TUTTO PER SEMPRE MOLTO BELLO

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Un breve e doveroso ricordo personale su Bruno Pizzul, storica voce del giornalismo sportivo, aveva 86 anni.

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ualche ora per trovare le giuste parole, perché quando se ne va un personaggio capace di accompagnare e segnare dei momenti indelebili, pur non conoscendolo personalmente, è come se quei ricordi fossero ancora più lontani, ancora più preziosi.
Avevo tre anni durante le Notti Magiche di Totò Schillaci, certo potrò sembrare di parte, ma quando un meridionale o meglio un siciliano riesce a essere protagonista in positivo, l’attaccamento alle proprie radici rende la gioia anche propria, come se qualcuno della stessa terra c’è l’avesse fatta.
Poi in occasione del rigore sbagliato contro l’Argentina in semifinale: “Sono immagini che non avremmo mai voluto commentare“.
A sette anni il mondiale di Usa ’94, acceso dal pareggio del Divin Codino in pieno recupero negli ottavi contro la Nigeria, nonostante la precedente clamorosa e ingiusta espulsione di Zola: “Sono più vispi, sono più pronti, più motivati, moralmente più a posto i giocatori della Nigeria. Finiamo in un clima sconfortante. Ancora una iniziativa, attenzioneeee, la palla per Roberto Baggio e goooollll di Roberto Baggiooooo al 43′ del secondo tempo”.
Un campionato che avremmo meritato sconfitti solamente da quei maledetti rigori, usciti comunque vincitori rialzandoci, accettandone il dolore, piegati probabilmente da un volere talmente più forte per rendere meno amara al popolo brasiliano la morte di Ayrton Senna: “Il Brasile è campione del mondo. Purtroppo, ancora una volta ai rigori, la Nazionale italiana esce sconfitta.”
Un mondiale contraddistinto anche dalla presenza dei due Baggio: “Dino…Roberto…ancora Dino”.
A undici anni quella sfortunata traversa di Di Biagio sempre ai rigori, che fermò il cammino in Francia ’98 proprio contro i padroni di casa poi campioni del mondo, a tredici anni gli europei del nuovo millennio accarezzati dopo essere stati prima acciuffati in pieno recupero e poi sconfitti al golden gol sempre dai francesi, di cui rimane indelebile la partita vinta contro l’Olanda in inferiorità numerica, con una serie di rigori sbagliati/parati, infine il cucchiaio di Totti contro Van der Sar: “Totti. Eeeeee segna anche Totti, ha rischiato il… l’impossibile! Ha beffato Van Der Sar con un tiretto: Panenka aveva fatto lo stesso nella finale europea tra Jugoslavia e Cecoslovacchia”.
A quindici anni, quell’indelebile amarezza ed il suo sangue freddo nel commentare l’assurdo ottavo di finale contro la Corea del Sud e le gesta dell’arbitro Moreno: “Francamente, non mi pare ci sia stato un arbitraggio all’altezza della situazione”.
L’ultima telecronaca nel 2002 in occasione di Italia-Slovenia: “Ringraziamo comunque i ragazzi per le emozioni che ci hanno dato. È stato un piacere raccontare la Nazionale, nonostante tutto.”
Non ha potuto festeggiare un titolo, tuttavia le sue telecronache restano indimenticabili.
La voce più bella capace di commentare qualsiasi partita di calcio, un stile sobrio e inconfondibile, un mito tale da stimolare le imitazioni per quanto mancasse dopo il ritiro dalla professione.
Capace di unire le competenze calcistiche con un notevole bagaglio culturale.
Grazie Bruno.

“Sventola da fuori”


(per indicare un tiro potente dalla distanza)

Autore

Andrea La Rosa

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Andrea La Rosa

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