Tennis, uno sport anche per le donne

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NOTA: con questo post fa il suo esordio su Sport One un’altra giovanissima firma, quella di Cecilia Montanini, che va ad affiancare Matteo Cristofori in questo inatteso ma splendido “ricambio generazionale” che il 2024 sta portando su queste pagine. Visto l’affetto che ci lega e le sue ambizioni di diventare giornalista sportiva, le auguro con tutto il cuore che questo sia solo il primo di una lunghissima serie di articoli, con cui conquistare le testate più importanti e tutti gli obiettivi professionali che vorrà porsi. Per aspera ad astra, cara Cecilia!
(G. Puzzo)

Come 9 donne hanno cambiato la storia del tennis, iniziando la battaglia per equiparare i montepremi dei tornei femminili a quelli maschili. Una lotta iniziata oltre cinquant’anni fa e non ancora conclusa.

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l tennis è uno sport che esiste da oltre cent’anni. Se pensiamo alle grandi figure, specialmente nel tennis di oggi, vengono in mente i nomi di Nadal, Federer, Djokovic o addirittura il giovane Sinner. Tutti grandi uomini che hanno contribuito (e tuttora lo fanno) a tracciare, nella storia dello sport, il percorso di questa grandiosa disciplina. 

Ma cosa possiamo dire delle donne in questo mondo?

Verrà subito in mente la campionessa per eccellenza, Serena Williams, ma oltre alla ex tennista statunitense sono molte le donne nella storia del tennis che negli anni si sono fatte strada in uno sport che nei suoi primi venticinque anni di vita, ricordiamolo, era riservato solo agli uomini.

Un’onorevole menzione va soprattutto a quelle che verranno chiamate “le 9 originali”.

Le prime concorrenti femminili ai Giochi Olimpici si vedono nei primi anni del ‘900; tra le prime ricordiamo la francese Suzanne Lenglen, che debutta nel tennis nel 1910 a 11 anni . Dieci anni dopo diventerà campionessa olimpica ai Giochi di Anversa del 1920. Qui vincerà l’oro in entrambi i tabelloni, doppio misto (vinto con il compagno di squadra Max Decugis) e singolare femminile (contro l’inglese Dorothy Holman).

Tuttavia il ruolo della donna in questa disciplina non si è realmente affermato fino agli anni ‘60 e soprattutto negli anni ‘70, quando nasce la Women’s Tennis Association (WTA).

La WTA è l’organizzazione di tenniste professioniste che ad oggi si occupa dell’organizzazione e la gestione di tornei tennistici femminili, compresi quelli parte del circuito omologo ai Master Series maschili. 

Viene fondata nel 1973 da un gruppo di tenniste, tra le quali Billie Jean King e Rosie Casals, proprio poche settimane prima dei campionati di Wimbledon. Lo scopo principale di questa associazione era parificare o per lo meno avvicinare i montepremi e le regole per le tenniste a quanto era già in vigore per i concorrenti maschi nei tornei del Grand Slam.  

L’iniziativa nasce in realtà alla fine degli anni ‘60 quando, a Wimbledon, King vince un montepremi di £750 contro quello vinto dal tennista Rod Laver di £2,000 (con un rapporto di 2,5:1). Ribellandosi a queste ingiustizie, King come Casals, Anne Jones e Françoise Dürr, dopo essersi iscritte alla National Tennis League (esclusivamente per uomini), iniziano ad organizzare dei tornei a parte. Queste assieme a Peaches Bartkowicz, Judy Dalton,  Kerry Melville Reid, Kristy Pigeon, Nancy Richey e Valerie Ziegenfuss giocano a Nizza, nel Sud della Francia, per svariati mesi, portando avanti i loro tornei personali.
I passi delle nove donne fanno a dir poco infuriare la Federazione Internazionale di Tennis, che impone diverse sanzioni al gruppo: alle donne verrà vietato di partecipare alla Wightman Cup del ‘68 e ‘69 e l’Associazione Statunitense del Tennis si rifiuterà di inserire Casals e King nei ranking di quelle due stagioni.

Nel 1970 il differenziale retributivo continua però ad aumentare. La stessa Billie Jean King in un’intervista afferma che «i promoter guadagnano più delle donne. I tennisti maschi guadagnano di più. Tutti guadagnano di più, tranne le donne!». Ancora, in un libro pubblicato nel 1988, King scrive «Le donne erano spremute finanziariamente perché non avevamo alcun controllo in uno sport dominato dagli uomini. Gli uomini possedevano, gestivano e promuovevano i tornei, e poiché molti di loro erano ex giocatori, le loro simpatie erano per i giocatori maschi, sostenendo a gran voce che la maggior parte del denaro doveva essere loro».

Quanta strada ha percorso il tennis femminile, da quei primi passi a Houston nel 1970 all’attuale WTA Tour, in cui si contano tornei in 33 paesi e un montepremi totale di 139 milioni di dollari (nel 2018).

Il punto più basso della disuguaglianza salariale delle donne arriva prima degli US Open nel 1970. Il Pacific Southwest Championships, diretto da Jack Kramer, aveva annunciato un rapporto di 12:1 nella differenza di montepremi tra ciò che maschi e femmine avrebbero vinto. Questo torneo spingerà le prime 9 tenniste a prendere posizione per l’uguaglianza, da cui il nome di “9 originali”, non giocando il torneo di Los Angeles e creando invece un loro torneo. 

Come conseguenza, diverse altre giocatrici contattano Gladys Heldman, editrice di World Tennis Magazine, dichiarando apertamente di voler boicottare l’evento. La Heldman, pur sconsigliandole, le aiuterà a mettere insieme il loro torneo a Houston, che però non avrà luogo fino a dopo gli US Open. Nel 1970 verrà istituito lo Houston Women’s Invitation per nove giocatrici, le stesse “9 originali”. 

Nel 1973 l’International Lawn Tennis Federation assorbe il Virginia Slims Circuit, che in seguito sarebbe diventato il Women’s Tennis Association Tour. Negli anni ‘80 l’associazione acquisisce una sempre maggiore popolarità, con il tennis femminile che arriva finalmente ad essere considerato ufficialmente una specialità sportiva e non un semplice passatempo. 

Quanta strada ha percorso il tennis femminile, da quei primi passi a Houston nel 1970 all’attuale WTA Tour, in cui si contano tornei in 33 paesi e un montepremi totale di 139 milioni di dollari (nel 2018). Da allora, il tennis femminile è diventato (quasi) uguale alla sua controparte maschile. E lo hanno fatto da sole, ragione per la quale il loro governo è ancora oggi indipendente. 

Grazie alle “9 originali” il tennis femminile è oggi riconosciuto come una disciplina a tutti gli effetti, ambita e praticata da moltissime donne in tutto il mondo.

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Cecilia Montanini

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