Taccuino mondiale (2a parte)

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La seconda parte del taccuino è dedicata dall’edizione del 1954 segnata dal “Miracolo di Berna” fino al primo e unico trionfo inglese del 1966, passando per il giovane Pelè protagonista nel 1958 e la “Battaglia di Santiago”.

Pelè trascinatore del suo Brasile a soli diciassette anni

SVIZZERA 1954
La quinta edizione della Coppa Rimet si disputò dal 16 giugno al 4 luglio nelle sedi di Basilea, Berna, Ginevra, Losanna, Lugano e Zurigo, primo torneo ad essere trasmesso in televisione, oltre che uno dei primi eventi della Rai.
Furono ammesse sedici nazionali, di cui undici europee, tre americane oltre a Corea del Sud e Turchia che si qualificò sorprendentemente a spese della Spagna.
L’Italia perse lo spareggio contro la Svizzera per accedere ai quarti di finale.
Esclusa nel ’50, fu ammessa anche la Germania Ovest che vinse il torneo in finale contro la fortissima Ungheria la quale pochi giorni prima, nella fase a gironi, aveva sonoramente battuto proprio i tedeschi.
Successivamente alla vittoria, si fecero insistenti le nubi del doping visto che molti calciatori tedeschi si ammalarono di uno strano morbo itterico, in quella incredibile vittoria che ancora oggi viene ricordata come il “Miracolo di Berna”.
Miglior marcatore con undici reti fu l’ungherese Kockis.

SVEZIA 1958
Galles, Irlanda del Nord e Unione Sovietica fecero l’esordio nell’edizione scandinava, disputata a Stoccolma, Goteborg, Malmo, Helsingborg, Eskilstuna, Norrkoping, Sandviken, Uddevalla, Boras, Halmstad, Orebro e Vasteras.
L’Italia mancò l’appuntamento, impantanandosi nel decisivo incontro di qualificazione a Belfast, sconfitta per 2-1.
In quell’edizione ad incantare fu la stella del diciassettenne Pelè che trascinò il suo Brasile fino alla vittoria contro la Svezia per 5 a 2, al terzo posto concluse la Francia vittoriosa nella finalina contro la Germania Ovest.
Miglior marcatore, con ben tredici reti, il francese Just Fontaine.

CILE 1962
Per l’alternanza dei continenti, la rassegna iridata si spostò in Cile presso Santiago del Cile, Vina del Mar, Rancagua e Arica.
Nel gruppo delle sedici squadre esordirono Colombia e Bulgaria, subito eliminate nella fase a gironi.

Anche l’Italia non andò oltre la prima fase, ma resta impressa la famosa la “Battaglia di Santiago” contro i padroni di casa, partita contraddistinta da innumerevoli diverbi tra i calciatori azzurri e l’arbitro inglese Ken Aston per i tanti falli subiti.
L’incontro venne considerato tra i più violenti nella storia del calcio, tanto che il commentatore inglese David Coleman nel presentare la telecronaca registrata, disse: “Buon pomeriggio. L’incontro a cui state per assistere è l’esibizione di calcio più stupida, spaventosa, sgradevole e vergognosa, verosimilmente, nella storia di questo sport.”
All’Italia non bastò la vittoria per 3 a 0 contro la Svizzera e concluse al terzo posto dietro la Germania Ovest, mentre il Cile padrone di casa raggiunse un lusinghiero terzo posto, battendo nella finalina la Jugoslavia.
A sconfiggere i cileni in semifinale fu il Brasile, bissando il successo del ’58 dopo il 3-1 in finale contro la Jugoslavia.
Molto affollata la cima della classifica marcatori, con i brasiliani Garrincha e Vavà, il cileno Sanchez, lo jugoslavo Jerkovic, l’ungherese Albert ed il sovietico Ivanov, tutti a 4 reti.

INGHILTERRA 1966
Fu la prima edizione ad avere una mascotte ufficiale. La competizione si disputò nei bellissimi stadi inglesi contraddistinti dal caldo pubblico di casa, le nazionali esordienti furono il Portogallo e la Corea del Nord.
L’Italia nella fase a gironi vinse all’esordio contro il Cile vendicando le vicende di quattro anni prima, perse contro l’Unione Sovietica e nella gara decisiva disputata all’Ayresome Park di Middlesbrough, venne clamorosamente sconfitta dall’esordiente Corea del Nord, formata interamente da calciatori dilettanti.
La stessa Corea, ai quarti di finale, venne battuta dal Portogallo, che conquistò il terzo posto trascinata da Eusebio, miglior marcatore del torneo con nove reti.
Fu soprattutto il mondiale dell’Inghilterra, che nella finale disputata a Wembley, davanti a 93.000 spettatori ebbe la meglio sulla fortissima Germania Ovest dopo i tempi supplementari, protagonista assoluto Hurst che segnò una tripletta. A rimanere nella storia, il gol fantasma del provvisorio 3 a 2 che, di fatto, spianò la strada agli inglesi verso la vittoria finale.

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Andrea La Rosa

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