Dopo essersi divisi il bottino nei due match in Texas, una meravigliosa gara 1 vinta agli extra inning dai Rangers e gara 2 dominata dai D’Backs, i Rangers hanno cambiato marcia, vincendo i match 3 e 4 in Arizona. Stanotte, sempre a Phoenix, si gioca la gara 5 che potrebbe regalare a Texas il primo titolo della sua storia.

Se anche nel baseball, come nel pugilato, si assegnassero le vittorie ai punti, probabilmente converremmo che dopo le prime due partite Arizona avrebbe meritato di essere sul 2-0 in queste World Series. In gara 1, finora di gran lunga la migliore della serie, i Diamondback sono stati a due out dalla vittoria, avanti 5-3 e un eliminato nel nono, prima che Corey Seager li riagguantasse con un home run da due punti e, al secondo extra inning, Garcia la ribaltasse con il solo homer del 6-5 finale per i Rangers. Amarezza cancellata dai D’Backs in sole 24 ore, visto il largo dominio di gara 2, vinta 9-1 dagli ospiti con l’inizio del lineup (Carroll, Marte, Moreno e Pham) in grande spolvero ed una splendida prova di Kelly sul mound (7 IP, 9 K, sole 3 valide e un punto). A quel punto la serie si è spostata a Phoenix per le successive tre gare, ma chi si aspettava che l’equilibrio restasse una costante si sbagliava: i Rangers hanno cambiato marcia, vincendo in modo netto gara 3 (3-1) e addirittura dominando senz’appello gara 4 della notte scorsa (11-7, ma Texas era in vantaggio 10-0 dopo tre inning…).
E pensare che le cose sembravano volgere al peggio per Bochy & co., visti i due seri infortuni occorsi a Scherzer e, peggio ancora, a Garcia durante gara 3, stop che terranno fuori i due assi per tutte le rimanenti partite. Niente di più sbagliato, questi Rangers restano solidissimi in difesa, nel box hanno trovato in Seager il loro nuovo leader dopo Garcia (hr in entrambe le partite) e, udite udite, sembrano aver trovato consistenza anche nel bullpen, rilassatosi un po’ troppo nel finale di gara 4 ma con il risultato pressoché acquisito. E stanotte, con gara 5, possono già chiudere il conto, mettendo le mani sul primo titolo della loro storia, per cancellare almeno un po’ l’incredibile sconfitta del 2011 contro i Cardinals, quando furono per due volte a uno strike dalla vittoria ma finirono per perdere in gara 7. Quanto ai D’Backs, sono con le spalle al muro, ça va sans dire: da ora in poi hanno l’obbligo di vincerle tutte, comprese le eventuali gare 6 e 7 fuori casa. Ma occhio a darli già per spacciati, perché anche contro i Phillies erano già iniziati i “de profundis” e alla fine l’hanno spuntata loro. Certo, è difficilissima per Lovullo e i suoi ragazzi.