltare i pronostici: difendere, difendere, difendere. Devono giocare con umiltà e sacrificio, devono mettere una pressione pazzesca sulla linea a Newton e fermare i guadagni delle corse di Stewart; solo così, forse, possono indurre i Panthers a “esagerare”, a commettere qualche sciocchezza, qualche prezioso turnover da trasformare in punti. Non sarà quindi Manning a dover fare la partita della vita, ma i suoi compagni della difesa, come hanno già fatto contro i Patriots nella finale della AFC, bloccando Brady alla miseria di 18 punti realizzati. Domenica servirà ancora di più, con ancora più intensità, perché gli avversari sono un treno in corsa.
I Carolina Panthers hanno perso una sola partita, ininfluente, in tutta la stagione, e stanno scrivendo il libro di una nuova era del football americano. Dai duelli Brady-Manning si passerà, com’è inevitabile, alle sfide Newton-Wilson, con Luck (forse) terzo incomodo. Ma per aprire un’era non basta una (quasi) perfect season, non bastano gli show, i sorrisi, i palloni regalati ai bambini e i gesti da Superman; serve alzare quella splendida eppure maledettissima coppa. I Panthers possono farlo, ne hanno tutti i mezzi, ma non devono pensare che sarà una passeggiata: sulla loro strada hanno pur sempre la miglior difesa della NFL e un quarterback già con un posto certo nella Hall of Fame. Quindi, occhio.