Gli Astros vengono asfaltati 12-3 in gara 2 dopo una serata disastrosa per tutti i fondamentali, dalla difesa, alla battuta fino al bullpen, che incassa nove punti in tre riprese. I Nationals ringraziano e dilagano, volando sul 2-0 nella serie prima di tre partite casalinghe che potrebbero condurli a un titolo storico.

Gara 2, quella che sarebbe dovuta essere la partita del rilancio, l’occasione per rimettere le World Series sul binario dell’equilibrio, si è invece trasformata in uno sprofondo dolorosissimo per gli Astros e i suoi tifosi, che hanno assistito sbigottiti a una delle peggiori prestazioni in assoluto di questo gruppo di straordinari giocatori. I Nationals, bravissimi a non sbagliare niente e ad approfittare di ogni minima sbavatura degli avversari, danno vita ad un’autentica mattanza nell’ultimo terzo di gara, permettendosi addirittura di risparmiare Strasburg e di sorridere spensierati sull’errore di Eaton nell’ultimo inning. E ora la serie si sposta a Washington per tre partite consecutive (sempre che serva anche la terza…), con la prospettiva, impensabile alla vigilia, di non tornare più in Texas. In casa Astros non ha funzionato praticamente nulla: l’attacco continua a non battere niente con uomini in posizione punto, la difesa (nello specifico Alex Bregman) ha sulla coscienza due errori consecutivi nell’inning decisivo, il monte di lancio, dopo un Verlander discreto ma non eccezionale, è stato calcato da un bullpen disastroso. L’unica consolazione per A.J. Hinch è che questi Astros sono troppo brutti per essere veri, ma il tempo per la riscossa inizia a scarseggiare.
La partita inizia con i Nationals subito avanti 2-0 senza neppure un out, grazie alla walk di Turner, al singolo di Eaton e al doppio di Rendon. Verlander finalmente si sveglia e chiude l’inning con due k. L’attacco degli Astros risponde subito: doppio di Altuve (poi colto rubando da Suzuki in terza), singolo di Brantley e fuoricampo da due punti di Bregman che fissa il 2-2. Dopo quest’inizio scoppiettante, non succede sostanzialmente nulla (a parte la solita messe di uomini lasciati in base dagli Astros) fino all’inizio del settimo, quando un solo homer di Suzuki e una walk su Robles fanno salire Pressly sul mound al posto di Verlander. È l’inizio di un incubo per gli Astros, che usciranno con le ossa rotte (e ben sei punti in più sul groppone) da quel turno di difesa, appesantito dai due errori consecutivi di Bregman, uno di presa e uno di tiro in prima. Malgrado l’8-2, i Nationals continueranno ad infierire anche nell’ottavo (3 punti, 11-2) e perfino nel nono (solo homer di Taylor per il 12-2). Nell’ultimo attacco, gli Astros hanno un sussulto d’orgoglio contro Guerra, prima con un solo homer di Maldonado, poi mettendo in base Springer e Altuve ma naturalmente lasciandoli lì. Domani è già tempo di gara 3, crocevia pressoché decisivo sia per gli Astros sia per gli appassionati neutrali come noi, che speravamo di vedere una finale e invece stiamo assistendo a un monologo.

